Associazione di volontariato Idra
iscritta al Registro Regionale del
Volontariato della Toscana per la promozione e la tutela del patrimonio
ambientale e culturale
Tel. e fax 055.233.76.65, 320.161.81.05; e-mail idrafir@tin.it; web http://associazioni.comune.fi.it/idra/inizio.html
COMUNICATO
STAMPA Firenze, 5.12.’09
I numeri che non vi
daranno mai in stazione ve li danno i cittadini
TAV: ecco cosa c’è da
festeggiare
Tratta
Bologna-Firenze: radiografia di un disastro
·
I TEMPI
Doveva entrare in esercizio nel
2003. L’avvio è annunciato per il 13 dicembre 2009. I lavori sono partiti il 10
luglio 1996. I tempi sono raddoppiati.
Ma manca ancora, per l’estensione di 60 km di tunnel, la galleria parallela di
soccorso...
·
I COSTI
Il 7 agosto '91 la tratta prevedeva
un costo di 2.100 miliardi di vecchie lire. Il progetto veniva presentato come
finanziato al 60% con capitale privato, e sarebbe stato realizzato dalla TAV
SpA presentata come società a maggioranza privata. Il 7 agosto 1997 il ministro
dei Trasporti Antonio Burlando ammette che “finora
i privati i soldi non li hanno messi”. A marzo 2008 viene portata a termine
l'operazione di acquisizione del 100 per cento del capitale della TAV da parte
delle FS, con l'esborso di 1083 miliardi. L’ultimo dato ufficiale rilevato
relativo ai costi della tratta sul sito web della TAV risale al 2004 (da anni
il sito TAV è chiuso) e ammonta a 5.205 milioni di euro (oltre 10.000 mld di
vecchie lire), interamente pubblici. Un
incremento dell’ordine di grandezza del 400%. Senza contare che adesso sono
tutti dichiaratamente fondi pubblici. Secondo il prof. Aurelio Misiti, per sette anni Presidente
del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, l’adeguamento della tratta TAV ai
necessari criteri di sicurezza farà lievitare ulteriormente i costi del
30-40%, e la
Bologna-Firenze rappresenterà “il
fattore limitante dell'Alta Velocità in Italia”.
·
LE CONDANNE PENALI
Dopo il rinvio a giudizio nel 2003,
si apre nel febbraio 2004 un processo penale presso il Tribunale di Firenze. Il
3 marzo 2009 viene pronunciata la sentenza di primo grado: 27 condanne per reati ambientali, da tre mesi d’arresto a 5 anni di
reclusione, e provvisionali per il risarcimento danni di oltre 150 milioni di
euro. Le pene più alte sono inflitte ai vertici del CAVET, il consorzio di
imprese che ha avuto in appalto i lavori: 5 anni per Alberto Rubegni,
presidente del CAVET e amministratore delegato di Impregilo (impresa leader nel CAVET), e per Carlo Silva e Giovanni
Guagnozzi, rispettivamente consigliere delegato e direttore generale del
Consorzio.
·
LE CONTESTAZIONI DELLA CORTE DEI
CONTI PER DANNO ERARIALE
741 milioni e 279 mila euro l’importo del danno erariale calcolato dai
magistrati contabili.
Chiamati a risponderne in queste settimane gli amministratori che approvarono
un progetto che la Corte stima privo di adeguati studi di impatto ambientale, o
che non avrebbero vigilato a sufficienza sui danni causati dai lavori in
galleria. Fra di loro, il senatore
Vannino Chiti, ex presidente della Regione Toscana, il suo successore Claudio Martini, assessore alla Sanità della
giunta Chiti, e altre 50 persone,
cui è stato inviato un «invito a dedurre»: sono i componenti delle giunte
regionali toscane delle legislature 1990-1995 e 1995-2000 che votarono le
delibere sotto accusa, il dirigente responsabile dell’istruttoria per la
Conferenza dei servizi, i consiglieri della VI Commissione Ambiente del
Consiglio regionale della Toscana che si espressero a favore delle decisioni, e
i presidenti e membri delle Commissioni nazionali di Valutazione di Impatto
Ambientale. Intanto il meccanismo finanziario perverso adottato col modello del
“general contractor” viene documentato e denunciato, oltre che dai saggi e dai
libri dell’ing. Ivan Cicconi, anche da autorevoli fonti istituzionali:
-
la
Risoluzione Da AV ad
AV/AC. Indagine relativa agli interventi gestiti da TAV S.p.A. del
Consiglio dell’Autorità per la Vigilanza sui
Contratti Pubblici di lavori servizi e forniture (19 dicembre 2007);
-
le
Risultanze
del controllo sulla gestione dei debiti accollati al
bilancio dello Stato contratti da FF.SS., RFI, TAV e ISPA per infrastrutture
ferroviarie e per la realizzazione del sistema “Alta velocità”
della Corte dei conti (15 dicembre 2008) (“Quel che è più grave, queste
operazioni pregiudicano l’equità intergenerazionale, caricando in modo sproporzionato
su generazioni future (si arriva in alcuni casi al 2060) ipotetici vantaggi
goduti da quelle attuali”).
