Associazione di volontariato Idra

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Firenze, 4.1.2000

Lettera aperta

a Leonardo Domenici

Sindaco di Firenze

Signor Sindaco,

le emergenze idrogeologiche in Mugello dovute ai cantieri dell'Alta Velocità sono sempre più fitte e preoccupanti. Alla prova dei fatti i progetti TAV si stanno dimostrando gravemente insufficienti. I controlli sono notoriamente inadeguati. Gli impegni assunti a tutela delle popolazioni e del territorio sono stati in gran parte disattesi. A cominciare dalla ferrovia Faentina, riaperta con oltre un anno di ritardo, mai utilizzata come linea di cantiere, e insoddisfacente anche come linea passeggeri, a danno della qualità ambientale della città di Firenze.

L'ambiente non vota, ma chissà se è stato giusto non tenerne conto.

Soprattutto, comincia a venire al pettine il nodo della stretta economica. Il progetto TAV era stato presentato come un'opera a prevalente finanziamento privato. Ma ormai da quasi due anni la TAV Spa annaspa nel profondo rosso delle FS. E tutto ciò che sotto l'etichetta TAV si costruisce - e soprattutto si distrugge - grava sull'erario, e sulle tasche dei contribuenti.

Il progetto del nodo di Firenze, largamente incompleto, improvvisato e contraddittorio, è il primo in lista fra gli interventi che le FS risultano avere intenzione di depennare se verrà confermata l'insostenibilità finanziaria della TAV. Quand'anche le risorse si trovassero (a danno di altre priorità, sociali e trasportistiche, ben più urgenti), Firenze non può davvero permettersi il lusso - ne converrà - di cedimenti in superficie come quelli che ormai scandiscono in Mugello il progredire del tunnel a contatto con la falda.

La scelta sul progetto TAV, signor Sindaco, appare a questo punto obbligata: è assai più saggio rinunciare che perseverare. Ogni giorno in più di credito concesso alla lobby del supertreno è denaro pubblico buttato via, è altro tempo prezioso perso nell'opera di ammodernamento ferroviario necessario, urgente, improcrastinabile se davvero si intende liberare le città e le autostrade dalla morsa del pendolarismo su auto e delle merci su camion.

Chieda per cortesia il Sindaco di Firenze - magari d'intesa con i sindaci della tratta toscana Firenze-Bologna - la riapertura unificata e contestuale delle Conferenze di servizi per il nodo di Firenze, per la Variante di Sesto Fiorentino e per la tratta. Chieda per cortesia, e esiga, il Sindaco di Firenze, che siano finalmente sancite le condizioni di garanzia di unitarietà progettuale, di credibilità tecnico-scientifica e di controllo ambientale fin qui negate ai progetti. Per una soluzione del corridoio appenninico che non sperperi il denaro pubblico in una anacronistica "politica di lusso", come studi della stessa Regione Toscana hanno definito la scelta contemporanea della tratta TAV e della Variante di valico autostradale. Anche l'opzione della Terza corsia, che tanta opposizione sta raccogliendo in città e nell'area metropolitana, potrà essere rivisitata alla luce di una verifica a 360 gradi ispirata dalle esigenze delle popolazioni, delle categorie produttive e del territorio, piuttosto che dagli appetiti della speculazione.

Il presidente

Girolamo Dell'Olio

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