Associazione di volontariato Idra
Tel. e fax 055.233.76.65; e-mail idrafir@tin.it; web http://associazioni.comune.fi.it/idra/inizio.html
LUCA MERCALLI A FIRENZE SU TAV E MATTEO RENZI: “L’ITALIA HA ALTRE
PRIORITÀ, INVECE DEL GIGANTISMO INFRASTRUTTURALE”
Replicando a una lettrice che, dal pubblico,
lamentava le condizioni critiche della mobilità nella città di Firenze, il
climatologo Luca Mercalli – nel corso della presentazione del suo ultimo libro
“Prepariamoci”, Edizioni Chiarelettere, avvenuta ieri pomeriggio presso la
Libreria MelBookStore - ha raccontato questo aneddoto:
“Quando
ci sono stati i disordini da noi in Valle di Susa per le proteste sull’Alta
Velocità è intervenuto perfino il vostro
sindaco che da Firenze pensava di essere espertissimo di quello che capita
nelle nostre montagne. E ha scritto che non è possibile che di qui in
Italia, dal versante italiano, sia tutto bloccato quando i francesi hanno già
finito la loro parte, il tunnel (il tunnel sarebbe lungo 54 km, la parte di
pertinenza francese è un po’ più della metà). Ma ci pensate un Paese
decisionista come la Francia, se avessero già fatto 25-30 km di tunnel, quindi
lavorato almeno 8-10 anni, avessero già quindi speso almeno 7-8 miliardi di
euro, e ora fossero fermi lì da anni con un muro di altri 20 km di roccia
aspettando che noi finiamo di protestare? Come minimo ci sarebbe la portaerei
Charles De Gaulle a Savona con quattro missili nucleari puntati su
Chiomonte e la crisi in ambasciata a
Roma che dice: “Allora, la trivella parte o....?”. Ecco, è assurdo: come può un politico, nella sua posizione così delicata,
scrivere imprecisioni di questo genere? I francesi non hanno fatto un bel
niente, anzi sono più attendisti di noi, hanno solo fatto tre sondaggi,
cioè hanno fatto le cosiddette discenderie per vedere com’era la roccia, han
fatto il loro buco, han preso i loro dati e l’han tappate. E adesso aspettano.
Ma sinceramente li vedo ancora meno convinti di noi. L’unica loro convinzione è
che, siccome il trattato prevede che paghiamo più noi di loro, hanno detto:
perché no? prendi tre, paghi due... e allora accettiamo”.
Una domanda a Mercalli l’ha posta anche
l’associazione Idra, dal ’94
impegnata nel monitoraggio dei progetti e delle cantierizzazioni TAV fra
Bologna e Firenze, e sempre attenta agli eventi che
hanno come teatro la Val di Susa.
“Cosa
si potrebbe dire – ha chiesto un
esponente dell’associazione - a proposito
del sottoattraversamento di Firenze dal
punto di vista economico (la stazione Foster costa alcune centinaia di miliardi,
l’unica al mondo solo dedicata alla TAV), trasportistico
(si parla di metterci le merci, e mai c’è stato un treno merci sull’intera
linea ferroviaria TAV italiana), idrogeologico
(con una stazione sotto il letto di un torrente; ma un certo Massimo
D’Alema, nell’autunno del ’95, aveva dichiarò che la più grande opera pubblica
di cui l'Italia ha bisogno è il risanamento idrogeologico...), e dal punto di
vista della qualità della vita quotidiana della gente che per parecchi,
parecchissimi anni si troverà questi cantieri?”.
Luca Mercalli ha risposto:
“In
un momento in cui le risorse economiche si stanno assottigliando, la priorità
degli investimenti dovrebbe essere sul prepararci a un futuro di grande
incertezza, e non essere rivolta a opere faraoniche che hanno un’utilità assolutamente indimostrata,
che concentrerebbero le risorse in un
unico punto senza una ricaduta capillare su tutta la popolazione, e che rischiano tra l’altro in una situazione di
questo genere di non essere nemmeno mai portate a termine, magari anche
soltanto perché non servono più, perché via via che gli eventi incalzano ci si
accorge che è più importante, per
esempio, metterci in sicurezza contro le alluvioni o mettere i pannelli solari
sui tetti di tutta Italia. Direi che anche solo per opportunità civile
dell’intero Paese queste mega-infrastrutture sarebbero da spazzar via. Ho visto
che almeno oggi ha ceduto il tabù del
Ponte sullo Stretto. Speriamo che sia l’inizio di un effetto domino che
travolga anche questa bulimia da gigantismo. Con un debito pubblico già di
1900 miliardi, si potrebbero usare i soldi in modo migliore, e tale che
ritornino. In quei buchi non rendono niente. Invece se usassimo 10 miliardi per fare un programma di riqualificazione
energetica delle case degli italiani ci tornano indietro tre volte:
bilancia dei pagamenti con l’estero, bollette risparmiate ciascuno di noi e
un’Italia più pulita e meno inquinata”.
|