Associazione di volontariato Idra
Tel. e fax 055.233.76.65; e-mail idrafir@tin.it
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COMUNICATO STAMPA Firenze, 30.6.’05
Davanti alla Legge sta un guardiano.
Un uomo di campagna viene da questo guardiano e gli chiede il permesso di
accedere alla Legge. Ma il guardiano gli risponde che per il momento non glielo
può consentire. (...) L'uomo di campagna non si aspettava tali difficoltà; la Legge,
nel suo pensiero, dovrebbe esser sempre accessibile a tutti. (...) Il guardiano
gli dà uno sgabello e lo fa sedere a lato della porta. Giorni e anni rimane
seduto lì.
Franz Kafka, Davanti alla Legge
RISPOSTE KAFKIANE A BARBERINO: DOPO SEI MESI DI ESPOSTI, LETTERE E
FOTOGRAFIE, LA NUVOLA DI POLVERE NON SI SPOSTA DAL CANTIERE DEL NUOVO CASELLO AUTOSTRADALE.
Risale al 6 dicembre
2004 il primo esposto - accompagnato da numerose fotografie - che Idra ha inviato all’ARPAT dopo che era
stata segnalata e documentata all’associazione ecologista fiorentina una preoccupante situazione di inquinamento sia atmosferico
sia del fiume Sieve nell’area in cui si sta costruendo la rotonda per la
viabilità del nuovo casello autostradale A1 a Barberino di Mugello.
Idra scriveva: “Del materiale bianco che viene disteso sul
terreno a strati e ricoperto via via da altri strati di terra andrebbe a
inquinare in maniera palese l’aria circostante le lavorazioni e le acque del
fiume, poche centinaia di metri a monte della sua immissione nell’invaso di
Bilancino. Chiediamo che la circostanza venga verificata e siano eventualmente
adottati i provvedimenti del caso, inclusi quelli necessari a far cessare
immediatamente l’inquinamento paventato”. Il “materiale bianco” segnalato
era calce viva, si è saputo successivamente: viene utilizzata per costruire il
massiccio terrapieno su cui dovrà essere ospitata la rotonda. Ma le tecniche
adottate per spargerla e consolidarla si sono rivelate nel tempo costantemente
invasive. Non solo le acque della Sieve
si sono intorbidate a poche centinaia di metri dall’invaso di Bilancino. Una
nuvola di polvere abbastanza densa e ampia da poter essere agevolmente
fotografata (vedi foto 1-4 allegate) ha invaso per mesi l’ambiente
circostante il cantiere, provocando disagi e, si paventa, possibili conseguenze
sulla salute di chi ha dovuto respirare quell’aria. Gli esposti si sono
succeduti con estenuante regolarità, insieme alle foto che continuavano ad
aggiornare su quello che accadeva.
Il 16 dicembre 2004 l’ARPAT
ha risposto a Idra facendo sapere che
accertamenti erano stati già
effettuati in zona, in relazione ai lavori che si svolgevano lì accanto per la
realizzazione del centro commerciale “Barberino Factory Outlet”. A ottobre 2004
era stato appurato che “il transito degli
automezzi di carico sulla viabilità pubblica in località Scopicci provoca
l’innalzamento di una notevole quantità di polvere”, che “i mezzi
in transito risultano privi di copertura”, “il manto stradale risulta completamente ricoperto di polvere” e “il deposito dei cumuli non pare
sufficientemente attrezzato per garantire una adeguata bagnatura della
superficie”. In località Cavallina, inoltre, si era accertato che “in prossimità del ponte posto sulla strada
provinciale che conduce alle Croci di Calenzano il fiume Sieve presentava acqua
sporca di fango”. Gli esiti di questi accertamenti, e le indicazioni
fornite dall’ARPAT per evitare ulteriore inquinamento, compresa “una organizzazione della cantierizzazione
in grado di salvaguardare l’ambiente in generale e, in particolare, le acque
del Lago di Bilancino”, erano stati comunicati al Sindaco e alla Polizia
Municipale di Barberino, all’Assessore all’Ambiente della Provincia, all’ASL e
alle imprese impegnate nei lavori. A dicembre 2004, la stessa ARPAT aveva
comunicato ai medesimi destinatari gli esiti di un ulteriore controllo, presso
il ponte di Latera: “E’ stato constatato
che il fiume Sieve mostrava una torbidità elevata”, e che “dai successivi accertamenti è emerso che si
stanno effettuando i lavori di risistemazione delle sponde del Fiume Sieve per
la realizzazione del complesso “Barberino Factory Outlet”. Le lavorazioni
avvengono senza la benché minima precauzione per salvaguardare il corso
d’acqua”.
