Associazione di volontariato Idra

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Totale: n. 2 pagine (questa inclusa)

4.5.’99

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

Un piccolo giallo in salsa verde

intorno al caso della tutela ambientale

della piana di Firenze, di Monte Morello e del Mugello

Regione Toscana (assessore verde)

e Ministero dell’Ambiente (ministro verde)

chiedono il rispetto delle normative europee

una volta sì e quattro no

Intorno al progetto di apertura di una cava sulle pendici del Monte Beni, a Firenzuola, per estrarre materiale occorrente alla realizzazione della Variante di Valico, il dirigente della Divisione I (Servizio conservazione della natura) del Ministero dell’Ambiente, ing. Francesco Gigliani, ricorda alla Regione Toscana, in una lettera del 4 marzo scorso, che l’area è interessata da una proposta, avanzata dalla stessa Regione (!), di Sito di Importanza Comunitaria ai sensi della Direttiva 92/43 dell’Unione Europea (Direttiva Habitat) relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche. Nella nota, inviata all’assessore all’Ambiente Claudio Del Lungo, "si fa presente l’opportunità di prevenire ogni azione sul sito in oggetto che possa risultare in palese dissintonia con la vocazione naturalistica dello stesso".

Diligentemente, due settimane dopo, l’assessore all’Ambiente della Regione Toscana scrive al sindaco di Firenzuola, al presidente della Provincia, all’assessore regionale ai Trasporti e al Direttore generale del Servizio conservazione della natura del Ministero, spiegando che già il 27 ottobre del ’98 egli aveva espresso forti riserve sul progetto, "anche in ragione della presenza del Sito di Importanza Comunitaria". E aggiunge: "Si rileva, a parere di questo Assessorato, che interventi come quello previsto non siano compatibili con le azioni intraprese dalla Regione Toscana in osservanza alle disposizioni comunitarie". Forte della nota del Ministero dell’Ambiente, l’assessore invita pertanto "le Amministrazioni in indirizzo e gli uffici regionali per i seguiti di competenza a prevenire qualsiasi azione in contrasto con l’attuazione della Direttiva succitata".

Già. Ma cosa sono allora, signor assessore, la Conca di Firenzuola, il Giogo, la Colla di Casaglia, Monte Morello, e gli stagni della Piana di Firenze? Non sono anch’essi Siti di Importanza Comunitaria proposti dalla stessa Regione Toscana all’Unione Europea, in base alla medesima Direttiva Habitat? Perché aree così numerose e tanto più ampie risultano essere oggi le cenerentole dell’attenzione amministrativa regionale? Per quale arcana colpa meriterebbero il livello di attenzione zero che ha riservato loro la Regione (e lo stesso Ministero dell’Ambiente) quando le ha lasciate alla mercé della cantierizzazione feroce per l’Alta Velocità?

Qualcosa non torna, e Idra sta provvedendo a risegnalare al ministero dell’Ambiente questa clamorosa svista. Ministero che, del resto, è bene al corrente dei vincoli proposti dalla Regione Toscana, se non altro perché Idra ne ha fatto ampia menzione nelle osservazioni ai progetti di Alta Velocità. E la Regione Toscana è addirittura l’autrice di quei vincoli! Cosa risponderanno ai cittadini?

Scheda informativa

I territori attraversati dalla linea TAV Bologna-Firenze non sono solo delicati sul piano sismico, idrogeologico e della stabilità dei versanti. Sono anche luoghi assai significativi sul piano del valore ambientale, nello stesso ambito europeo. Molti di essi compaiono infatti come SIC (Siti di Importanza Comunitaria) nell’elenco dei siti proposti dalla Regione Toscana all'Unione Europea in base alla Direttiva europea 92/43/CEE "Habitat", "relativi ad habitat naturali e aree significative per la presenza di specie animali e/o vegetali di interesse comunitario". La zona è in parte classificata, inoltre, come area di reperimento di nuove aree protette dal PTC (Piano Territoriale di Coordinamento) della Provincia di Firenze, recentemente adottato.

