Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA      Firenze, 3.10.’05

 

Firenze, aree dismesse: l’ultimo treno per restituire spazi e ossigeno alla città.

Ma intanto il cemento avanza, e i cambi di destinazione sono all’ordine del giorno. Idra chiede e ottiene dalla Direzione urbanistica del Comune di Firenze il censimento delle superfici e delle cubature accordate alle “trasformazioni” di destinazione d’uso negli ultimi 10 anni.

 
Una raffica di critiche ha accolto martedì scorso 27 settembre il nuovo programma urbanistico denominato “Piano Strutturale”, all’appuntamento riservato a Villa Vogel al tema delle cosiddette aree di trasformazione. Già la Provincia di Firenze aveva osservato che “manca la descrizione del processo che ha portato alla individuazione di tali aree come trasformabili”, e che alcune di esse “hanno finalità non perfettamente compatibili con le previsioni del Piano territoriale di coordinamento provinciale”. Da parte della Regione Toscana, poi, “non si condivide concettualmente la scelta di individuare aree di trasformazione indipendenti dall’articolazione del territorio in sistemi, subsistemi ed UTOE”. L’associazione Idra ha reso possibile agli intervenuti prendere finalmente visione di questi documenti, atti apparentemente pubblici che l’assessorato alla Partecipazione democratica non pubblica e non distribuisce. Quanto ai cittadini, la stragrande maggioranza ha respinto come irricevibili i progetti di densificazione edilizia contenuti nel nuovo super-piano-regolatore: la città è già più che satura, c’è bisogno di alleggerire i carichi urbani, non di appesantirli! E le “aree di trasformazione” sono l’ultima occasione di restituire vivibilità a una Firenze che si va novolizzando in tutti gli ultimi angoli rimasti ancora al riparo dalle grandi direttrici di traffico su gomma e di cemento.
 
Sintomatici i rilievi mossi all’amministrazione comunale dall’Osservatorio di Castello, nel quale sono raccolti rappresentanti di associazioni (Atletica Castello, Circolo Ricreativo Culturale di Castello, Comitato del “Sodo”), partiti, parrocchie e cittadini singoli. L’Osservatorio non gradisce lo spostamento verso monte del limite di inedificabilità del Parco Storico delle colline, e chiede al contrario per le aree agricole esistenti e per quelle pedecollinari destinate a verde limitrofe agli insediamenti di valore storico-artistico l’inserimento nella zona delle invarianti strutturali in cui è prevista la inalterabilità del paesaggio storico. L’Osservatorio contesta anche la previsione che il Piano strutturale formula, in contrasto con le proprie stesse premesse teoriche, di un insediamento residenziale di 3.000 nuovi abitanti, e di un insediamento commerciale di 1.500 mq, che determinerebbero “il totale intasamento di una viabilità già al collasso”, sostanzialmente sulla base di un presupposto errato e cioè – si legge nelle note - che un’importante azienda locale sia in fase di dismissione mentre è attualmente sede di una società con 160 dipendenti in piena e proficua attività!
 
E’ l’ennesimo capitolo – osserva Idra – di un processo ormai storico, quello della colmata della città. Ma se davvero i cittadini sono chiamati a esprimersi sulla proposta del nuovo Piano Strutturale, ha detto il portavoce Girolamo Dell’Olio intervenendo all’incontro, occorre che siano forniti loro quanto meno quei dati conoscitivi fondamentali di cui invece non dispongono. Per questo Dell’Olio ha chiesto al direttore di Urbanistica arch. Gaetano Di Benedetto una relazione sintetica sulle superfici, le volumetrie e i “do ut des” nei cambiamenti di destinazione accordati negli ultimi dieci anni dal Comune di Firenze. L’arch. Di Benedetto ha risposto positivamente, impegnandosi ad affidare al personale della Direzione urbanistica questo censimento, che potrà tornare utile alla stessa Amministrazione (giacché al momento attuale, sembra di capire, non ne dispone).
 
 
Cementificazione nell’area ferroviaria Leopolda, a Porta al Prato
 
 
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