Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO
STAMPA 27.6.’08
TAV, OGGI A ROMA SI PARLA DEI DESTINI DI FIRENZE E DEL MUGELLO: IDRA SCRIVE AL MINISTRO STEFANIA PRESTIGIACOMO.
OSSERVATÒRI AMBIENTALI SCADUTI, IMPATTI SENZA CONTROLLO: URGE GARANTIRE LEGALITÀ
AL TERRITORIO!
Scaduti da oltre un anno
l’accordo procedimentale sulla tratta TAV in Toscana e il relativo osservatorio
ambientale nazionale. I lavori della TAV
in Mugello, a Sesto Fiorentino e a Monte Morello, e ormai
anche a Firenze (qui l’osservatorio risulta essere decaduto da più di
un mese: ma a Castello i cantieri vanno avanti!), proseguono indisturbati senza organo di controllo. Merito, si fa
per dire, del governo Prodi e del suo ministro Verde all’Ambiente. “Il mancato rinnovo non ha comportato una
sospensione cautelativa dei lavori, come sarebbe stato logico, bensì la loro
prosecuzione in assenza dei controlli istituzionali previsti dagli accordi
stessi”. Lo scrive al nuovo ministro dell’Ambiente, indignata,
l’associazione ecologista Idra. “La circostanza ci pare alquanto grave, e rimarrà
- riteniamo - a perenne discredito dell’operato del Governo che ha preceduto
l’attuale”. E aggiunge: “Noi vogliamo confidare che Ella avverta –
anche in virtù della Sua sensibilità femminile - la delicatezza della materia,
giacché persino nella città di Firenze proseguono in simili condizioni attività
di cantiere di grande impatto”.
Idra scrive a Roma dopo aver appreso dell’incontro in
calendario oggi fra Stefania Prestigiacomo e la Direzione salvaguardia
ambientale. All’ordine del giorno proprio la questione degli accordi
procedimentali e degli osservatòri ambientali istituiti a suo tempo per
controllare l’attuazione dei programmi di costruzione delle linee ad Alta
Velocità sulla tratta Bologna-Firenze e nel nodo di Firenze. “Approfittiamo della scadenza
dell’appuntamento di domani per comunicarLe, con ogni possibile sentimento di
urgenza, la nostra attesa di un
immediato recupero di condizioni minime di legalità – ha scritto ieri Idra al ministro - a beneficio di un territorio già profondamente sconvolto dalla cantierizzazione TAV, particolarmente distruttiva, un vero e
proprio modello negativo nazionale di intervento sull’ecosistema-montagna”.
Ma, spiega l’associazione fiorentina, occorre cambiare alla radice questo
strumento spuntato che non ha saputo prevenire i disastri della
cantierizzazione.
Secondo Idra
occorre cambiare composizione, poteri e funzionamento degli osservatòri.
Basta con i cumuli di incarichi e competenze! Basta
con la scelta di membri che hanno partecipato all’approvazione dei progetti da
controllare! Chi sostiene che l’osservatorio ambientale è una naturale
prosecuzione delle attività di Valutazione di Impatto Ambientale, e che questo
giustificherebbe le scelte di ‘continuità’, dovrebbe anche spiegare se è
davvero il caso di premiare – dentro questo strumento - proprio “quei gravi deficit di valutazione, progettazione,
pianificazione e controllo – scrive Idra
- che i fatti conclamati attestano, sia in sede giudiziaria (si leggano le
conclusioni dei PM al processo di Firenze), sia in sede tecnica”. E allega
al Ministro la risoluzione di dicembre dell’Autorità per la vigilanza sui contratti
pubblici di lavori, servizi e forniture, che descrive senza perifrasi le
micidiali manchevolezze registrate nell’iter approvativo e in quello esecutivo
dell’opera TAV, a tutto danno della tutela dell’ambiente e dell’erario!
Ma basta anche con la presenza condizionante
nell’Osservatorio, con diritto di voto e di veto, dei soggetti controllati come
la TAV SpA! Secondo Idra, non è
opportuno invocare, a giustificazione di un simile ‘trattamento di riguardo’,
il fatto che è la TAV, secondo l’accordo procedimentale, a sostenere l’onere
economico delle attività dell’Osservatorio. Se infatti nel ’95, al momento
della firma dell’accordo procedimentale per la tratta TAV Bologna-Vaglia,
riceveva ancora pubblicamente credito la “bufala” della natura privata di TAV
SpA, dal marzo ’98 anche questa leggenda è stata
sfatata dall’avvenuta incorporazione di TAV SpA (debiti inclusi) in FS SpA,
dove l’unico azionista ... siano noi contribuenti. “Riteniamo dunque – scrive l’associazione - che si possa e si debba svincolare
l’azione dell’osservatorio da ogni forma di influenza e condizionamento, palese
o occulto, da parte della società proponente, divenuta ormai pubblica a tutti
gli effetti”.
Spazio invece, suggerisce Idra, a medici,
epidemiologi, biologi, sociologi, botanici, agronomi, forestali, geologi,
idraulici, statistici, architetti, ingegneri indipendenti. E, finalmente,
una struttura organizzativa efficiente (sarebbe vano cercare in rete un sito
informativo sulla tratta appenninica o sul nodo di Firenze!) e poteri in grado di esprimere provvedimenti
autoritativi assai più certi, cogenti e immediati di quelli – quasi
platonici - che l’accordo procedimentale attualmente prevede. Se le autorità
pubbliche continueranno a varare progetti che già sulla carta si annunciano
devastanti, sia almeno l’osservatorio a poter “fermare la macchina” quando si
dimostra distruttiva di risorse e salute. “Un
osservatorio che non abbia potestà immediata di intervento nelle emergenze
ambientali che sono all’ordine del giorno nella cantierizzazione di opere
dall’impatto così pesante e prevedibile appare piuttosto una foglia di fico che uno strumento efficace di tutela”,
conclude l’associazione fiorentina.