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COMUNICATO STAMPA Firenze, 5.4.'03
PARTE L'OSSERVATORIO SOCIALE SULLA TAV IN MUGELLO?
7 anni e mezzo dopo la firma del Protocollo d'intesa che lo istituiva, inizia a prendere forma - sembrerebbe - l'Osservatorio Sociale sull'Alta Velocità in Mugello
. Il presidente della Comunità Montana del Mugello Giuseppe Notaro ha convocato per lunedì prossimo 7 aprile alle 9.30, "in accordo con i sindaci dei Comuni del Mugello interessati dai lavori per il quadruplicamento veloce della tratta ferroviaria Firenze-Bologna", una riunione con i sindacati confederali CGIL, CISL e UIL, con le federazioni di categoria FILLEA, FILCA e FENEAL, e con i Rappresentanti Sindacali Unitari dei lavoratori CAVET dei cantieri di Firenzuola, Scarperia e Vaglia. Scopo dell'incontro, spiega nella lettera di invito il presidente Notaro, "verificare l'interesse e discutere insieme l'eventuale organizzazione di iniziative di integrazione sociale per i lavoratori impegnati nella realizzazione della tratta ferroviaria". Tutto ciò "anche alla luce dell'ipotesi di rilancio dell'osservatorio sociale così come previsto nel protocollo d'intesa conseguente alla Conferenza dei Servizi sull'Alta Velocità nel 1995".Finalmente!, commenta Idra. Che si domanda tuttavia come possa essere definito "rilancio" un'iniziativa che vede la luce per la prima volta.
Sarà bene ricordare che tre anni fa, l'11 aprile 2000, l'associazione Idra aveva indirizzato una
lettera ai sindaci del Mugello e di Sesto Fiorentino, al presidente della Comunità Montana, ai presidenti della Provincia di Firenze e della Regione Toscana, nonché - per conoscenza - ai gruppi consiliari dei rispettivi Consigli, in cui si chiedevano i motivi per cui l'Osservatorio Sociale, previsto nel Protocollo d'intesa firmato da tutti gli Enti Locali il 21 dicembre '95, non era stato ancora attuato. Eppure esso appariva in quel documento come uno degli strumenti ritenuti necessari da quel Protocollo per raggiungere i suoi "obiettivi strategici". "E' istituito - leggiamo nel testo del Protocollo d'intesa, a pag. 6 - su iniziativa dei Comuni interessati dalla realizzazione della nuova linea ferroviaria, un osservatorio sociale con lo scopo di individuare e sviluppare studi e iniziative, finalizzati ad una corretta ed efficace integrazione socio-culturale dei lavoratori esterni che si insedieranno nell'area. A tale Osservatorio parteciperanno oltre ai funzionari degli Enti firmatari e dell'USL, aventi una specifica professionalità, rappresentanti dell'associazionismo, del volontariato, nonché le parti sociali".Ma l'unico 'documento' dell'Osservatorio Sociale che il presidente Notaro ha potuto mostrare all'associazione Idra è stato un semplice elenco di nomi di associazioni di volontariato, con accanto la firma dei rispettivi responsabili, senza un solo verbale di incontro, senza un solo programma di interventi.
Ancora nel corso dell'incontro dello scorso 18 novembre 2002 coi sindaci del Mugello e col presidente della Comunità Montana Idra tornò a porre la questione della mancata attivazione dell'Osservatorio.
E' curioso, inoltre, che a questo primo incontro non siano state invitate proprio le realtà dell'associazionismo e del volontariato contemplate come co-protagoniste nel Protocollo. Neppure quelle che da anni si battono apertamente - presso le istituzioni e sulla stampa - per i diritti dei lavoratori CAVET, come Idra e Medicina Democratica. E' singolare che al primo incontro per la fondazione di questo Osservatorio Sociale risultino invitati - oltre agli RSU dei lavoratori - i soli sindacati.
