Associazione di volontariato Idra

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aderente ad Alternativa ai progetti TAV - Federazione Nazionale dei Comitati e delle Associazioni

totale: n. 2 pagine

Firenze, 29.8.'00

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

ANCHE IN FERIE SI È LAVORATO

PER DIFENDERE I DIRITTI

E LA DIGNITÀ DEI LAVORATORI DEL CAVET:

UNA BATTERIA DI INIZIATIVE PARTE DALLA CALABRIA

IN DIREZIONE DEL MUGELLO,

PER TUTELARE I MINATORI

COSTRETTI AL "CICLO CONTINUO"

NELLA GALLERIA

IN COSTRUZIONE PER L'ALTA VELOCITÀ

 

"E’ un paradosso che nelle terre delle lotte sindacali, la Toscana e l’Emilia, i lavoratori siano abbandonati". La leggerezza con cui i sindacati hanno siglato l'accordo per il "ciclo continuo" con il CAVET era stata denunciata al presidente della Commissione Lavoro della Regione Toscana Nino Frosini, il 24 luglio scorso, dai delegati dei lavoratori CAVET del Carlone. La stessa amara considerazione è stata ribadita nel corso di un incontro che i lavoratori calabresi del CAVET hanno avuto col consigliere regionale della Calabria (e segretario regionale di Rifondazione comunista) Damiano Guagliardi, il 18 agosto scorso.

All'incontro tra i minatori di Pagliarelle (una frazione del Comune di Petilia Policastro, in provincia di Crotone) che lavorano nei cantieri dell’Alta velocità nel Mugello e il consigliere Guagliardi sono intervenuti - si legge sul numero del 22 agosto, pag. 10, del bisettimanale Il Crotonese (www.ilcrotonese.it) - anche il segretario della federazione di Crotone del Prc Giorgio De Santis, i componenti della segreteria provinciale del Prc Saverio Valente e Antonio Bevilacqua, il consigliere provinciale di Rifondazione Rosario Falbo, il consigliere comunale di Petilia Policastro Francesco Caruso e l’assessore alla comunità Montana per Petilia Santino Scalise, promotore dell’iniziativa. Era presente anche il sindaco di Petilia, Michael Angelo Tavernese. Il Consiglio comunale di Petilia ha espresso con un ordine del giorno solidarietà ai lavoratori e l'impegno a interessare le istituzioni calabresi al problema. Lo stesso sindaco si è reso da tempo disponibile a rappresentare e a tutelare i diritti alla dignità rivendicati dalle mogli dei lavoratori occupati sull'Appennino per la costruzione del rischioso tunnel TAV e ha chiesto a Idra di promuovere un incontro congiunto urgente col presidente della Regione Toscana Claudio Martini affinché siano efficacemente affrontati e risolti i motivi del disagio professionale, sociale e ambientale che il contratto di assunzione nei cantieri CAVET determina nelle maestranze, in un ambiente lontano centinaia di km dalle famiglie. Ma alla lettera aperta di Idra del 22 maggio scorso (www.dadacasa.com/idra, in "documenti") Claudio Martini non ha mai risposto.

Riportiamo qui di seguito fra virgolette (il grassetto è nostro) le conclusioni dell'incontro riferite dal periodico calabrese "Il Crotonese", visto l'interesse che esse rivestono anche per la comunità toscana ospite dei lavoratori CAVET.

Si è parlato di "mancanza di sicurezza sul lavoro, di squadre dimezzate (4-5 persone invece di 15), di inquinamento ambientale prodotto da polveri ("che respiriamo per 24 ore al giorno visto che i nostri dormitori sono vicino ai cantieri, mentre gli abitanti della zona sono stati fatti allontanare o risarciti con fior di milioni").

Ma soprattutto sono i massacranti turni di lavoro e l’impossibilità di tornare alle proprie famiglie nei giorni di riposo (tre ogni 21 giorni) quello che non va giù agli operai di Pagliarelle.

