Associazione di volontariato Idra
Tel. e fax 055.233.76.65; e-mail idrafir@tin.it
web http://www.idraonlus.it/vecchiosito/inizio.html; www.idra.dadacasa.supereva.it
COMUNICATO STAMPA Firenze, 28.5.’05
Idra sul Piano Strutturale di Firenze:
cassiamo dalle “invarianti intoccabili” le scelte fatte senza informazione e
senza democrazia!
Chiediamo di cancellare dal capitolo delle “invarianti di programma” del
Piano Strutturale di Firenze i progetti legati al nodo ferroviario, al nodo
autostradale e alla circonvallazione nord. E’ la proposta avanzata
dall’associazione ecologista indipendente Idra
e da altri cittadini e comitati al Forum di partecipazione che si è
concluso venerdì 26 maggio nel Quartiere 5, il più sotto tiro per le
conseguenze dei progetti legati alla realizzazione delle grandi infrastrutture.
“Non si comprende come il Piano strutturale possa arrivare a rubricare
fra le Invarianti Strutturali del territorio, e le modalità di tutela delle sue
risorse essenziali
– spiega Idra nelle osservazioni depositate
presso la segreteria del Forum e illustrate venerdì agli amministratori –, interventi che all’opposto saccheggiano e
stravolgono tali risorse essenziali al di fuori di qualsiasi processo non solo
partecipativo, ma anche banalmente informativo della popolazione, come è stato
più volte dolorosamente ammesso dai principali esponenti del governo della
città. E’ una clamorosa contraddizione in termini: non si può tutelare una risorsa distruggendola, né si può invocare il
diritto alla partecipazione dopo averla evitata”.
Come si fa a catalogare sotto la
definizione, nobile e romantica, di “Statuto dei Luoghi” invarianti blindate
dall’impatto ambientale e sociale così lungo, pesante e costoso? Il termine
adoperato – argomenta Idra - appare
mistificatorio. Se è vero, come si legge nel documento consegnato ai cittadini
dall’Amministrazione Comunale, che “il
Piano Strutturale tutela la specifica fisionomia insediativa di ciascuna parte
della città come elemento da preservare e da valorizzare”, queste parole
perdono qualsiasi significato non appena si consideri in quale misura e con
quale devastante estensione spaziale e temporale esse vengono contraddette dai
contenuti dei progetti delle “Invarianti strutturali di programma”.
In particolare, il cosiddetto
“assetto plurimodale del nodo ferroviario” comporta:
·
un
laborioso e costosissimo
sottoattraversamento AV della città;
·
pesanti
interventi di bitumatura e
cementificazione in superficie;
·
rischi
alla stabilità
idrogeologica e dunque a carico del tessuto edilizio e architettonico;
·
una
totale incertezza circa gli effetti ambientali, sanitari, economici e sociali
legati al trasferimento su ferro e su gomma di volumi ciclopici di materiali di scavo e di
materiali da costruzione, trasferimento le cui caratteristiche sono nel
primo caso (i materiali di scavo) tuttora clamorosamente indefinite, nel
secondo (i materiali da costruzione) addirittura contrattualmente imprecisabili
(nel senso che solo ad appalti assegnati
sarà possibile conoscere origini e percorsi delle centinaia di migliaia di
tonnellate di inerti, sabbia, cemento, acciaio, conci prefabbricati, con
buona pace della prevenzione sanitaria e della valutazione di impatto).
Lo stesso teorema secondo il quale gli
accordi sottoscritti il 3 marzo 1999 per i progetti dell’Alta Velocità
delineerebbero – come si legge nel documento dell’Amministrazione Comunale - “un sistema funzionale integrato di
trasporto su ferro in cui un insieme di nuovi interventi, quali il passante e
la nuova stazione AV di Firenze, a servizio dei collegamenti di lunga
percorrenza, consente di attivare una rete dedicata per il Servizio Ferroviario
Metropolitano e il Servizio Ferroviario Regionale, con il potenziamento della
rete ferroviaria attuale e le nuove fermate urbane”, appare poco più di un
assunto indimostrato, la cui validità è palesemente minata già oggi dalle condizioni di degrado e di abbandono in
cui versano – nonostante la dimensione lillipuziana in cui si attuano – i
servizi per i trasporti su ferro dei pendolari. Nessuna garanzia obiettiva di
un miglioramento dei servizi di trasporto collettivo di massa pare risiedere
negli accordi per l’Alta Velocità: gli
investimenti faraonici immobilizzati nei progetti AV risultano sottrarre ai
servizi di trasporto di massa cure e risorse. Da sempre Idra si batte perché le risorse
pubbliche siano spostate dal sistema dissipativo dell’Alta Velocità alle
infrastrutture ferroviarie che rispondono alle esigenze di massa di trasporto
collettivo su ferro nelle aree metropolitane.
Inoltre – fa notare Idra - l’iter procedimentale del
sottoattraversamento AV di Firenze non era perfezionato al momento della partenza del Forum di partecipazione per il
Piano Strutturale, né lo è tuttora. “Anche
sul piano formale, dunque, scrive Idra,
l’inserimento del progetto di sottoattraversamento Alta Velocità nel novero
delle “Invarianti” appare una forzatura,
che mal si concilia con la constatazione dell’entità delle ricadute che
sull’intera città graveranno per almeno
9 anni (come recita il progetto) a partire dal primo colpo di piccone”.
Ma Idra ne ha, ovviamente, anche per le quantità industriali di asfalto promesse da altre “invarianti
blindate”, che aggraveranno i problemi
legati al traffico e all’inquinamento. Se da una parte la Terza corsia
autostradale assicurerà un incremento spettacolare di offerta di asfalto alla
mobilità su gomma (contraddicendo gli obiettivi primari dichiarati dal Piano
Strutturale), dall’altra l’inserimento fra le “invarianti” della “Circonvallazione
nord”, priva com’essa è persino di un’indagine di fattibilità, appare un vero e
proprio colpo di mano, che contribuisce a connotare il documento proposto
dall’Amministrazione “come un infelice a-priori urbanistico”.