·
GLI IMPATTI AMBIENTALI
Impattati 5 acquedotti, 73 sorgenti, 45 pozzi, 20 fiumi, torrenti e
fossi. Drenati non meno di 150 milioni di metri cubi di acqua (150 miliardi di
litri) nel solo
territorio della Comunità Montana del Mugello (dal conteggio manca l’acqua
drenata da Monte Morello). Secondo i consulenti del Pubblico Ministero le aste
fluviali che accusano assenza di afflusso nel periodo arido si sviluppano per una estensione di 57,65
chilometri. Mai usata per il trasporto
degli inerti e dello smarino la linea ferroviaria Faentina, nonostante gli
impegni sottoscritti in fase di approvazione dell’opera: tutto è stato trasferito su strada, e si sono spalmati oltre 100 km di asfalto per nuove strade (‘cura del
ferro’). A luglio 2006, il Pubblico ministero contesta agli imputati la reiterazione di una gran quantità di reati, descritti in 220 pagine
di relazione: sarebbero stati commessi negli anni successivi al sequestro dei
cantieri ordinato dalla magistratura fiorentina nel giugno 2001, e sarebbero
ancora in atto – in buona parte – alla data del deposito della nuova
contestazione. A maggio 2007, meno di un anno dopo,
decade l’Osservatorio Ambientale Nazionale, prorogato ope
legis di 45 giorni dopo la scadenza ‘naturale’ di marzo 2007, e non viene più riattivato. Nella
delicata fase di dismissione dei cantieri, dei siti di deposito, dei campi base,
e a dispetto di tutti i solenni accordi sottoscritti in fase di approvazione
dell’opera, chiude l’unico
pur debole strumento di controllo e monitoraggio della cantierizzazione TAV fra
Bologna e Firenze. Da oltre due anni
dunque il danno all’ambiente, alle falde, ai corsi d’acqua, ai pozzi non viene
più neppure misurato.
·
LA QUALITÀ DELL’OPERA
In tre gallerie dichiarate
“ammalorate” (Firenzuola, Morticine, Borgo Rinzelli), in Mugello, si provvede
alla demolizione e al rifacimento di circa 2 km di linea, a
opera terminata, prima della posa dei binari, con un impegno di quasi due anni di tempo (da febbraio
2005 a dicembre 2006): erano stati
costruiti in cemento non armato in terreno argilloso.
·
LA SICUREZZA
Nel luglio 1998, chiamato a
esprimere il proprio parere sulla interconnessione della tratta AV col Nodo di
Firenze, la "Variante di Firenze Castello" (parere richiesto
espressamente ai sensi della legge
191/74, disapplicata invece tre anni prima per i 60 km di tunnel fra Vaglia e Bologna), il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco
di Firenze ing. Domenico Riccio scrive, a proposito della configurazione
dell'opera in costruzione, che "si
nutrono seri dubbi sulla rapidità ed efficacia dei mezzi di soccorso".
Nel tunnel fra Firenze e Bologna, infatti, è stata adottata la tipologia
costruttiva denominata "galleria monotubo a doppio binario" priva di
tunnel di servizio, con finestre intermedie poste a distanza reciproca di 6-7
km. "Nel caso di gallerie con
finestre intermedie - si legge nel parere del Comando fiorentino - non è
possibile avvicinare i mezzi di soccorso, inviati in appoggio al mezzo
intermodale, in zone prossime all'incidente”. I Vigili del Fuoco di
Firenze premettono esplicitamente, nella stessa nota del 23.7.’98, che "agli
atti di questo Comando non esiste alcun parere relativo all'intera tratta
Firenze-Bologna, ma unicamente il progetto di variante in argomento".