Dalla voce degli operai arrivano altri fatti; svenimenti in galleria per mancanza di ossigeno, controlli dell’ispettorato al lavoro di cui si conosce in anticipo la data. E’ stata evidenziato anche un’altra situazione paradossale: quando i sindacati e la Cavet sottoscrissero l’accordo per il ciclo continuo, ci fu l’impegno da parte delle imprese a bloccare eventuali licenziamenti e cassa integrazione. Un impegno smentito da uno degli operai in sala che ha parlato di suoi compagni di lavoro (anche loro di Pagliarelle) messi in cassa integrazione.

Poi si è parlato della morte del 22enne Pasquale Costanzo, morto in galleria per un incidente con una jeep. Faceva l’elettricista, era stato assunto da poco e, in quell’occasione, come per regolamento, doveva essere accompagnato da un’altra persona sul lavoro. Invece, quel giorno, era stato mandato al lavoro da solo.

Dall’incidente mortale a Costanzo ha iniziato il suo intervento il sindaco Tavernese chiedendo di riprendere la denuncia sull’accaduto in modo da far verificare alla magistratura le condizioni di sicurezza in cui si lavora. Tavernese ha spiegato che serve un intervento più politico che istituzionale sulla vertenza: "dobbiamo individuare i nostri referenti politici per verificare le denunce degli operai ed arrivare ad avere un incontro con i sindacati ed i responsabile del Cavet cui chiedere una rivisitazione del contratto chiedendo una turnazione più umana in considerazione della presenza di lavoratori meridionali".

L’assessore della Comunità montana, Santino Scalise, nell’esprimere solidarietà agli operai ha dato il suo impegno a far votare dall’ente sovracomunale un ordine del giorno a sostegno della vertenza che verrà inviato alle imprese e alle amministrazioni regionali di Toscana ed Emilia Romagna. "Cercheremo di smuovere i nostri parlamentari - ha aggiunto Scalise - per smuovere la situazione anche a livello nazionale".

L’impegno preso da Giorgio De Santis è stato quello di intervenire subito per chiedere alla federazione di Firenze di Rifondazione comunista per verificare la situazione anche in considerazione che il partito è sempre stato contrario alla deregulation sul lavoro.

Una denuncia alla Magistratura da parte di Rifondazione a livello nazionale per violazione della 626 (la legge sulla sicurezza sul lavoro) è stata chiesta da Francesco Caruso: "Si chiudono ospedali e tribunali per piccole mancanze - ha detto il consigliere comunale - e in questo caso invece non ci si muove rasentando l’assurdo".

Antonio Bevilacqua a questo proposito ha sottolineato come si può chiedere anche l’intervento del Prefetto di Firenze per non osservanza delle regole della legge 494.

Il consigliere provinciale Rosario Falbo ha dato il suo impegno per investire del problema il consiglio (nei giorni precedenti lo stesso impegno era stato preso dal consigliere Giuseppe Poerio).

Quindi è toccato a Guagliardi trarre le conclusioni, anzi proporre una strategia di battaglia: "Sarà una lotta difficile - ha detto - perché ci troviamo di fronte a colossi economici che giocano sul bisogno di lavoro da parte dei meridionali a cui aggiungono l’illusione degli incentivi salariali".

La proposta di Guagliardi è quella di far innanzitutto interessare la Regione Calabria alla situazione attraverso un preciso ordine del giorno in Consiglio; poi di adire alle vie legali per controllare la sicurezza sul posto di lavoro. Quindi Guagliardi su è impegnato a chiamare i segretari regionali di Rifondazione in Toscana ed Emilia ed il responsabile nazionale del partito che si interessa all’Alta Velocità per attivare dei meccanismi politici in quelle zone: "La patata bollente dobbiamo affidarla anche a loro".

Infine il segretario regionale del Prc ha proposto di chiedere ai consigli comunali del territorio di deliberare a favore della vertenza".

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