Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO STAMPA Firenze, 30.1.'03
QUINTO FIORENTINO, AREA ARCHEOLOGICA A RISCHIO TAV: ANCHE DALL'OSSERVATORIO AMBIENTALE NON SI HANNO PIÙ NOTIZIE.
Lo scorso 19 settembre 2002 l'associazione di volontariato Idra organizzò una visita guidata alla tomba etrusca della Montagnola, a Quinto Fiorentino, a beneficio del neo-presidente dell'Osservatorio Ambientale nazionale prof. Raffaello Nardi (già segretario dell'Autorità di bacino dell'Arno, oggi segretario dell'Autorità di bacino del Serchio). Nel corso del sopralluogo Idra ottenne conferme del timore che nella vicenda del giacimento archeologico di Quinto i controlli pubblici sulle conseguenze della cantierizzazione TAV, che taglia l'intera area archeologica, siano assolutamente carenti. Una sensazione rafforzata dal black out informativo recentemente accusato dall'Opificio delle Pietre Dure di Firenze e sempre denunciato da Idra, che non è mai stata messa in grado di vedere un solo risultato dei monitoraggi idrogeologici attivati nei pressi della tholos della Montagnola dopo le sue reiterate proteste e dopo il documento di allarme del geologo della Soprintendenza archeologica, dott. Pasquino Pallecchi. Ci si domanda: chi ha visto quei risultati? chi li ha valutati? con quali strumenti? Un fragoroso silenzio circonda la vicenda.
Ancor più preoccupa ciò che sta avvenendo in ambito OAN (Osservatorio Ambientale Nazionale). Il prof. Raffaello Nardi volle chiarire in modo esplicito, nel corso della visita del 19 settembre, che egli avrebbe avuto bisogno di tempo per conoscere in modo soddisfacente programmi e modalità esecutive dei lavori nell'area archeologica di Quinto Fiorentino, nonché le caratteristiche dell'intero progetto TAV (da Firenzuola a Sesto Fiorentino), il cui controllo gli è stato affidato con la presidenza dell'Osservatorio Ambientale nazionale. Questa circostanza del tempo necessario a conoscere progetti la cui attuazione nel frattempo prosegue indisturbata ci preoccupò non poco, tenuto conto che uno strumento così delicato come l'Osservatorio - istituito e messo in grado di operare con molto ritardo rispetto agli inizi dei lavori TAV sulla tratta Firenze-Bologna - sia dovuto già "passare di mano" tre volte nel suo breve arco di vita, e che con ogni nuova presidenza si debbano ricominciare da capo una serie di operazioni.
Ancor più preoccupati siamo oggi, che dobbiamo constatare - a oltre quattro mesi da quel primo e unico incontro informativo col prof. Nardi - la mancata convocazione all'appuntamento generale di verifica che già allora gli sollecitammo. Una convocazione che si fa attendere nonostante le gravi persistenti emorragie d'acqua nel Mugello (oltre 400 litri di acqua al secondo dalla sola galleria di Marzano, a Borgo San Lorenzo), e le omissioni nella comunicazione dei dati dei monitoraggi, che gettano ulteriori ombre sul destino delle architetture più antiche di Firenze, le tombe monumentali della Montagnola e della Mula.
Idra ricorda che, per quanto le risulta, resta ancora tutto da costruire il tunnel di soccorso alla galleria principale TAV, tunnel che lambisce il piede della Montagnola. Dalla cartografia estratta dal progetto esecutivo del CAVET risulta evidente che la distanza planimetrica tra il centro della sala maggiore della tomba monumentale della Montagnola e l'asse della galleria di prospezione geologica e di servizio (destinata a galleria di soccorso una volta in esercizio la linea TAV) è di circa 50 metri.
Idra fa presente infine che nessun tipo di monitoraggio risulta essere stato attivato attorno all'altra grande tomba etrusca della Mula, sempre a Quinto Fiorentino, a proposito della quale il geologo della Soprintendenza Pallecchi, nella sua relazione al soprintendente Angelo Bottini, scrisse testualmente (sottolineature nostre): "Da quanto emerso nell'incontro e dalla lettura degli elaborati progettuali, non si può escludere che, a seguito della costruzione delle gallerie, si possano verificare variazioni nella profondità del livello della falda acquifera con relative variazioni della consistenza del terreno di fondazione delle tombe. Tali variazioni metterebbero a rischio 1'integrità delle strutture archeologiche, in particolare, vista la configurazione geologica del sottosuolo, quelle relative al tumulo della Mula. Sulla base di quanto sopra risulta quindi necessario attivare un monitoraggio continuo della falda nell'immediata vicinanza di ciascuna delle due tombe mediante l'installazione di piezometri appositamente posizionati. Il controllo della falda dovrà essere completata con controlli di precisione di quote di riferimento poste sulle strutture. Il monitoraggio permetterà di poter realizzare opportuni interventi di salvaguardia nel caso in cui si verificassero variazioni delle caratteristiche geotecniche del terreno tali da prevedere un danneggiamento strutturale dei tumuli".