Associazione di volontariato Idra
Tel. e fax 055.233.76.65, 055.48.03.22, 320.16.18.105; web http://associazioni.comune.fi.it/idra/inizio.html
General contractors, partecipazione
“democratica” e Val di Susa
Con
questo titolo esce il notiziario annuale di Idra
32 pagine di rassegna
delle principali iniziative dell’associazione nel corso del 2005
Una miriade di ‘piccole opere’ e di attività manutentive
sul territorio: queste, da sempre, le grandi vere urgenze del Bel Paese. Per loro
si batte l’associazione
ecologista fiorentina Idra,
amica del buon governo della spesa pubblica, della trasparenza e
della legalità.
Di Idra esce in questi giorni il notiziario annuale, che passa in rassegna i principali
interventi dell’associazione nel corso del 2005.
Nell’editoriale, a cura del vicepresidente Pier Luigi
Tossani, corredato da foto della straordinaria mobilitazione popolare in Val di
Susa, tre i temi in evidenza. Il primo, trattato ne “Le Grandi Opere del Cavaliere” (Koinè Nuove Edizioni) dall’ingegnere
bolognese Ivan Cicconi, direttore della NuovaQuasco,
società di ricerca nel campo delle costruzioni, con i dettagli di alcuni meccanismi
perversi dell’amministrazione dello Stato. Tra questi, in virtù della “Legge obiettivo”, l’istituzionalizzazione
di un nuovo soggetto economico privato "monstrum", definito general contractor, che viene a godere al tempo stesso dei vantaggi dell'appaltatore e di quelli del
concessionario, risultando sollevato da qualunque responsabilità sulla gestione
dell'opera e quindi dall'attenzione alla buona esecuzione della medesima in
termini di qualità e di rispetto dei tempi e dei costi preventivati.
Il secondo impegno di fondo, nel 2005, è stato quello
legato al percorso proposto dall’Amministrazione
comunale di Firenze sul nuovo Piano Strutturale. Una strada rivelatasi lunga,
accidentato e di fatto … poco partecipata. L’associazione ecologista ha
presenziato a moltissimi incontri consegnando, nel tempo, numerosi documenti
sui contenuti e sul metodo dell’iniziativa. Radicale, da parte di Idra, la critica all’Amministrazione per
quella che è parsa un’operazione di mera facciata: il percorso avviato risulta generico,
incerto, ripetitivo e soprattutto eterodiretto.
Il terzo momento, ancora in pieno svolgimento, è
quello dell’articolato sostegno – con iniziative presso organi istituzionali, comunicati
stampa e un presidio simbolico sotto la sede della giunta regionale toscana -
dato da Idra alle popolazioni della Val di Susa che si
oppongono al progetto di linea ferroviaria ad Alta Velocità Torino-Lione
(ancora una mega-galleria…). Il dissenso, ormai storico, non è solo finalizzato
a salvaguardare l’ambiente della valle già abbondantemente attraversata da
linee di collegamento con la Francia. L’obiezione primaria muove dal fatto che
le previsioni – quelle attendibili - di incremento del traffico anche nel lungo
periodo potranno essere soddisfatte tramite il potenziamento delle infrastrutture
ferroviarie già esistenti, oggi ampiamente sottoutilizzate.
Niente di nuovo dunque sul fronte
della politica infrastrutturale “macha”
di stampo cemento-futurista marinettiano, oggi così in voga. Continua a prosperare lo spreco delle
risorse pubbliche. Ma la macchina del deficit spending in imprese
inutili e ambientalmente devastanti appare
sempre più fuori-giri. Perfino in un’Europa che certamente non brilla per
l’attenzione all’uomo nelle politiche socio-economiche, l’organo di controllo
del bilancio comunitario (Eurostat) ha dato tempo all’Italia solo fino al 2007
per rimettere in equilibrio i suoi conti pubblici nei quali ancora ticchetta la
bomba a tempo dei debiti nascosti dell’Alta Velocità. I nodi potrebbero venire al pettine prima di quanto si pensi. Forse
sarà proprio il prosciugamento dell’erario il fattore limitante che costringerà
alla rinuncia le lobbies altavelociste, a partire dall’assurdo progetto Torino-Lione.
E questo potrebbe a sua volta innescare un processo virtuoso, un ripensamento
complessivo delle procedure decisionali che abbiamo visto adottare, fino ad
ora, nella promozione forzata di tanti investimenti infrastrutturali. Procedure
non più basate cioè, Idra si augura,
su suggestioni approssimate, amplificate incessantemente fino a suonare presso
la pubblica opinione come necessità vitali. Ma piuttosto, come consiglierebbero
i princìpi di qualunque sana amministrazione, su valutazioni obiettive delle
necessità reali, partecipate, basate su dati di fatto, su esigenze condivise,
su previsioni non strumentali.
Per concludere: l’azione di Idra, al di là della critica militante e
puntigliosa alla propaganda bi-partizan sottesa alle “grandi opere”, mira a far crescere nei cittadini il desiderio di
responsabilità, consapevolezza, autonomia e capacità di discernimento tra
informazione e disinformazione. Idra
chiede quindi di seguitare a sostenerla, e ricorda il suo indirizzo web, con un archivio ogni giorno più ricco di
documentazione indipendente a disposizione di tutti: http://associazioni.comune.fi.it/idra/inizio.html.