Associazione di volontariato Idra
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Regalo di Natale: i giardini di Boboli, Petraia e Castello escono definitivamente dal
verde pubblico?
Le cronache annunciano che dal 1°
gennaio 55 ettari di ossigeno e di storia verranno sottratti ai polmoni e al
godimento dei fiorentini.
“La tassa su Boboli: un segno di
grave disinteresse politico per la vita dei nostri bambini”: questo il titolo del documento di
protesta dei tanti cittadini che nel ’92 avversarono la scelta di far pagare
anche l’aria, in questa città spremi-turisti, coinvolgendo nella tassazione
anche i residenti.
In una petizione al Consiglio
comunale, in quell’autunno del ’92, i firmatari ricordavano che “i
giardini di Boboli, Petraia e Castello sono, per volontà del Comune di Firenze,
verde pubblico” e che “verde
pubblico Boboli, Petraia e Castello lo sono per lunga tradizione. Fanno parte
della nostra storia, e forniscono tanto di quel raro spazio di benessere fisico
e psichico a disposizione degli abitanti di Firenze e dei molti graditi ospiti
della città. Per questi motivi è illegittimo sottrarre Boboli, Petraia e
Castello al godimento gratuito della gente”.
“Sul giardino di Boboli”, si osservava inoltre, “il Comune di Firenze impone ai residenti
una tessera annuale. Ma non c'è nessuna garanzia che la convenzione venga
rinnovata: il tutto è infatti a carattere “sperimentale””.
Ebbene, sono passati solo 13 anni, e
quel nodo viene al pettine. Leggiamo
sulle cronache cittadine: “Il Comune non ha più soldi, da gennaio
addio alla tessera gratis”. In realtà la tessera per i fiorentini non è
mai stata gratuita. Ma adesso, all’improvviso, a partire dal 1° gennaio 2006 anche
i residenti rischiano di dover pagare 7 euro ogni passeggiata nel polmone verde
di Boboli. Come è potuto succedere, si domanda Idra, che i fiorentini abbiano dovuto apprendere questa notizia
solo tre giorni prima? Perché Palazzo
Vecchio non ha ritenuto di dover comunicare alla città per tempo questo nuovo
scenario, ulteriormente peggiorativo della qualità della vita? L’associazione
Idra protesta per questo
atteggiamento apparentemente così poco rispettoso del diritto-dovere
all’informazione nella città del cemento e delle “grandi opere”, e preannuncia
– nel merito – una lettera che verrà indirizzata nei prossimi giorni alle
autorità competenti.