Associazione di volontariato Idra
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aderente ad Alternativa ai progetti TAV - Federazione Nazionale dei Comitati e delle Associazioni
totale n. 2 pagine
Firenze, 27.7.'00
AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE
UNA BELLA RISOLUZIONE PLATONICA
QUELLA APPROVATA IERI DAL CONSIGLIO REGIONALE TOSCANO: OVVERO, COME CONTINUARE FACENDO FINTA DI CAMBIARE.
Non appare esserci soluzione di continuità fra le 'nobili raccomandazioni' spese negli ultimi anni dagli organi di 'controllo' sull'Alta Velocità e questa magra risoluzione approvata ieri dal Consiglio regionale all'insegna della genericità (si rivendicano niente meno che "tecnologie avanzate" e "professionalità adeguate"!) e della sicura inefficacia. Cose analoghe si erano sentite e lette anche pochi giorni prima dell'ultimo taglio alle sorgenti di Erci, in Mugello. Si è visto come è andata a finire.
Ma analizziamo il testo della risoluzione.
- I cittadini appaiono essere stati lasciati soli di fronte ai danni alla salute e al patrimonio, privi di tutele efficaci e tempestive (punto F). Ricordiamo S. Pellegrino (Firenzuola) ribattezzato, anche nella segnaletica stradale, S. Polverino. Ricordiamo le deportazioni legali dei residenti di S. Piero a Sieve dal Carlone. Ricordiamo l'angoscia che vivono ancora in queste ore - da settimane - i residenti di Casenuove Taiuti (S. Piero a Sieve), sottoattraversati a pochi metri di profondità da una linea i cui promotori non hanno programmato per loro un benché minimo protocollo di indennizzo, né per la fase di cantiere né per quella di esercizio della ferrovia, quando arriveranno le vibrazioni dei treni a 300 all'ora. Per quanto appaiano ispirate a criteri grotteschi e propongano indennizzi offensivi, pur tuttavia alcune precise "Linee guida per i nodi", con "Criteri di indennizzo per esproprio dei fabbricati abitati da demolire e per danni ai fabbricati frontisti abitati", sono state adottate nella Conferenza di Servizi per il nodo AV di Firenze. Perché nessuna garanzia del genere viene richiesta ancora oggi dalla Regione su salute, vivibilità e patrimonio per i cittadini del Mugello, dell'Alto Mugello e di Sesto Fiorentino? Perché non viene aperto un ufficio di tutela legale a disposizione dei cittadini?
- I lavoratori impegnati nella cantierizzazione sono assolutamente soli nella loro battaglia per una dignità riconosciuta loro dalla Costituzione e negata, affermano, dal meccanismo infernale del ciclo continuo. Un meccanismo che si situa probabilmente al di qua delle garanzie previste dalla L. 626 e dalle ordinarie normative sul lavoro (quanto è ammissibile lavorare in galleria 48 ore di seguito, e maturare un solo giorno di riposo, ad esempio?). Perciò ci pare che il Consiglio avrebbe dovuto impegnare la Giunta a promuovere qualcosa di più di un semplice invito platonico (punto A 5) al potenziamento delle attività dell'ASL ai fini della sicurezza: urge invece assicurare una verifica globale della legittimità del contratto di assunzione dei lavoratori, vissuto come una iniqua imposizione da maestranze che subiscono già il pesante pendolarismo dalla Calabria, dalla Valtellina, dalla Puglia, dalla Campania e dall'Abruzzo. E si sarebbe dovuto affidare esplicitamente all'ASL un'agenda di monitoraggio prima, durante e dopo l'opera, sia nei cantieri sia nelle aree interessate direttamente e indirettamente dalle cantierizzazioni.
- L'OAN non soffre solo della compresenza, al suo interno, di controllori e controllati. I suoi problemi stanno persino più a monte: esso appare la caricatura di un organo di controllo già nella misura in cui - a prescindere dalle buone intenzioni dei componenti - è strutturato in modo da non funzionare. Non ci risulta che sia dotato di segreterie organizzative efficienti, o tout court, né a livello centrale né a livello locale. Ultimamente, per chiedere informazioni al rappresentante regionale toscano nell'OAN, toccava lasciare un messaggio alla segreteria dell'assessorato all'Urbanistica di Firenze. Adesso, col nuovo titolare, come sarà organizzata la 'comunicazione'? Potrà il presidente dell'OAN, a Roma, continuare a promettere trasparenza e democrazia senza poter poi rispondere neanche alle lettere? Ci sembrava prioritario - anche qui - uscire dalle proposizioni platoniche e proporre gambe concrete a queste strutture.
