Associazione di volontariato Idra
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http://associazioni.comune.fi.it/idra/inizio.html
“Fantasmi”: esce il notiziario annuale di Idra.
32 pagine di rassegna delle principali iniziative dell’associazione nel
corso del 2007.
“Fantasmi, istituzionali e non, evanescenti
quanto ad assunzione di responsabilità, e apparentemente sfuggenti anche al
cospetto delle leggi e della giustizia, ma ben presenti, concreti e attivi
quando siano in gioco importanti interessi particulari”.
È un muro di gomma quello che il
cittadino trova davanti a sé quando gli tocca confrontarsi con vicende come
la TAV (l’esperienza del Mugello insegna), o con le tante altre in cui si
disegna il presente e il futuro del suo habitat senza possibilità per lui di
conoscere, di intervenire, di controllare. “Un umiliante rapporto tra istituzioni e cittadini”
è quello che descrivono, con esempi concreti, la copertina e il contenuto del
notiziario in cui Idra riassume le
principali iniziative del 2007.
Prendendo le mosse dalla recente “visita guidata” agli scempi ambientali, erariali e
sociali del Mugello offerta a un comitato alto-atesino che si batte contro il
prospettato nuovo tunnel ferroviario AV sulla direttrice Verona-Monaco, Idra rileva come i cittadini e gli
operatori economici intervistati abbiano lamentato ad esempio che nel
protocollo dei lavori AV in Mugello non fu a suo tempo preventivato di
monitorare in modo adeguato lo stato del territorio ante operam. Scrive Idra:
“Questo ha comportato – tienilo bene
a mente, Firenze! – che il riconoscimento
dei danni provocati dai lavori di scavo da parte degli esecutori si è rivelato
tutt’altro che scontato. Ad esempio, a livello di risorse idriche, ci sono
cittadini rimasti a secco che – abbiamo appreso – vengono riforniti di acqua da
CAVET, ma senza alcun impegno formale. Il
servizio potrebbe cessare in qualunque momento, e gli interessati
potrebbero ritrovarsi a doversi approvvigionare a loro spese. E’ quanto sta già
accadendo, ad esempio, ai numerosi aderenti al consorzio idrico di Monte
Morello. Vi sono aziende operanti in campo agricolo, frutticolo,
florovivaistico o zootecnico nei confronti delle quali il CAVET non ha
riconosciuto alcuna responsabilità per i danni causati dai lavori. Sono state
costrette a intentare cause civili assai lunghe e onerose. Il tempo passa e le persone si accorgono di essere trattate
come sudditi invece che come cittadini. Molti, consapevoli della difficoltà
di vedersi riconosciuto un indennizzo in tempi non biblici, hanno accettato
accordi al ribasso con la controparte. Chi, per sua sventura, si è trovato coinvolto
nella vicenda, si trova di fronte un vero e proprio muro fantasmatico. La
genesi e l’evoluzione politica e finanziaria del progetto sono infatti tali da
permettere un rimpallo sistematico di
responsabilità all’interno del puzzle di livelli coinvolti: quello politico,
che ha deciso e autorizzato (a spese del contribuente) la ghiotta avventura
imprenditoriale; quello della TAV Spa (il cui unico azionista è appunto il
Tesoro); quello del general contractor FIAT, beneficiario di tutte le utilità
assicurate dal meccanismo contrattuale; quello del CAVET, nel ruolo di
consorzio realizzatore dell’impresa. Si è arrivati al paradosso per cui la
Regione Toscana, convinta sostenitrice dell’opera nonostante tutte le evidenze
di segno fortemente negativo sul piano economico, sociale, trasportistico e
ambientale, si è costituita parte civile nel processo penale che vede il CAVET
imputato di svariati e gravi reati correlati all’esecuzione dei lavori, ma al
tempo stesso ha espresso pubblicamente al CAVET medesimo un apprezzamento convinto
per il buon lavoro svolto. In merito alla demolizione e al rifacimento delle
gallerie appenniniche ammalorate,
poi, la TAV spa ha comunicato ufficialmente che il costo della demolizione e
del rifacimento sarebbe stato a carico del CAVET. Ma nessuno ha risposto a
Idra quando abbiamo chiesto di provare,
conti alla mano, che il costruttore si stia effettivamente addossando
l’ingentissima cifra aggiuntiva necessaria a questo “imprevisto progettuale”, e
non cerchi piuttosto di scaricarla a piè di lista, “impacchettata” assieme al
resto degli incrementi esponenziali di spesa che hanno fatto quintuplicare, a
oggi, il prezzo contrattualizzato nel 1991”.
Secondo Idra, “la vicenda TAV si connota come effetto emblematico della crisi della
democrazia rappresentativa. La delega elettorale ai rappresentanti politici
non è cioè sufficiente a che la vita sociale possa svolgersi con ordine e in
modo ben amministrato, dal momento che permette fisiologicamente alle oligarchie, ai poteri forti, di invadere – quando non addirittura di
esprimere direttamente – i luoghi istituzionali ad ogni livello. L’occupazione
del potere non è dunque una prerogativa esclusiva dei regimi apertamente
autoritari, ma anche di quelli di democrazia rappresentativa. TAV e vicende
consimili non potranno essere superate se non con l’innesto della democrazia
partecipativa”. Ma, conclude Idra, non è certo il modello di “partecipazione” proposto dalla Regione Toscana o dal Comune di
Firenze a convincere. Al contrario, come è evidente nel caso Firenze, “l’impossibilità di dialogo autentico fra
cittadini e Amministrazione, la pretesa istituzionale di escludere dalle scelte
‘partecipabili’ proprio quelle strategiche (fra queste, il faraonico
sottoattraversamento AV), per cui non è possibile di fatto ai cittadini avere
voce in capitolo su ciò che davvero conta”, non fanno che evidenziare la distanza fra le parole e i fatti, e
semmai il tentativo di fabbricarsi un alibi politico. “La democrazia partecipata è tutt’altra cosa. La partecipazione vera,
in democrazia, non può prescindere dalla libertà e dall’esercizio effettivo del
diritto dei cittadini e dei corpi sociali intermedi a formulare e a gestire le
scelte a tutti i livelli istituzionali”. Un argomento, conclude Idra, purtroppo “ancora sostanzialmente assente nel dibattito politico”.
All’indirizzo web di Idra è disponibile un archivio ogni
giorno più ricco di documentazione indipendente a disposizione di tutti: http://associazioni.comune.fi.it/idra/inizio.html.