L’ing. Alessandro Focaracci (che
risulta aver collaborato alla progettazione e aver redatto il piano sicurezza)
a novembre 2008 dichiara, in merito alle soluzioni adottate in caso di
deragliamento o collisione in galleria: “E’ previsto che l’esodo deve avvenire.... è
un autosoccorso... cioè i passeggeri devono poter scendere e raggiungere i
punti di uscita autonomamente” (“Exit”, La7, Inchiesta sulle Ferrovie dello Stato: dai pendolari alla TAV).
Negli ultimi cinque mesi, fra luglio
e novembre 2009, l’Associazione Idra
ha trasmesso richieste di intervento o istanze
formali di accesso ad aggiornamenti informativi sulle caratteristiche dei
tunnel e delle discenderie in relazione alle esigenze di sicurezza, sui piani
di emergenza, sulle dotazioni e sui piani di addestramento e formazione del
personale volontario, sui risultati delle esercitazioni svolte altrove in
condizioni analoghe, sullo stato e i programmi di manutenzione della viabilità
di accesso e dei presìdi, sulle risorse stanziate, ai seguenti soggetti:
-
Presidente
del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi;
-
Amministratore
Delegato di FS SpA, Mauro Moretti;
-
Presidente
della Giunta Regionale della Toscana, Claudio Martini:
-
Prefettura
di Firenze;
-
Prefettura
di Lodi;
-
Comandante
Provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze;
-
Commissione Sicurezza delle Gallerie ferroviarie presso la 5^ Sezione del Consiglio
Superiore dei Lavori Pubblici, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti;
-
Dipartimento per le Infrastrutture, gli
Affari Generali ed il Personale, Direzione generale per le infrastrutture ferroviarie e per
l’interoperabilità ferroviaria;
-
Sindaci
dei Comuni del Mugello.
Nessuno ha risposto positivamente ad
alcuna delle richieste trasmesse.
I video della conferenza stampa di Bologna, con la partecipazione
dell’ing. Ivan Cicconi: 1, 2, 3 e 4.
I messaggi inviati
alla conferenza stampa di Bologna
da Ferdinando Imposimato, Marco Ponti e Angelo
Tartaglia
Condivido totalmente la vostra
battaglia in difesa dell'ambiente e della vita contro le devastazioni
ambientali del TAV; da anni seguo la coraggiosa e irriducibile
azione democratica e non-violenta che state conducendo, con grande senso
di responsabilità, contro i disastri e le devastazioni provocate
dai cantieri TAV che stanno compromettendo gli equilibri ambientali
di diverse città e regioni italiane. Sono sempre stato convinto che
enormi interessi economici, trasversali a diverse forze politiche e
imprese collettrici di risorse pubbliche, sono stati la ragione
primaria di questa opera contro cui si battono anche i valsusini ai quali
oggi ho confermato la mia solidarietà e la mia amicizia che confermo a te
e alla associazione IDRA con l'entusiasmo e la passione civile di sempre.
Immense risorse che potrebbero essere destinate a potenziare e sostituire
i vecchi treni che, specie nel
centrosud, ma anche nel nord, devono dare la precedenza ai treni TAV
costretti spesso sui vecchi binari, come accade a Bologna.
Da anni migliaia di cittadini
sono costretti a subire lesioni al diritto alla salute,
all'ambiente e al riposo, e a uno sviluppo sostenibile, a causa dei
disagi di cantieri sotto le loro abitazioni, le polveri invasive, le notti
in bianco, le lesioni e le evacuazioni degli edifici, i danni
irreparabili alla salute e alla tutela delle loro proprietà. Mentre i pendolari
restano in preda a disagi e a ritardi insopportabili. Purtroppo anche
l’informazione è al servizio delle potentissime lobbies che sono dietro la TAV:
e voi potete svolgere opera di corretta informazione su progetti da realizzare
nel rispetto dei diritti dei cittadini. Il dovere di solidarietà politica
economica e sociale riguarda anche le migliaia di cittadini che non hanno
voce e che sono vittime della TAV, subendone i disagi gravissimi, che sono
provati anche dai processi penali e civili, oltre che contabili , che però non
sono in grado di ristabilire la situazione ambientale distrutta o
gravemente deteriorata. A tutti costoro va la mia fraterna solidarietà e
la mia amicizia, che si associa alla indignazione per le coperture e le protezioni
di cui godono i potenti gestori dell'AV, mentre restano le condizioni di
insicurezza e di pericolo che riguardano i cittadini dei luoghi attraversati
dalla TAV.