Per 7 anni centinaia e centinaia di lavoratori impegnati nei cantieri TAV del versante toscano hanno dovuto subire le conseguenze di un contratto che condanna a un impiego faticoso e usurante lontano dalle famiglie, a un'esistenza scombussolata dai continui cambiamenti settimanali di turno sulle 24 ore, a condizioni amare e umilianti di isolamento fisico e sociale, ai rischi e agli incidenti (a volte mortali) legati a ritmi di lavoro stressanti (fino a 48 ore settimanali notturne in galleria). Sindacati come la CGIL, che avrebbero dovuto tutelare i lavoratori, hanno invece difeso e vantato il contratto CAVET come un "modello concertativo" che, si legge sul sito web, "potrebbe essere esportato a livello europeo per la realizzazione di altre importanti opere". Salvo essere sconfessati dai loro stessi colleghi d'oltre-tratta, che hanno apertamente condannato il "ciclo continuo" definendolo una "aberrazione". Ricordiamo le dichiarazioni di Fulvio Perini, membro della Segreteria CGIL di Torino, che al
seminario sul ciclo continuo organizzato a Firenze a giugno del 2001 da Medicina Democratica e Idra dichiarò testualmente: "No, un'organizzazione così non è accettabile, un'organizzazione di questo tipo significa dare per scontato un certo numero di infortuni che diversamente sarebbero evitati: qui rischiamo dei danni permanenti, in qualche caso dei danni mortali". Leggiamo del resto proprio in questi giorni i punti salienti dell'accordo siglato sulla tratta TAV Torino-Milano: una maggiore flessibilità nei turni di lavoro, con 6 giorni di riposo (1+5) ogni due settimane; viaggio a casa per almeno 18 volte all'anno per i lavoratori che provengono da altre regioni; maggiorazioni e incentivi in aggiunta a quelli previsti dal contratto nazionale; per i lavoratori di Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Abruzzo, Sicilia e Sardegna si è stabilito che il biglietto aereo sarà a carico dell'azienda, e se il lavoratore rinuncia al viaggio l'impresa corrisponderà il costo direttamente al lavoratore.Certo, sostengono i nostri sindacalisti della rossa Toscana, i lavoratori morti nei cantieri o "in itinere" (cioè nelle trasferte residenza-cantiere) sono assai meno di quelli che morivano una volta. Sembra, questo, costituire motivo di soddisfazione. Ma si dimentica forse che anche una sola morte bianca è già troppo (soprattutto quando si muore in condizioni sottoposte a rischi oggettivi evitabili). Si dimentica forse che le quantità di incidenti registrata dall'ASL sono industriali, e che per quanto riguarda l'orario di lavoro ed i riposi settimanali sono state
riscontrate e contestate dalla Direzione Provinciale del Lavoro di Firenze, nei suoi pur scarsi sopralluoghi, "violazioni alle norme per centinaia di lavoratori". Si dimentica forse che non si danno altrettante morti e infortuni negli uffici confederali, dove gli orari di lavoro, i turni, le trasferte, l'isolamento sociale non sembrano in alcun modo comparabili con quelli sofferti dai lavoratori TAV. Un motivo in più per attendersi da quegli uffici un impegno straordinario perché siano alleggerite, piuttosto che aggravate, le condizioni di impiego di una categoria - quella dei minatori - per definizione "usurata".Ebbene, nonostante che gli Enti locali dal lontano dicembre '95 non abbiano mai provveduto ad attivare l'Osservatorio Sociale promesso, non risulta che i sindacati confederali si siano mai seriamente impegnati per esigerne l'attuazione. Come mai proprio loro e non le associazioni del volontariato a questo primo incontro?
Idra
e Medicina Democratica indirizzano dunque al Presidente della Comunità Montana una lettera nella quale chiedono di essere tenute presenti nel prossimo futuro. Mentre ai partecipanti al tavolo del primo incontro di lunedì prossimo le due associazioni desiderano inoltrare, attraverso la lettera al presidente Notaro, alcune prime concrete proposte di contenuto. Sulla scorta delle esperienze maturate in questi anni le associazioni ritengono, si legge nella lettera al presidente della Comunità Montana del Mugello, che "l'Osservatorio Sociale non possa esimersi dal perseguire alcuni precisi obiettivi che restituiscano dignità e cittadinanza ai tanti lavoratori impiegati nei cantieri CAVET:
N.B. Ai passaggi sottolineati nel testo sono collegati, sul sito web di Idra http://www.idraonlus.it/vecchiosito/5-4-'03.html, i link ai rispettivi comunicati e documenti.
Per ulteriori informazioni, Tel. 055.233.76.65 (Girolamo Dell’Olio), Tel. 347.54.81.255 (Luigi Carpentiero).