Il 23 dicembre 2004 Idra trasmetteva all’ARPAT altre 26 foto, che documentavano la
persistenza delle nubi di polvere nel mese di dicembre nell’area dei lavori per
il nuovo casello autostradale.
Il 31 dicembre, Idra spediva all’ARPAT anche una copia
della lettera con cui il Comune di
Barberino, il 23 dicembre 2004, “a
seguito di segnalazioni pervenute da parte di cittadini ed associazioni, circa
la elevata presenza di polveri, e il possibile intorbidamento delle acque del
fiume Sieve, a seguito dell’inizio dei lavori di costruzione del nuovo svincolo
di Barberino”, chiedeva all’Osservatorio Ambientale per la Variante di
Valico, alla SPEA (la Società
di servizi di ingegneria del Gruppo Autostrade) e (curiosamente) all’associazione Idra “di conoscere i dati del
monitoraggio ante-operam” e “di voler fornire i dati più recenti
disponibili ovvero, qualora non vi siano dati sufficientemente aggiornati, di
voler disporre una misurazione ad hoc in corso d’opera”.
Il 18 gennaio 2005 l’ARPAT
scriveva alla Regione Toscana e al
Comune di Barberino per riferire sul sopralluogo effettuato l’11 gennaio e per chiedere “la documentazione relativa al cantiere” e “le eventuali opere di mitigazione previste dall’istruttoria VIA, sia
per quanto concerne l’inquinamento atmosferico, da emissioni diffuse, che
l’inquinamento idrico”, e al responsabile dell’Area VAS, VIA, GIM “che vengano comunicati gli accertamenti
eventualmente svolti, sia direttamente dall’Area o dall’Osservatorio
Ambientale, per la verifica del cantiere” . Alla Società Autostrade,
infine, l’ARPAT chiedeva altre notizie sulle lavorazioni in corso, e “quali provvedimenti di mitigazione
sarebbero stati eventualmente adottati”.
Una risposta datata 31
gennaio parte il 7 febbraio dal Comune di Barberino: nell’allegare le
comunicazioni inviate dalla Segreteria dell’Osservatorio Ambientale e Socio-Economico
della Variante di Valico e da SPEA, il
Comune spiega che “poiché non risultano
ancora disponibili dati sulla campagna di monitoraggio in corso d’opera, il
Comune provvederà a chiedere conto alla Segreteria dell’Osservatorio ed a SPEA,
invitando a fornire i dati richiesti ovvero alla immediata attivazione della campagna
di monitoraggio”.
Il documento
dell’Osservatorio allegato alla lettera del Comune fa sapere che un solo punto
di rilievo è previsto per il monitoraggio dei principali parametri atmosferici,
e che su quello “sono disponibili sul
sito web i dati relativi ai quattro rilievi ante operam svolti dal IV trimestre
2002 al III trimestre 2003”, ma “non sono previste misure in corso d’opera,
secondo quanto stabilito dal PMA [il Piano di Monitoraggio Ambientale?,
ndr]”. Si prevedeva forse che tutto dovesse filar liscio? Così non è stato (e
tuttora non è), ma nessuno strumento ha potuto misurare l’inquinamento.
Quanto al monitoraggio
della qualità delle acque, il documento riferisce che almeno in alcuni siti “è stata eseguita una campagna in corso
d’opera nel corso del IV trimestre 2004”, ma che i dati “non sono stati ancora
consegnati”.
Che fine abbia fatto
l’invito del Comune alla “immediata
attivazione della campagna di monitoraggio” non ci è dato sapere. Ma
sappiamo bene che le nubi di polvere
hanno continuato tranquillamente a imperversare, anche nei mesi successivi.
Infatti l’8
febbraio 2005 Idra tornava a scrivere
all’ARPAT allegando nuove foto.