- Quanto all'ARPAT (punto A 4), il rafforzamento della sua funzione di controllo ambientale dev'essere sì quantitativo (ma appunto per questo anche quantificato, non generico). Ma deve a nostro avviso passare anche attraverso una mutazione qualitativa del suo impegno: appare ipocrita e spuntato un "impegno al rafforzamento" che non contempli la restituzione all'organo pubblico ARPAT della titolarità delle attività di monitoraggio (a partire dall'ante operam). Ma di questo nella risoluzione non si parla. Si continua a invocare genericamente un "potenziamento del monitoraggio e delle previsioni degli impatti critici ante operam e in corso d'opera": si dimentica forse che queste funzioni sono affidate agli stessi costruttori (il CAVET) dal subdolo meccanismo istituzionale approvato nel '95 in Conferenza di servizi?
- Non si può continuare a sorvolare sul pesante impatto sulla viabilità ordinaria provocato dalla movimentazione su gomma (spesso selvaggia) di inerti e smarino. Un impatto del quale dobbiamo essere grati alla passata Amministrazione Regionale, che ha sottoscritto nel '95 con squilli di tromba impegni solenni per l'uso della ferrovia Faentina come linea di cantiere, e ne ha mancato clamorosamente l'attuazione. L'uso di cantiere della ferrovia Faentina e della rotaia sarebbe dovuto tornare al primo posto nelle priorità in agenda: altrimenti sia spiegato perché il Mugello e Sesto Fiorentino avrebbero meritato e continuerebbero a meritare un così grosso inganno. Ma anche di Faentina e inerti nella risoluzione non si parla.
- La risoluzione sorvola candidamente sul mancato censimento della movimentazione degli inerti: delle quantità e della qualità, delle origini e delle destinazioni, delle stesse condizioni di trasporto dei materiali in entrata e in uscita dai cantieri. Mantenere l'attuale regime di "laissez faire, laissez passer", però, può produrre solo conseguenze negative sull'ambiente, sulla sicurezza degli autotrasportatori e di riflesso degli utenti della viabilità ordinaria, sulla trasparenza e la verificabilità dei profitti che da tali movimentazioni si generano.
- Il quadro dei fenomeni di impatto ambientale è assai più vasto e complesso di quello che la crisi idrica degli ultimi mesi a Luco e a Grezzano lascia intravedere. La rottura delle falde ad Erci rappresenta solo un'ultima appendice localizzata di un'aggressione a vasto raggio al serbatoio idrico appenninico (abbondantemente preannunciata), da Firenzuola a a S. Piero a Sieve. Alcune frazioni del Comune di Firenzuola siano state lasciate a secco già nell'estate del '98, quando si prosciugarono simultaneamente abbeveraggi per le bestie e morirono trote e crostacei nei torrenti dell'Alto Mugello. Ricordiamo la galleria di Osteto, ininterrottamente allagata dal giugno del '99, oggi abbandonata, che ha inquinato con centinaia di migliaia di ettolitri di acqua sporca di cantiere una vallata - quella della Badia di Moscheta - col marchio SIC (Sito di Importanza Comunitaria). Campi agricoli sono sprofondati a Luco. Cedimenti si sono avuti anche all'autodromo di Scarperia. E' del tutto evidente inoltre che la prevenzione degli impatti ambientali di tipo idrogeologico, per quanto titanica, non esaurisce i compiti che vanno assegnati al "nuovo corso" delle cantierizzazioni TAV, e che la revisione dell'accordo procedimentale che ha fin qui mal garantito la sicurezza del territorio, dei lavoratori e delle popolazioni non può credibilmente avvenire al di fuori della cornice di una riapertura della Conferenza di servizi. Un esempio per tutti: la stessa concezione costruttiva di 60 km di tunnel ferroviario pressoché continuo (e dunque ad elevato rischio intrinseco) fra Vaglia e Bologna, privo della galleria di soccorso (il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze, che non era stato consultato ai sensi della L. 191/74, ha espresso formalmente "seri dubbi sulla rapidità ed efficacia dei mezzi di soccorso" in siffatte condizioni), non rappresenta una 'soluzione' su cui si possa continuare a sorvolare. Come si può pretendere poi, al di fuori di una Conferenza di servizi, uno "svincolo delle fideiussioni (…) superando anche i limiti di tempo previsti negli accordi esistenti" (punto A 8)?!?
- Brilla per l'assenza di ogni menzione la cantierizzazione sempre più pesante e insalubre a Sesto Fiorentino: ma l'area metropolitana fiorentina fa parte della tratta, e ne costituisce anzi il punto critico più vulnerabile e vulnerato sul piano sociale.
- La Regione Toscana avrebbe dovuto assicurare diritto concreto e formale di cittadinanza alle espressioni del volontariato e della società civile, non solo nei momenti di crisi, ma anche nella quotidianità della 'comunicazione istituzionale'. Ma il Consiglio ha escluso i cittadini e le loro espressioni dal novero dei "soggetti interessati" titolari del diritto ad essere informati dall'Osservatorio Ambientale Nazionale di quel "quadro di garanzie", solo in presenza delle quali l'OAN "autorizzi la ripresa dei lavori" (punto E).
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