Associazione di volontariato Idra
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totale n. 2 pagine
Firenze, 3.4.2000
AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE
IDRA
RISPONDE ALLA GIUNTA DI BORGO SAN LORENZO RENDENDO NOTI I CONTENUTI DELL'ULTIMO DETTAGLIATO GRIDO DI ALLARME DI UN'IMPORTANTE AUTORITÀ TECNICA ISTITUZIONALE PRIMA DELL'INTERCETTAZIONE DELLE SORGENTI DI LUCO E DI GREZZANO.QUANTE DELLE INDICAZIONI FORNITE
DAL PROF. GIULIANO RODOLFI
SONO STATE SEGUITE DAI COSTRUTTORI,
DAI "CONTROLLORI" E DAI SINDACI?
È STATO ACCIDENTALE L'IMPATTO CON LE SORGENTI?
QUANTE ALTRE MIGLIAIA DI CITTADINI
E QUANTI ECOSISTEMI DELL'APPENNINO
DOVRANNO ANCORA SOPPORTARE QUESTO 'STILE DI LAVORO'
MENTRE AL GOVERNO DELLA REPUBBLICA SIEDE UN "VERDE"
SULLO SCRANNO DEL MINISTERO DELL'AMBIENTE?
"Ci scusiamo per la stazza", scrive Idra alla Giunta di Borgo S. Lorenzo. "Non è uno di quei luminari di cui TAV e CAVET dispongono per giustificare i progetti di Alta Velocità e i loro meravigliosi effetti sull'assetto idrogeologico dell'Appennino (a proposito: attendiamo con ansia di vedere qualche relazione firmata da questi luminari sull'attuazione dei progetti)".
"Il prof. Giuliano Rodolfi - prosegue Idra rispondendo alla lettera indirizzata ai cittadini dalla Giunta comunale di Borgo San Lorenzo - è "soltanto" un geologo docente presso l'Università di Firenze, scelto nel '96 dalla Comunità Montana del Mugello per presiedere il Comitato tecnico-scientifico dell'OAL" (Osservatorio Ambientale Locale, istituito con delibera della Comunità montana zona "e" n0 175 del 28.06.1996: Osservatorio da non confondere peraltro con l'Osservatorio Ambientale Nazionale, ndr). "Ma ha avuto il pregio - secondo Idra - di esprimersi in modo sempre molto chiaro".
Ed ecco cosa risulta aver scritto il prof. Giuliano Rodolfi il 18 gennaio 2000 a un nutrito elenco di destinatari (fra cui il sindaco di Borgo San Lorenzo, il presidente della Comunità Montana del Mugello, il rappresentante della Regione Toscana nell'Osservatorio Ambientale Nazionale, i sindaci di Vaglia, San Piero a Sieve, Scarperia e Firenzuola, e per conoscenza il CONSIAG e l'ARPAT) (grassetti a cura di Idra):
"I lavori per la realizzazione della tratta appenninica della Ferrovia AV stanno sempre più pesantemente interessando le risorse idriche (superficiali e profonde) del bacino della Sieve (territori dei Comuni di Vaglia, San Piero a Sieve, Scarperia, Borgo San Lorenzo), e dell'adiacente bacino del Santerno (Comune di Firenzuola). Del progressivo aggravarsi della situazione sono testimoni le segnalazioni che provengono a questo Osservatorio sia dalle suddette Amministrazioni Comunali che da singoli cittadini.
Otre a episodi di una certa gravità, come il recente sprofondamento verificatosi in località Il Grillo, conseguente al drenaggio di acque sotterranee intercettate nel corso dello scavo della galleria di Firenzuola, si lamentano casi di diminuzione di portata o, addirittura, di sparizione più o meno improvvisa di sorgenti prossime agli scavi. In alcuni casi si segnalano sensibili alterazioni, sempre in senso negativo, nelle portate dei corsi d'acqua superficiali.
