Associazione di volontariato Idra
Tel. e fax 055.233.76.65; e-mail idrafir@tin.it
web http://www.idraonlus.it/vecchiosito/inizio.html; www.idra.dadacasa.supereva.it
COMUNICATO STAMPA Firenze, 4.3.’05
ALTA VELOCITÀ FERROVIARIA SOTTO LA CITTÀ DI FIRENZE: SI
DECIDE.
IDRA INDIRIZZA UNA DURA LETTERA-REQUISITORIA
A CLAUDIO MARTINI E LEONARDO DOMENICI: “RITIRATE
IL VOSTRO CONSENSO A UN INUTILE DECENNIO DI SANGUE, SUDORE E LACRIME! CONSEGNERETE
FIRENZE A UN ASSALTO CICLOPICO DI RUSPE E TALPE, CEMENTO E ACCIAIO, CAMION E
BETONIERE, POLVERI, GAS DI SCARICO, RUMORE E CONGESTIONE?”.
Il 10 marzo il possibile
pronunciamento della commissione VIA del ministero dell’Ambiente sull’ultimo
tassello del progetto di sottoattraversamento Alta Velocità della città di
Firenze, lo scavalco ferroviario fra Rifredi e Castello. L’associazione di
volontariato indipendente Idra, che
confida nell’accoglimento delle proprie valutazioni
da parte della commissione VIA, indirizza intanto al presidente della giunta
regionale Claudio Martini e al sindaco di Firenze Leonardo Domenici un ultimo energico appello al senso di
responsabilità. “Con quale coraggio – scrive il portavoce di Idra Girolamo Dell’Olio - potreste Voi firmare in nome e per conto
delle popolazioni coinvolte nelle conseguenze del progetto AV l’atto definitivo
di consegna dell’area metropolitana fiorentina e della città di Firenze,
preziosa al mondo, a un assalto ciclopico programmato,
quanto meno decennale, di ruspe e talpe, cemento e acciaio, camion e betoniere,
polveri, gas di scarico, rumore e congestione aggiuntiva?”. Nella
lettera, inviata anche ai direttori dell’ASL 10 e dell’ARPAT, ai consigli
comunale e regionale, e al ministro dell’Ambiente Altero Matteoli, Idra chiede a Martini e a Domenici: “Non
sarà dunque valso a nulla il serio segnale
di allarme ambientale e sanitario lanciato recentemente dall’ARPAT attraverso il seminario “1205: l’aria di città rende liberi; 2005:
l’aria di città fa morire”, sulla scorta
dei risultati dello studio epidemiologico condotto sugli effetti a breve
termine degli inquinanti atmosferici? Non ritenete condivisibili le conclusioni
di quello studio, per il quale “occorre diminuire drasticamente il traffico
nelle città affrontando la questione della mobilità urbana nel suo complesso” e “ripensando radicalmente, non
intermini di approvvigionamento energetico, ma piuttosto di stili di vita e
modelli di sviluppo”? Non pensate, come
noi, che la messa in cantiere in queste condizioni, a queste condizioni, di
“grandi opere” autostradali e di Alta Velocità ferroviaria non potrà che
arrecare un contributo inverso a quello auspicato dall’Agenzia Regionale e
dagli epidemiologi responsabili dello studio, per gli effetti attesi anche
sulla viabilità, sulla sicurezza delle strade, sull’inquinamento atmosferico e
acustico?”.
L’associazione
ecologista fiorentina punta il dito sulla scarsa coerenza fra programmi e
pratiche politiche, fra slogan e realtà. “Dove e come sono riconoscibili i
valori della trasparenza, della democrazia e della partecipazione nelle procedure adottate per autorizzare le cantierizzazioni dell’Alta
Velocità? Le cronache attestano quanto
poco e quanto male le popolazioni hanno potuto conoscere i progetti, esprimersi
in merito, formulare proposte, tutelarsi dalle loro conseguenze sulla
salute, sulla qualità della vita, sull’economia, sul patrimonio. Persino soggetti istituzionali centrali
come l’ASL e i sindaci
dei Comuni il cui territorio verrebbe a lungo interessato dal trasporto dei
materiali non sono stati consultati né tanto meno coinvolti nel processo
decisionale della Conferenza di servizi. Quanto al Gruppo di Lavoro nominato dal sindaco
Mario Primicerio con ordinanza 8847 del 18.12.98, e coordinato dal
Dirigente del Servizio Pianificazione arch. Marcello Cocchi, incaricato di
svolgere l’istruttoria sul "progetto definitivo" dell'attraversamento
TAV di Firenze, al suo interno non figuravano né medici né epidemiologi né biologi né chimici né fisici. La
conoscenza del progetto e le indicazioni correttive da parte
dell’Amministrazione pubblica più vicina ai cittadini sono rimaste dunque clamorosamente scoperte sul versante della
salute pubblica e della protezione ambientale”.
