Associazione di volontariato Idra
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Un geyser di cemento spunta fra le due tombe etrusche della Mula e della Montagnola, i monumenti più antichi di Firenze.
Succede a Quinto Fiorentino. Grazie alla TAV.
Testimoni oculari hanno segnalato oggi all’Associazione Idra l’improvvisa eruzione – ieri sera - di un geyser di cemento nel giardino antistante l’ex asilo nido Alice, a Quinto Fiorentino, in corrispondenza dei lavori di avanzamento del tunnel sotterraneo per il treno ad Alta Velocità. Il fenomeno si è ripetuto 5 o 6 volte nel corso di due ore. A quanto è stato dato poi apprendere dalle autorità tecniche di controllo, la fuoriuscita sarebbe stata causata dalle iniezioni di malta cementizia in pressione che vengono realizzate nel terreno sottostante per ‘consolidarlo’: queste iniezioni hanno trovato la via di un piezometro (!), sistemato in loco per misurare le modifiche prodotte nella falda dagli scavi per il tunnel TAV, e attraverso il piezometro sono fuoriuscite con violenza imbiancando un maestoso tiglio che resiste alla TAV nel giardino della scuola.
Ciò che più preoccupa, tuttavia, è la drammatica vicinanza dei monumenti più antichi di Firenze, le tombe etrusche della Mula e della Montagnola (*), a poche decine di metri dal geyser. A tutto ciò deve aggiungersi la circostanza segnalata dal Gruppo Archeologico Fiorentino, che ha sede proprio accanto al giardino del nido Alice: le forti vibrazioni che derivano dalle raffiche di martellone in azione sotto l’edificio, e che si stanno avvicinando pericolosamente alla verticale della tholos della tomba della Montagnola (**), hanno prodotto nella sede del Gruppo Archeologico Fiorentino cretti nei muri e caduta di porzioni di intonaci di rivestimento. Anche le mattonelle dei pavimenti del lastricato sul terrazzino dell’attiguo ex asilo nido Alice si sono nel tempo sfogliate e scollate. Sintomi allarmanti, se consideriamo che potrebbero rappresentare un’eloquente anticipazione dei rischi, ben più significativi, che corrono le tombe etrusche, in particolare la Montagnola.
Tutto ciò riporta in primo piano l’urgenza di una collaborazione informativa e operativa fra enti che lavorano staccati l’uno dall’altro, e la cui separatezza non giova certo alla tutela dei beni culturali e ambientali. Idra torna a chiedere con energia che un protocollo sia quanto prima sottoscritto e implementato fra la Soprintendenza Archeologica della Toscana (della quale da tempo Idra denuncia e documenta il livello scadente di attenzione ai fattori di rischio rappresentati dal progetto TAV per le due tombe di Quinto Fiorentino, e dalla quale non ha mai ricevuto i risultati dei monitoraggi idrogeologici tardivamente attivati alla Montagnola), l’ARPAT (che è tuttora priva di competenze e di capacità di intervento – persino in materia idrogeologica - nella "riserva" della Mula e della Montagnola, dove vige appunto il monopolio di intervento della Soprintendenza Archeologica, che non risulta però disporre di un solo ingegnere nei propri organici) e la Provincia di Firenze, le cui "Politiche al Territorio, Ambiente e Agricoltura" hanno ereditato competenze e funzioni del Genio Civile, e dalla quale ci si attende un intervento urgente in relazione ai rischi per la staticità dei monumenti del sito archeologico di Quinto.
(*) Si tratta di architetture tra le più antiche della Penisola italica (VII sec. a.C.), provviste della rara cupola del tipo a "tholos", posseduta - dopo le architetture micenee e sarde - solo da poche altre espressioni etrusche.
(**) Dalla cartografia estratta dal progetto esecutivo del CAVET risulta evidente che la distanza planimetrica tra il centro della sala maggiore della tomba monumentale della Montagnola e l'asse della galleria di prospezione geologica e di servizio (destinata a galleria di soccorso una volta in esercizio la linea TAV) è di circa 50 metri. Il dato fornito dal Ministero dell'Ambiente nel Parere (positivo) n. 264 del 23 luglio 1998 sulla cantierizzazione TAV ("alla progressiva km 81+470 la galleria corre ad una profondità di circa 34 m. (dal piano campagna al piano ferro) e ad una distanza di circa 81 m. dalla Tholos della tomba della Montagnola") era quanto meno incompleto: trascurava la presenza della galleria di servizio.