Associazione di volontariato Idra
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1°
MAGGIO: L’ASSOCIAZIONE ECOLOGISTA TOSCANA IDRA RICORDA IN UNA LETTERA
INDIRIZZATA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GLI ULTIMI GRAVI INCIDENTI NEI
CANTIERI PER LE ‘GRANDI OPERE’ SULL’APPENNINO TOSCO-EMILIANO. URGE UNA
NUOVA “CULTURA DEL PROGETTO”.
Tunnel TAV Firenze-Bologna: i
cantieri meglio monitorati d’Italia? Forse. Ma anche quelli in cui la legge 191 sulla prevenzione degli
infortuni è stata applicata per 11 km di galleria, e disapplicata per 60. Ma
anche quelli in cui il ciclo continuo
(definito da alcuni “straordinario strutturale”), e lo sconvolgimento dei ritmi
biologici e psichici dei lavoratori, si fanno contratto. Ma anche quelli in
cui i controlli dell’Ispettorato del lavoro hanno registrato, nei pur scarsi sopralluoghi nei
cantieri TAV, quantità
industriali di straordinario illegale, e i controlli dell’ASL condizioni di nocività davvero poco
europee.
Ne scrive in una lettera lunga e
circostanziata l’associazione ecologista fiorentina Idra al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla vigilia
della festa dei lavoratori, dopo che l’Appennino
tosco-emiliano in tre settimane ha visto due gravi incidenti nei cantieri, uno
dei quali mortale: il 26 marzo scorso un operaio di 53 anni di Isernia è
morto all'interno in un cantiere della Variante di Valico della A1; il 18 aprile, sulla tratta TAV Bologna Firenze, un
operaio macedone di 40 anni è rimasto vittima di un grave infortunio a Loiano,
nella stessa galleria Monte Bibele della TAV in cui il 6 aprile 2003 tre operai
rimasero gravemente ustionati a causa dello scoppio del grisou.
Idra enumera
puntualmente nella nota “fatti
e circostanze che testimoniano le straordinarie difficoltà che incontrano la
cultura della sicurezza e lo stesso rispetto della legalità, anche nell’ambito
di una cantierizzazione ufficialmente super-monitorata, come si dice e si
scrive a proposito di quella della TAV”. Ne derivano secondo
l’associazione, iscritta al registro regionale del volontariato della
Toscana, “conseguenze inaccettabili, che offendono la dignità dei lavoratori e
ne pregiudicano vita e salute, oltre ad incidere pesantemente – per
l’architettura contrattuale, i ritardi nell’esecuzione e la dubbia qualità
dell’opera – sullo stesso delicato equilibrio dell’erario”.
Questi i principali rilievi:
·
le condizioni contrattuali di lavoro
di “straordinario legalizzato”, aggravate da un delicato contesto extra-contrattuale: le
maestranze impiegate
nella costruzione della linea TAV sono state esposte a un vero e proprio
sconvolgimento dei ritmi biologici e circadiani per effetto della continua
rotazione nell'orario di lavoro, articolato su cicli che non seguono
l’ordinaria cadenza settimanale e determinano la perdita dei più elementari riferimenti
temporali (il giorno, la notte, il sabato, la domenica), con turni che
raggiungono anche le 48 ore settimanali notturne e una vita di relazione
limitata (la maggior parte dei lavoratori proviene da regioni ubicate a centinaia di chilometri di distanza,
spesso sprovviste di sufficienti opportunità di impiego nel rispetto della
legalità, costrette a un’esportazione sovente selvaggia e scarsamente tutelata
di manodopera), in un contesto di impiego usurante svolto in condizioni estreme; a tale
'ordinaria amministrazione' – rileva Idra - vanno sommate le quantità
industriali di straordinari illegali registrate dall'Ispettorato del Lavoro di
Firenze nel corso dei suoi pur scarsi sopralluoghi nei cantieri TAV;
·
la
clamorosa assenza, nell’iter progettuale ed approvativo dei progetti per la
tratta TAV Bologna-Firenze, di due apparati amministrativi fondamentali per le
garanzie di sicurezza prima dei lavoratori e poi degli stessi utenti: i comandi provinciali dei Vigili del fuoco
ed il Servizio sanitario nazionale;
·
l’assenza del tunnel di servizio per
la lunghezza di 60 km
di galleria fra Firenze e Bologna.
Se qualcuno, come il presidente
della Regione Toscana Claudio Martini, non ha esitato a descrivere i lavori per
l’Alta Velocità in Toscana come “un modello
operativo di efficienza e rispetto per ambiente e sicurezza”, non mancano invece - secondo Idra -
le prove del fallimento e della pericolosità di questo modello: “tutta la
documentazione è ovviamente a disposizione di codesta Presidenza”, scrive Idra a Napolitano. E conclude: “Ci auguriamo che Ella voglia sottolineare,
nel messaggio che il Paese attende da Lei, l’urgenza
di una nuova "cultura del
progetto" nelle opere pubbliche in Italia, che garantisca una volta per tutte interventi socialmente utili,
trasparenti, democraticamente condivisi, economicamente sostenibili, rispettosi
delle normative, delle esigenze dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori,
oltre che ingegneristicamente affidabili. Ci auguriamo altresì che Ella
proponga l’adozione di ogni possibile
urgente misura atta a propiziare il ripristino delle condizioni di osservanza
delle leggi in materia di prevenzione, sicurezza e igiene pubblica, anche
nell’ambito delle cantierizzazioni – particolarmente pesanti e invasive – delle
cosiddette “grandi opere”.