Per questo mi unisco a voi nella
denuncia civile, corretta e nonviolenta che vi accingete a portare avanti
in modo democratico e rispettoso delle regole.
FERDINANDO IMPOSIMATO
Giudice istruttore dei più importanti casi di terrorismo,
si è occupato di processi contro mafia e camorra e di sequestri di
persona;
eletto al Senato ed alla Camera dei deputati per tre legislature, è
stato membro della Commissione antimafia;
è stato inoltre Presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di
Cassazione
I costi della Alta Velocità
Torino-Milano-Napoli sono giudicati esorbitanti da qualsiasi studioso del
settore. Come economista, una analisi ex-post dell'opera, per quanto di per sé
la più utile tra le molte indifendibili che sono sul tavolo politico,
dimostrerebbe risultati clamorosamente negativi se sottoposta a una analisi
ex-post fatta secondo standard internazionali.
Sarebbe indispensabile per lo meno una
seria riflessione sulle responsabilità di questo risultato (che ovviamente ad
alcuni non dispiace affatto), e sull'opportunità di avviare le altre linee allo
studio, che presentano certo traffici molto più modesti di questa.
MARCO PONTI
Ordinario di Economia Applicata al Politecnico di
Milano
e membro della SIET, Società Italiana degli Economisti
dei Trasporti
Approvo di tutto cuore la vostra iniziativa
di sabato 5 dicembre cui non ho la possibilità di partecipare. Nell’augurarvi,
e augurarmi, il massimo successo nell’interesse di tutti i cittadini vi invio
un paio di considerazioni relative al sistema TAV italiano.
Credo che il nocciolo del problema non
sia in definitiva né trasportistico né ambientale. Il vero problema è la
presenza di una classe dirigente nazionale del tutto irresponsabile. Questa
classe dirigente è composta da un segmento politico che ha per bandiera
ignoranza ed arroganza e da un segmento economico-industriale abituato ad
utilizzare il settore pubblico, e le risorse pubbliche in particolare, per
ricavare vantaggi lasciando gli svantaggi alla collettività.
Nel nostro paese mediamente 1 cittadino
su 5 manifesta l’esigenza di viaggi lunghi e 4 su 5 di viaggi brevi. In questa
situazione che, in termini economici, si definirebbe “di mercato” la decisione
che è stata assunta nella più completa irresponsabilità è stata quella di
concentrare gli investimenti per rispondere alle ipotetiche richieste del
cittadino numero 1, lasciando da parte quelle degli altri 4. Tutto ciò è
avvenuto dando a intendere, con messaggi trionfalistici, che si sarebbe in
realtà provveduto a tutti. Così ovviamente non è perché le risorse non ci sono
e pertanto gli investimenti nel sistema AV sono necessariamente in competizione
con quelli nel sistema complessivo dei trasporti di massa. Non essendoci le
risorse questa classe dirigente ha provveduto a reperirle indebitando le due prossime
generazioni e garantendo cospicui vantaggi agli intermediari finanziari.
Tutti gli altri “effetti collaterali”
(impatto ambientale, disagio per la popolazione, disservizi…) è in aggiunta
come “regalo di Natale”, per usare la vostra immagine.
Queste considerazioni che sono state
formulate da più parti già da parecchi anni hanno un carattere di evidenza
elementare che contrasta con il cinismo e la dabbenaggine di cui la classe
politica dà prova nei suoi esponenti di vario livello. Ci troviamo di fronte soggetti
che continuano a ripetere slogan stupidi e vuoti e che, pur rivendicano
altezzosamente la prerogativa politica di “decidere”, non sarebbero in grado di
argomentare le proprie decisioni nemmeno con mezza parola che vada al di là
dello slogan.
I più, purtroppo, hanno sempre risposto
agli strumenti, disgraziatamente efficaci, della propaganda piuttosto che ad
una informazione sistematicamente soppressa. Ora l’emergere delle
contraddizioni si sta pian piano incaricando di far capire al pubblico come stanno
le cose. Speriamo che non tutto sia perso.
ANGELO TARTAGLIA
Docente di Fisica al
Politecnico di Torino;
membro dell’Osservatorio tecnico sul
collegamento Torino-Lione,
per conto della Comunità Montana Bassa Valle di Susa e
Val Cenischia