Nell'elenco dei siti proposti dalla Regione Toscana all'Unione Europea in base alla Direttiva europea 92/43/CEE "Habitat", figurano coi numeri progressivi 36, 37 e 38 il "Sasso di Castro e Monte Beni", la "Conca di Firenzuola", il sistema "Giogo - Colla di Casaglia". Proprio dove il progetto TAV prevede la localizzazione di opere connesse con l'AV (campo base, strade di accesso, finestre) e, in margine o nelle immediate vicinanze, tre discariche definitive dello smarino derivante dalle perforazioni delle gallerie della tratta Firenze-Bologna (DT 29 CAPANNINA; DT 12 RIO BRENTANA; DT 30 RIO CUCCO). Discariche classificate come di II Categoria del tipo A, con capacità rispettivamente di 770.000 metri cubi (su 83.000 metri quadri), 1.000.000 mc (su 61.400 mq), 880.000 mc (su 82.500 mq).

Il censimento dei siti indicati dalla Regione Toscana è stato affidato all'Università degli Studi di Firenze - Museo di storia naturale, che ha attivato ricercatori dei vari istituti delle Università toscane.

Uno studio condotto dal Settore Territorio della Delegazione WWF Toscana sui progetti esecutivi redatti dal Consorzio CAVET denuncia che le discariche comporteranno la realizzazione di:

Secondo il WWF "dal punto di vista naturalistico l'area rappresenta una delle più significative emergenze della Provincia di Firenze", e "l'area montana faunisticamente più importante, con la presenza del Lupo, dell'Aquila reale e comprendendo l'ultimo sito di nidificazione in Toscana del Gufo reale, la cui attività notturna sarà negativamente influenzata anche dalla illuminazione continua (24 ore su 24) delle discariche". I Dipartimenti Agricoltura e Foreste e Ambiente della Regione Toscana descrivevano questo, solo nel 1993, come "... uno degli ambienti più meritevoli di conservazione e di salvaguardia per l'ampia variabilità di specie che vi si riscontra".

Si tratta in ogni caso di aree soggette a vincolo paesaggistico (già classificate "a" o "b, c, d" nel Piano Paesistico Regionale, Del.C.R. 296/88), e/o a vincolo idrogeologico, e/o classificate come sismiche di II categoria (D.M. 23.7.1983). Aree nelle quali si svolgono i percorsi "Trekking Mugello", e dove sorge la storica Badia di Moscheta.

Da parte sua, anche l'intero complesso del Monte Morello, che domina la città di Firenze, e già organizzato in Parco territoriale, rappresenta un'area di grande interesse naturalistico. Esso figura col n. 42 nell'elenco dei Siti di Importanza Comunitaria e delle Zone di Protezione Speciale pubblicato dalla Giunta Regionale Toscana, Dipartimento politiche del territorio, dei trasporti e delle infrastrutture nel Marzo 1996.

Leggiamo nelle "Conclusioni" della ricerca di Pier Virgilio Arrigoni, Neda Bechi, Carlo Ricceri e Bruno Foggi, Documenti per la carta della vegetazione del Monte Morello (Prov. di Firenze), 1997, eseguita con finanziamento C.N.R. Progetto "Fisionomia e struttura delle associazioni vegetali" e Regione Toscana Progetto "Cartografia della vegetazione forestale": "Per la sua collocazione in prossimità di un'area fortemente urbanizzata come la piana Firenze-Pistoia, il Monte Morello appare destinato a svolgere un fondamentale ruolo di Parco periurbano per le popolazioni vicine (Di Pietro et al., 1979; Papini, 1989). In questo contesto la conservazione della vegetazione forestale, la sua rinaturalizzazione ed il miglioramento delle condizioni ecologiche generali rappresenta un primario riferimento per la gestione del territorio".

Potrà la realizzazione del progetto di traforo multiplo del Monte Morello (tunnel per la linea ferroviaria ad Alta Velocità, cunicolo camionabile di prospezione geologica, cunicolo di collegamento con la cava di Isola), e di cantierizzazione delle sue pendici, promuovere gli auspicati processi di "conservazione della vegetazione forestale, la sua rinaturalizzazione ed il miglioramento delle condizioni ecologiche generali"? O non ne costituirà piuttosto un potente fattore di ostacolo?

 

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