Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO STAMPA
Firenze, 29.3.'13
TAV: mezzo scivolone di Marco Travaglio a “Servizio
pubblico”. Censura la Torino-Lione ma promuove la Milano-Salerno!
Un
servizio non proprio all’altezza delle esigenze di un’informazione corretta e
completa quello che,
questa volta, ha reso Marco Travaglio ieri sera alla puntata “Ancora qua” di
“Servizio pubblico”.
Rispondendo all’on. Nunzia De Girolamo,
che lo interpellava sui progetti TAV, il vicedirettore
de “il Fatto Quotidiano”, cronista sempre
molto documentato, ha dichiarato: “Sono
totalmente contro il TAV, cioè il Treno ad Alta Velocità Torino Lione. Non
contro l’Alta Velocità in genere. Perché io ho sentito dire della gente: “Ah!
dipendesse da voi non avremmo la Milano-Salerno”. La Milano-Salerno
è per i passeggeri, per arrivare prima. Il TAV Torino Lione è per le merci,
è per far arrivare mezz’ora prima le merci a Parigi noi ci sventriamo un’intera
valle con tutti i rischi ambientali che ci sono, e spendiamo 20-24 miliardi per
un cantiere che finirà nel 2035!”.
La valutazione sull’assurdità del
progetto Torino Lione è certamente corretta e condivisibile. Non altrettanto lo
è, a giudizio di Idra, la ‘promozione’ – un po’ semplicistica e
acritica - della TAV Milano-Salerno.
Limitandosi anche solo a quello che
testimonia la realizzazione della TAV Bologna-Firenze (il cui esercizio,
preventivato per l’anno 2003, è stato possibile avviare solo a dicembre
2009...), sono almeno tre infatti i buoni motivi per esprimere un giudizio ben
diverso: la crescita esponenziale dei costi pubblici (e dunque l’erosione
sistematica di risorse erariali per effetto della perversa architettura
finanziaria degli appalti); il violento
impatto ambientale dei progetti e delle modalità di cantierizzazione (lo
attestano le falde, le sorgenti e i torrenti essiccati sotto l’Appennino
tosco-emiliano); la mortificazione del
diritto della stragrande maggioranza dei cittadini a una mobilità decorosa ed
economica, con la quasi abolizione dei servizi intercity (su una tratta pur
breve come la Firenze-Bologna) a vantaggio dei costosi treni AV, e il
deterioramento dei servizi per i pendolari.
Eppure Marco Travaglio ben dovrebbe
conoscere queste circostanze, se ha curato – come ha curato – la prefazione del
saggio “Le grandi opere del Cavaliere”, di Ivan Cicconi, vera e propria summa delle condizioni inaccettabili in
cui si impone al Paese il cosiddetto “modello TAV”.
Proprio a Firenze, che oggi lotta contro il progetto di doppio
sottoattraversamento TAV e di faraonica stazione Foster, Marco Travaglio ha presentato quel libro, con l’autore, a gennaio 2005.
E ancora a Firenze, a ottobre 2005, Marco Travaglio ha partecipato con Idra e l’ing. Cicconi a un dibattito
pubblico sul tema “Grandi
opere, grandi affari: cosa sarà di Firenze nel 2010?”.
Idra chiede quindi al
vicedirettore de “il Fatto Quotidiano”
la cortesia di voler precisare, già a partire dalla prossima puntata, il contenuto delle affermazioni di ieri a “Servizio pubblico”.
Ricordando che molti altri fronti di opposizione alla Grande Opera chiamata TAV
sono attivi in Italia. Non solo in Val di Susa e lungo il restante grottesco
“Corridoio 5”, fra Venezia, Trieste e Lubiana; ma anche fra Milano e Genova
(progetto di “Terzo Valico”), fra Verona e Monaco e,
appunto, nella città di Firenze, patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Non guasterebbe infine, osserva Idra, che il “caso Firenze”, dove il sindaco
Matteo Renzi ha avallato in cambio di 80 milioni di euro pubblici (mai
ricevuti?) stazione sotterranea e doppio tunnel TAV, venisse sollevato un po’ più spesso, e con adeguata documentazione,
anche nel nuovo Parlamento, presso i media e in rete dalle forze culturali e
politiche che dichiarano la propria netta contrarietà all’inconsulto salasso
erariale TAV.