Associazione di volontariato Idra
Tel. e fax
055.233.76.65; e-mail: idrafir@tin.it
web: http://www.idraonlus.it/vecchiosito/inizio.html;
http://idra.dadacasa.supereva.it/
COMUNICATO STAMPA Firenze, 4.9.’04
A Firenze
Nova si gioca una partita importante per tutta la città: il “corridoio
attrezzato” a Rifredi per l’Alta Velocità appare sempre più un pericolosissimo
cavallo di Troia.
Esposto di Idra al sindaco di Firenze per
salvare Firenze Nova da un nuovo angolo di Far West.
“Analfabetismo
democratico”: questa l’amara riflessione conclusiva a margine della vicenda.
In una
requisitoria lunga 12 pagine e assistita da 120 pagine di allegati, depositata
ieri a Palazzo Vecchio e illustrata oggi in conferenza stampa al Gran Caffè Giubbe
Rosse in piazza della Repubblica, l’associazione ecologista indipendente Idra,
iscritta al registro regionale del volontariato, informa in via ufficiale il
sindaco di Firenze di alcune circostanze inquietanti sul rapporto fra
progettazioni di interventi per l’Alta Velocità, già in corso o in programma, e
sistema di garanzie sottoscritte nel ’99 per l’attraversamento AV di
Firenze dal suo predecessore Mario Primicerio. Un rapporto che appare
stravolto non appena si tenti di approfondire - con i limiti e le
difficoltà dovute alla scarsissima informazione fornita al riguardo
dall’Amministrazione comunale - le
modalità di trasporto delle quantità ciclopiche di materiali da costruzione
e di risulta dei cantieri, dei tunnel e della stazione.
La più
recente occasione di verifica della clamorosa assenza di trasparenza
sull’operazione AV è stata in questi giorni la cantierizzazione avviata
intorno a Ferragosto accanto alla stazione di Rifredi per il cosiddetto
“corridoio attrezzato”. Si tratta di un intervento previsto come binario
di cantiere dall’Accordo procedimentale del 3 marzo ’99, ma che è divenuto
nel frattempo “bimodale” (ferro e gomma) e addirittura – come si
legge nei documenti del progettista Italferr SpA del 7.5.’03 – contenitore
di una pista di scorrimento per “autotreni
anche con rimorchio e autoarticolati di peso superiore a 3,5 tonnellate”, mentre “i camion fino a 3,5 ton e le automobili delle maestranze potranno
anche utilizzare la viabilità ordinaria entrando in cantiere dagli accessi
secondari di via Circondaria, viale Corsica e viale Francesco Redi”....
Il contenuto dei solenni accordi sottoscritti da Mario Primicerio,
Michele Gesualdi e Vannino Chiti nel ’97 e nel ’99 appare stravolto in
relazione al principio, fissato in quei protocolli, per cui “la
cantierizzazione del Nodo sarà definita in modo da garantire l’utilizzazione
delle aree ferroviarie ai fini dell’insediamento dei cantieri, nonché
l’utilizzo del sistema ferroviario per il trasporto via ferrovia dei materiali
da costruzione e di risulta” (Protocollo
d’intesa del 24.4.’97) e “la
movimentazione dei materiali da e per il cantiere della stazione AV avverrà
tramite l'uso di corridoio attrezzato con binario ferroviario, da realizzare in affiancamento a quelli
oggi esistenti, che collegherà i cantieri della stazione AV in zona Macelli e
pozzo Corsica con la stazione di Rifredi, come richiesto dal Comune di
Firenze” (Accordo
procedimentale del 3.3.’99).
Nella citata “Relazione generale sugli aspetti ambientali della
cantierizzazione, penetrazione urbana linea A.V., passante A.V. – nuova
stazione A.V.” prodotta da Italferr SpA, datata 7.5.’03, che “illustra i
risultati di uno studio finalizzato alla disamina delle possibili ricadute
sull’ambiente derivanti dalla cantierizzazione della nuova stazione dell’Alta
Velocità”, si legge invece: “Tutto
l'approvvigionamento e lo smaltimento dei materiali, eccetto lo smarino,
avverrà su camion". E se ne danno in numeri.
L’esposto, che è
stato inviato per conoscenza anche ai gruppi consiliari, parte
dall’emergenza-alberi di Firenze Nova per passare in rassegna altri e ancor più
preoccupanti scenari ambientali e sanitari legati alla progettazione per l’Alta
Velocità nella “città del fiore”. Testo e allegati descrivono e documentano i
clamorosi passi indietro apparentemente fatti dall’Amministrazione comunale in
tema di garanzie per la salute della popolazione residente e ospite, e
l’assenza di risposte ai quesiti dei cittadini anche quando costoro
chiedono e ottengono l’intervento del Difensore civico, ignorato
dall’Amministrazione.
L’esposto si conclude con tre richieste al sindaco
Leonardo Domenici.
q “Chiediamo
che sia verificata – là dove essa appaia assente o lacunosa - la
conformità fra i contenuti delle progettazioni le cui realizzazioni sono in corso
d’opera o in via di attivazione e i contenuti dell’Accordo procedimentale del
3.3.’99, anche per quanto attiene il diritto del cittadino all’informazione
e la tutela della salute, dell’ambiente, della sicurezza pubblica.
q Come
Associazione ecologista iscritta al registro regionale del volontariato,
torniamo a chiedere che sia valutata – sulla scorta dei risultati delle
verifiche richieste - l’opportunità di un intervento in via d’urgenza, nel
quartiere di Firenze Nova, in via Vasco de Gama, che porti alla sospensione
dell’esecuzione delle opere in corso, a partire da quelle – imminenti - di
taglio degli ultimi esemplari di alberi presenti sul lato ferrovia della
strada.
q
Chiediamo anche che al più presto, e comunque
prima che i lavori di cantierizzazione – che auspichiamo vengano sospesi -
riprendano, l’Amministrazione comunale assicuri in tutti i modi opportuni, e in
primo luogo attraverso un’assemblea pubblica nel quartiere di Firenze Nova
adeguatamente pubblicizzata, un’informazione esaustiva sia sul progetto di
cantierizzazione del “corridoio attrezzato”, sia sugli scenari che attendono la
popolazione negli anni di esercizio del “corridoio”, sia sui problemi e le
proposte che i cittadini intendono presentare all’Amministrazione comunale”.
Una riflessione
conclusiva.
In una
città che si rivela essere incapace di costruire semplici sottopassi stradali,
strade e persino marciapiedi, di disegnare le curve, di manutenere e lasciar
sopravvivere il proprio patrimonio ambientale e culturale, Firenze Nova appare
costretta a convivere per molti anni futuri con un cantiere approvato 5 anni fa
ma del quale non si sa neppure ancora come funzionerà.
Possiamo
parlare, a Firenze, della presenza di una vera e propria classe politica
dirigente? L’unica dirigenza che sembra funzionare perfettamente (se non ci
fossero i cittadini, certo, sarebbe tanto meglio...) appare essere quella
economica, degli affari.
A Idra
pare che, visti i casi descritti e documentati nell’esposto, si sia in presenza
dunque di un contesto di profondo analfabetismo democratico.