È certo che i tratti di galleria finora scavati hanno intercettato acquiferi produttivi liberando volumi d'acqua molto superiori alle previsioni di progetto, dimostrando la relativa attendibilità delle indagini idrogeologiche ante operam. D'altro canto, risulta particolarmente difficile, in carenza di dati, stabilire relazioni di causa-effetto fra le acque drenate e i fenomeni riscontrati; si può solo, al momento, parlare di "rischio generico" per le acque, senza nessuna possibilità di quantificare il fenomeno. Anche la ricerca di eventuali approvvigionamenti alternativi è tutt'altro che basata su di un piano organico d'indagini.
Nell'ineluttabile prospettiva di un avanzamento dei lavori, che comporterà maggiori volumi di acque intercettate, l'adozione di criteri realmente scientifici non può essere ulteriormente procrastinata. Considerato che, in ogni caso, le opere progettate incideranno negativamente sulla qualità e sulla quantità delle risorse idriche disponibili sia per usi civili che industriali o agricoli, è indispensabile la messa a punto di un oculato sistema di gestione.
Il primo passo, che avrebbe dovuto essere compiuto, con il dovuto rigore, all'indomani dell'approvazione dell'opera è, e rimane, un attento quanto assiduo monitoraggio delle acque sotterranee e superficiali. E' anche vero che i dati raccolti in due o tre anni di osservazione non sarebbero stati statisticamente significativi, ma avrebbero comunque, e non poco, aiutato a capire la dinamica degli acquiferi e a porre in relazione la loro variabilità con quella degli afflussi meteorici.
Purtroppo, siamo nelle condizioni di usare, nella quantificazione dei parametri idrologici, gli aggettivi o gli avverbi al posto dei numeri, o a rifarsi alle testimonianze di qualche vecchio idraulico di qualsiasi comune o del solito anziano mezzadro. In queste condizioni, se è già difficile stimare un danno presunto alle risorse finora disponibili, figuriamoci quanto lo sia quantificare eventuali forme alternative di approvvigionamento. Certo, in situazioni d'emergenza, come quella che stiamo vivendo, qualunque dato, anche se riferito ad un solo anno di osservazioni, avrebbe fatto comodo; ma quale livello di attendibilità attribuirgli? L'esecutore (o il progettista, o il tutore) dei lavori AV ha eseguito il monitoraggio di sorgenti, piezometri o pozzi significativi con mezzi adeguati e con frequenza accettabile? A questo proposito, quale deduzione sulla dinamica di una falda idrica o di una sorgente può essere azzardata sulla base di verifiche solo trimestrali, come quelle che risultano essere state effettuate, o anche mensili, qualora si tratti di punti particolarmente significativi?
Per sommi capi, una nuova indagine, sia pure tardiva, dovrebbe almeno prevedere:
Quello citato, del resto, è soltanto l'ultimo dei ripetuti pre-allarmi idrogeologici lanciati dall'Osservatorio Ambientale Locale, unitamente alla contestazione del metodo fin qui seguito.
Come si fa a sostenere allora che "nessuno aveva previsto un così rapido depauperamento della risorsa di alcune sorgenti", o che "era sufficiente fermarsi alla prima venuta d'acqua dello scorso 11 marzo per non intaccare la risorsa idrica"? Firenzuola ne sa qualcosa, e già dall'estate del '98.
Minacciare di procedere soltanto adesso contro i realizzatori dell'opera per danno ambientale suona come un palliativo tardivo, un insulto al senso comune.
Bisognerà piuttosto analizzare i profili di responsabilità a monte del complesso di danni ambientali, sociali, erariali e culturali che l'approvazione di questa cantierizzazione TAV ha permesso.
"Ci auguriamo che codesta Giunta vorrà contribuire a fare ogni possibile chiarezza su questa vicenda, così poco utile al benessere dell'ambiente e agli interessi della nostra comunità": così si conclude la lettera di risposta di Idra alla Giunta comunale di Borgo San Lorenzo.