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Firenze, 29.9.'99

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

Le pulci al nuovo progetto TAV di Firenze. Seconda puntata.

 

2.

Nuovo progetto di stazione dell'Alta Velocità:

i "TRE BIRILLI E DUE GABINETTI" dell'ex assessore Enrico Bougleux

(i beni vincolati dell'area Belfiore che Primicerio avrebbe preferito demolire)

sono diventati nelle mani della giunta Domenici

"UN TEMA AFFASCINANTE

E DI ELEVATO RICHIAMO CULTURALE E SCIENTIFICO" .

"Grazie" ai vincoli il nuovo progetto è molto migliore e persino più economico!

Perché allora la giunta non chiede alla città i vincoli che la popolazione porrebbe?

 

Si sa, Firenze ha un debole per la cultura. E la sua Amministrazione non ha saputo resistere al fascino della sfida: quella di coniugare arte e tecnologia. Anche questo abbiamo appreso dalla presentazione del nuovo progetto di stazione dell'Alta Velocità: quei cinque stramaledetti edifici dell'ing. Angiolo Mazzoni che solo 6 mesi e mezzo ci avevano impedito di dotarci di una stazione avveniristica a bocca di squalo sono stati invece la nostra fortuna! E' grazie a loro che possiamo sperimentare un tema "inusuale nel panorama italiano". Ma andiamo per ordine.

L'assessore all'Urbanistica Enrico Bougleux li aveva definiti "tre birilli e due gabinetti" (La Nazione, 5 marzo 1999), dopo che la Conferenza di Servizi per il nodo ferroviario di Firenze, il 3 marzo, aveva rinviato la stazione al mittente, sconfessando sia Bougleux che il sindaco Primicerio: avevano fatto i conti per la nuova stazione TAV, la viabilità e i parcheggi (e il Comune ne aveva pagato il Piano-guida) senza considerare i vincoli di tutela su quei cinque fabbricati considerati di pregio dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, ai sensi della Legge 1089 del 1939. Fabbricati che Bougleux e Primicerio avrebbero preferito francamente demolire.

Adesso, quei 5 fabbricati sono diventati addirittura "un'importante occasione per affrontare un tema affascinante e di elevato richiamo culturale e scientifico" (sic!: documento Italferr "La nuova stazione Alta velocità di Firenze. Modifiche al progetto definitivo per la parte in superficie dell'area Belfiore", presentato alla Conferenza stampa della giunta di Firenze venerdì 24 settembre scorso). E dire che la scelta di tutelare quei "tre birilli e due gabinetti" aveva spinto il presidente dell'Ordine degli Architetti Mario Preti a parlare di "diktat"…

Di necessità virtù, dunque. Anzi di più. Il tema "dell'integrazione tra un progetto di Stazione per l'Alta velocità, di carattere fortemente tecnologico ed innovativo, ed un intervento di restauro di edifici industriali del periodo razionalista" è - giacché siamo a Firenze, sia chiaro, non a S. Benedetto del Tronto - "inusuale nel panorama italiano" (ibidem). Non basta. "La revisione progettuale è stata un utile momento di approfondimento dei temi maggiormente connessi alla progettazione di una stazione ferroviaria, quali l'accessibilità e la mobilità urbana, lo sviluppo urbanistico, sociale ed economico del contesto di inserimento" !!! (ibidem). E addirittura il nuovo progetto dovrebbe essere persino più economico!

Scusate, ma allora perché non ci avete pensato prima? C'era proprio bisogno del "vincolo" per far meglio? E dov'eravate l'anno scorso, assessore Cecchi e assessore Paderi? Non eravate già in giunta?

PERCHE' NON PROVATE TUTTI, SINDACO E ASSESSORI, A CHIEDERE ALLA CITTA' COSA PENSA DI QUEST'ULTIMO PROGETTO? MAGARI VI METTE UN NUOVO VINCOLO CHE VI AIUTA A FARNE UNO MIGLIORE! Non è detto infatti che la popolazione del Romito, di Viale Corsica, delle Cure e di Via Panciatichi vada pazza per quello che voi chiamate il "grande segno", e cioè quella tettoia (unica, sembra, in Europa) lunga 140 metri e larga 90 "che unifica gli interventi e le diverse attività presenti, l'elemento simbolico che rappresenta il nuovo spazio urbano generato" (ibidem). Può darsi che la gente di Firenze desideri innanzi tutto vivere tranquilla, in una città meno (e non più) inquinata, con meno sprechi e servizi pubblici migliori!

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