E il 4 marzo l’ARPAT riprendeva
carta e penna per indirizzare un’altra nota al sindaco di Barberino e alla
Regione Toscana, che venivano informati del nuovo sopralluogo effettuato il 9
febbraio dal “Servizio sub-provinciale Mugello - Piana di Sesto” dall’ARPAT
presso il cantiere, nel corso del quale si era constatato che “dalla
lavorazione, in particolare dal mescolamento, si forma effettivamente una
polvere fine”. Il Servizio fa notare che “come più volte abbiamo fatto
presente, sia nella corrispondenza trasmessa che durante le riunioni, in questo
momento il Servizio non è a conoscenza delle autorizzazioni effettivamente rilasciate”.
Non solo: a proposito del monitoraggio “si chiede che i dati vengano messi a nostra
disposizione, per le problematiche di competenza” e “si chiede che venga
trasmesso (...) il piano di monitoraggio (...) con le indicazioni dei
parametri, frequenze, fase di cantierizzazione a cui questo si riferisce”. Per
finire, “si rimane in attesa della documentazione e delle informazioni,
richieste e non pervenute”: ci si riferisce, sembra di capire, alla
lettera inviata quasi due mesi prima.
Ancora il
24 marzo 2005 Idra tornava a chiedere
all’ARPAT un intervento urgente visto il perdurare dell’emergenza-polvere. E sette giorni dopo, il
31 marzo, l’ARPAT rispondeva a Idra: “Si comunica di aver registrato la
segnalazione inviata e di avere dato avvio al procedimento ed agli accertamenti di nostra competenza, che
purtroppo, per il carico di lavoro del Servizio, non potranno avvenire in tempi
brevi (...). Dal momento che vi potrebbero essere aspetti relativi all’impatto
ambientale, la Sua segnalazione verrà trasmessa anche all’Osservatorio Ambientale
della Variante di valico”.
Ecco infine cosa riporta l’ultima
lettera inviata dall’ARPAT a Idra l’8
giugno 2005: “In relazione alle numerose
richieste di informazioni sugli esiti degli accertamenti effettuati a seguito
delle segnalazioni relative alla diffusione di polvere nella realizzazione del
nuovo svincolo di Barberino di Mugello (...) il problema è all’attenzione dell’Osservatorio (...). Pertanto,
eventuali ulteriori informazioni potranno essere richieste a tale struttura”.
E aggiunge: “La Sua nota del 24 marzo è
stata inviata all’Osservatorio in data 31 marzo 2005”. Allegata alla
lettera c’è anche una nota a firma della Segreteria Tecnica dell’Osservatorio,
datata 5 maggio 2005 e indirizzata all’ARPAT. Vi si legge che “in seguito alla segnalazione in oggetto, da
Lei trasmessa il 31 marzo, è stata
attivata presso l’Osservatorio Ambientale della Regione Toscana una procedura
di verifica dell’adeguatezza del piano di monitoraggio nell’area dello
Svincolo di Barberino di Mugello, con particolare riferimento alle polveri totali
sospese nell’atmosfera. La Segreteria Tecnica, di concerto col Supporto Tecnico
ARPAT e con SPEA monitoraggio, sta
valutando l’opportunità e le modalità volte ad integrare il piano di
monitoraggio presso la località in oggetto”.
Dopo il
primo esposto a dicembre 2004, dunque, una serie estenuante di lettere,
segnalazioni, fotografie, sopralluoghi, richieste, promesse. Carte a destra,
carte a sinistra. Ma alla fine, solo ... carte. Di provvedimenti in grado di
restituire respirabilità e decoro a quell’area non se ne sono visti.
Dall’ultima lettera dell’Osservatorio
è passato un altro mese e mezzo ma niente è cambiato: i lavori proseguono, la
polvere pure. Niente è cambiato neppure dopo che Idra ha inoltrato nuovi esposti con foto
recentissime al Corpo Forestale dello Stato (l’8 e il 9 giugno 2005) e all’ASL
(il 15 giugno).
Sabato 25
giugno la situazione era ancora quella documentata nella foto 5.
Come deve sentirsi
un cittadino? Come l’“uomo di campagna” di Kafka davanti alla Legge!?
Un balletto
di rinvii e un dedalo intricato di soggetti. Dietro, l’apparente assenza della competenza
di fondo, quella essenziale: la competenza a intervenire, a far cessare questo
intollerabile episodio di inquinamento.
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