Numerosi altri esempi di dubbia credibilità vengono addotti da Idra. “Quale linea
di coerenza permette di promuovere iniziative e forum internazionali in cui si
difende il principio dell’equa distribuzione delle risorse nel nostro Paese e
sul pianeta, mentre si celebrano i
meriti e i fasti di un’opera che promette un autentico buco
nero nel bilancio dello Stato, e in ogni caso consolida e aggrava i divari
fra Nord e Sud, fra aree forti e periferie subalterne, fra servizi ferroviari
di lusso per pochi e una rete ferroviaria ordinaria sgarrupata e inefficiente
per i più? Ha poi tanto senso pubblicizzare nel mondo ecologia e
sostenibilità, e avallare di fatto in Toscana con i progetti TAV inquinamento ambientale
e depauperamento delle risorse idriche, morte biologica dei torrenti e
sfiguramento del paesaggio, con conseguenze che intaccano persino preziosi
Siti di Importanza Comunitaria (come l’area di Moscheta
in Alto Mugello) o minacciano identità storico-culturali consolidate (come
quella della città di Firenze)? Quanto può apparire
plausibile agli occhi della cittadinanza il fatto che si censurino a Roma il
conflitto di interessi e le commistioni di competenze, e si ammettano invece in
Toscana negli organi di sorveglianza sui
lavori dell’Alta Velocità compresenza e confusione di
ruoli fra controllori e controllati, fra chi approva il progetto e chi ne
monitora l’esecuzione, e si cumulino ad altre mansioni di grande impegno
compiti delicati e strategici? Come è possibile esigere la tutela del diritto
dei lavoratori alla sicurezza, alla dignità, alla salute e agli affetti
familiari, e non alzare poi la voce quando nei
cantieri AV si codificano per contratto ritmi e turni massacranti, si tollerano
ambienti di lavoro altamente patogeni, si praticano segregazione sociale e
culturale, si scava in condizioni di deficit progettuale conclamato?”.
Nel merito, questi i principali rilievi
mossi al progetto AV e ai suoi paladini locali:
·
per
il progetto AV di Firenze ancora non
sono definite le condizioni di copertura
finanziaria né quelle di fattibilità logistica
(dove e come stoccare la terra scavata, dove e come approvvigionarsi dei
materiali da costruzione);
·
non
è stato assicurato alcun confronto
pubblico, serio e approfondito, con ipotesi progettuali alternative;
·
l’attuazione - promessa da decenni e
mai concretizzata - di un servizio ferroviario
metropolitano moderno e efficiente, vera urgenza e priorità, viene curiosamente subordinata
alla realizzazione di un’opera lunga e incerta;
·
240
milioni di euro pubblici (l’equivalente di oltre
460 miliardi di vecchie lire) sembrano davvero troppi per una stazione sotterranea alla quale arrivano due soli binari, e
la scelta di collocarla accanto alla verticale del letto di un fiume (il
Mugnone) appare agli occhi di molti un pericoloso fenomeno di avventurismo
progettuale ed erariale;
·
la cosiddetta “cura del ferro” che da anni le Amministrazioni
locali sostengono di perseguire si è trasformata
in tonnellate di asfalto e di cemento che continuano a colare sotto
l’ombrello TAV fino a ridosso del centro storico in forma di soprelevate,
sottopassi, nuove corsie stradali, parcheggi automobilistici (spesso con buona pace del patrimonio
arboreo storico e dei valori visivi e culturali);
·
le
politiche degli Enti locali in materia di trasporti pubblici si rivelano
largamente inattendibili: sono evidenti
le difficoltà e gli insuccessi
registrati nel raggiungimento degli obiettivi sociali, ambientali e sanitari
perseguiti ai fini dell’efficienza e della sostenibilità (vedi i servizi ferroviari per i pendolari);
·
in una città che si mostra ogni
giorno meno presentabile al mondo e a se stessa per l’incuria, il degrado, la
congestione, l’assenza di trasporti pubblici efficaci e efficienti, la progressiva
perdita di vivibilità, il fiume di
denaro pubblico (2.423 mld di vecchie lire, di cui 458 mld a carico del
Comune di Firenze, secondo lo Studio di Impatto Ambientale presentato a suo
tempo alla cittadinanza) destinato al
pacchetto AV a Firenze è destinato con ogni probabilità a lievitare (la
spesa annunciata inizialmente per la realizzazione della tratta AV
Bologna-Firenze ammontava a 2.100 mld di vecchie lire, al 60% privati; il dato
odierno è che la cantierizzazione in corso brucia 5.205 milioni di euro, oltre
10.000 mld di vecchie lire, interamente a carico dello Stato);
·
col
modello finanziario TAV, Regione e
Comune avallano un’architettura contrattuale che,
sostengono quotati esperti del settore, assicura in modo scientifico ai privati beneficiari i massimi profitti possibili
e al contrario lascia la collettività
priva di garanzie efficaci quanto a costi e durata dei lavori, qualità
costruttiva dell’opera, diritti dei lavoratori;
Idra così conclude questo estremo ed
energico appello alla responsabilità e alla coerenza rivolto ai rappresentanti
dei più influenti enti locali al tavolo della conferenza di servizi sull’Alta
Velocità: “Osiamo sperare in una Vostra
risposta a queste nostre domande. Confidiamo nel fatto che non ci tocchi ancora
una volta registrare di essere semplicemente ignorati. Restiamo come sempre a
Vostra disposizione qualora intendiate – come ci auguriamo – abbandonare i
modelli di infrastrutturazione pesante del nostro territorio, già così provato,
e verificare con tutti coloro che hanno qualcosa da dire e da proporre la
praticabilità di strategie più efficaci, celeri ed economiche per la soluzione
dei problemi che affliggono la mobilità e la vivibilità dei nostri centri”.