Associazione di volontariato Idra

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per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale

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totale n. 2 pagine

Firenze, 5.12.'99

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

 

ALTA VELOCITÀ E QUESTIONE PRODI:

UN CONTRIBUTO INFORMATIVO

DALL'ASSOCIAZIONE AMBIENTALISTA IDRA

Nel corso di una conferenza stampa tenuta a Firenze l'8 settembre scorso insieme a Ferdinando Imposimato e a Ivan Cicconi, direttore di I.T.A.C.A. (Istituto per la Trasparenza Aggiornamento e Certificazione Appalti), sul tema del rapporto fra affare TAV e trasparenza in Europa , l'associazione ambientalista non omologata Idra aveva già sollevato il problema oggi in evidenza dopo la pubblicazione del libro "Corruzione ad Alta Velocità".

Alla luce della documentazione disponibile su consulenze, interessi e appalti maturati nel 'cono d'ombra' dell'adesione italiana alla UE, può l'affare T.A.V. S.p.a. - si chiedeva Idra - rappresentare un valido biglietto da visita per l'allora presidente incaricato della Commissione europea, già nominato nel '92 da Lorenzo Necci garante dell'Alta velocità ferroviaria? Al vaglio di Idra erano dunque le credenziali europee di Romano Prodi: cariche e incarichi che peraltro non comparivano nella dichiarazione scritta dell'ex presidente dell'IRI pubblicata il 27 agosto sul sito internet della Comunità Europea.

Oggi, a integrazione degli argomenti posti all'attenzione dei media intorno al tema TAV dal libro-denuncia di Ferdinando Imposimato, Giuseppe Pisauro e Sandro Provvisionato, Idra tiene a ricordare che:

Idra desidera tornare a offrire un proprio contributo costruttivo alla descrizione dei fattori strutturali che rendono finanziariamente inaccettabile il progetto TAV Spa anche sul piano europeo riportando qui di seguito fra virgolette un passaggio particolarmente significativo dell'intervento dell'ing. Ivan Cicconi a Firenze il 9 settembre scorso (l'intervento integrale è reperibile sul sito internet www.dadacasa.com/idra):

"Un momento importante del ruolo di Prodi è stata la nomina a presidente del Consiglio dei ministri nel '96. Anche in questo ruolo sono passate sotto le sue mani due Finanziarie. In quel momento questa architettura contrattuale ha consentito anche, all'Italia, di rispettare il parametro di Maastricht relativo al rapporto fra deficit pubblico e prodotto interno lordo, il famoso 3%, rispettato per uno scarto di 0,15%. A mio avviso c'è un profilo quanto meno di inganno nei confronti dell'Unione Europea, in relazione al fatto che questo parametro è stato rispettato grazie al fatto che parte dei costi dell'AV sono differiti nel tempo. Nell'architettura contrattuale dell'AV, il famoso 60% di finanziamento privato sono prestiti richiesti dalla TAV alle banche (il primo prestito è stato attivato nel '94 con la BEI per 5.000 mld), e il prestito delle banche prevede la restituzione del capitale a partire dall'attivazione del servizio (cioè dal 2005 in poi). Mentre gli interessi intercalari, cioè il costo del denaro fino all'avvio del servizio, vengono pagati immediatamente attraverso le Finanziarie che sono state approvate in questi anni. In sostanza quindi l'architettura contrattuale e finanziaria dell'AV prevede che dal 2005 circa, quando si attiverà il servizio, la TAV dovrà restituire il capitale e gli interessi di questo 60% necessario a realizzare l'Alta Velocità. Questo 60% ovviamente è totalmente garantito dallo Stato. Le garanzie sono state firmate non dal presidente della TAV ma dal consigliere delegato delle FS, che coincidevano all'epoca nella stessa persona: ma la firma è stata apposta dal consigliere delegato delle FS, e con la garanzia del socio di maggioranza, socio unico di riferimento della FS Spa, cioè il ministro del Tesoro.

A partire dal 2005 la rata annuale di capitale e interessi che la TAV, e quindi lo Stato italiano, dovrà restituire alle banche, è stimata in circa 5.500-6.000 mld all'anno per 20 anni. Questa cifra ovviamente oggi nel bilancio dello Stato non figura. Quindi in sostanza questa architettura finanziaria ha ipotecato, e sta ipotecando, 20 Finanziarie a partire dall'attivazione del servizio dell'Alta Velocità, databile intorno al 2005, per una quota complessiva della dimensione descritta.

Ovviamente questa operazione, questa architettura, differendo nel tempo questo debito che stiamo attivando oggi, ha consentito di avere quello zero-virgola-qualcosa in meno che ha permesso di rispettare il parametro di Maastricht. Da qui discende la mia valutazione che questa architettura è servita anche per ingannare l'Unione Europea, proprio perché i conti dell'AV oggi non figurano nella contabilità nazionale.

Per quanto riguarda nello specifico il prof. Prodi, a mio avviso c'è solo una alternativa, al di là delle questioni - già da altri sollevate - che attengono ai profili di incompatibilità degli incarichi. C'è un problema di affidabilità del presidente della Commissione europea. Prodi è stato Garante dell'Alta Velocità. Le cose sono due. O Prodi è affidabile sul piano professionale e delle competenze (è un famoso economista), e quindi non si può ritenere che, nominato nel '92 garante dell'Alta Velocità, egli non sia stato in grado di comprendere che quell'architettura contrattuale e finanziaria era una clamorosa truffa ai danni dello Stato. L'alternativa è che Prodi non si sia reso conto di questo. Ma se non si è reso conto di questo, è sicuramente una persona scarsamente affidabile. Se Prodi non è riuscito a valutare un progetto di queste dimensioni, con questo impatto nell'economia del nostro Paese e nella contabilità nazionale, allora la prospettiva di nominarlo presidente della Commissione europea dovrebbe indurre a una riflessione un po' più attenta di quella che è stata fatta fino ad oggi."

Idra annuncia la trasmissione di un dossier sulla questione TAV al leader radicale Marco Pannella e ai parlamentari radicali italiani ed europei, in vista della riunione straordinaria in programma oggi.

 

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