Associazione di volontariato Idra

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27.3.’99

Agli organi di informazione

TUNNEL E SICUREZZA DOPO LA TRAGEDIA DEL MONTE BIANCO: NELL’INDIFFERENZA GENERALE SI STA COSTRUENDO UN MOSTRO SOTTO L’APPENNINO

VANE FINO AD OGGI LE SEGNALAZIONI ALLE AUTORITA’ DA PARTE DELL’ASSOCIAZIONE IDRA

Dopo la tragedia del Monte Bianco Idra torna a ricordare gli scenari inquietanti che potranno accompagnare la messa in esercizio del tunnel ferroviario ad Alta velocità fra Bologna e Firenze quando sarà completata la costruzione del tunnel appenninico da 5000 miliardi destinato a far risparmiare pochi minuti fra i due capoluoghi regionali, su una distanza di appena 66 km.

La galleria del Monte Bianco, lunga 11 km, è stata costruita nei primi anni ‘60, sprovvista di tunnel di servizio per le emergenze. Idra ricorda che il tunnel TAV fra Firenze e Bologna è lungo 60 km, e viene costruito oggi , anch’esso privo del tunnel parallelo di soccorso.

Idra ha segnalato a suo tempo ai Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco di Bologna e di Firenze, e al Ministero dell’Interno, Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendi, la grave circostanza che essi sono stati esclusi dalla progettazione e dalla formulazione di pareri sulla nuova tratta ferroviaria ad Alta velocità. Il Direttore generale del Ministero dell’Interno Corbo aveva ammesso, rispondendo a un quesito dei comitati dei cittadini, la "situazione di non conoscenza della questione", riservandosi di comunicare al Coordinamento toscano dei comitati "le ulteriori notizie di competenza, non appena acquisite". Ebbene, tutto questo succedeva il 29 aprile del ’96. Da allora, nessuna notizia. La questione, come si desume dalla nota inviata al Coordinamento dalla Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendi del Ministero dell'Interno, riguarderebbe non solo la tratta Bologna-Firenze, ma anche la Roma-Napoli.

Dopo le pressioni dei cittadini, tuttavia, il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze ha ottenuto di essere convocato in Conferenza di Servizi almeno per l’approvazione della connessione col nodo di Firenze, 11 km di galleria fra Vaglia e il capoluogo toscano stralciati dal progetto approvato nel ’95, ai quali sono state apposte dal Comando una serie di importanti e costose prescrizioni inerenti appunto la sicurezza. Benché non richiesto, il Comando ha inteso tuttavia inserire nel proprio parere, emesso il 23 luglio del 1998, anche una valutazione molto critica della tipologia costruttiva adottata per la lunghissima galleria fra Vaglia e Bologna, esprimendo "seri dubbi sulla rapidità ed efficacia dei mezzi di soccorso" nei 60 km di galleria. Nella costruzione del tunnel fra Vaglia e Bologna, scrive testualmente il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze, è stata adottata la tipologia costruttiva denominata "galleria monotubo a doppio binario" con finestre intermedie poste a distanza reciproca di 6-7 km. Ma "nel caso di gallerie con finestre intermedie - si legge nel parere del Comando fiorentino - non è possibile avvicinare i mezzi di soccorso, inviati in appoggio al mezzo intermodale, in zone prossime all'incidente. Tali mezzi infatti potranno raggiungere il punto di innesto delle finestre con la galleria di linea, ad una distanza dal luogo dell'incidente, nella peggiore delle ipotesi, di circa 3,5 km".

Le Procure della Repubblica di Firenze e di Bologna sono state informate, rispettivamente nel febbraio e nell’ottobre del ’97, della mancata consultazione dei Comandi Provinciali e della risposta ricevuta dal Ministero dell’Interno. Così come sono stati informati a suo tempo, da Idra, sia il Ministro dell’Interno Napolitano sia il sottosegretario Barberi. Quali iniziative sono mai state assunte al riguardo?

La tratta ferroviaria ad Alta Velocità continua ad essere costruita in un territorio geologicamente instabile, senza un parere dell’Autorità di Bacino dell’Arno, col parere negativo del Servizio Geologico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ignorando le cautele sul rischio di inquinamento elettromagnetico sollevate dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana (ARPAT) oltre un anno fa.

Appare improponibile - sostiene Idra - continuare a costruire un'opera costosissima, i cui prezzi lievitano peraltro esponenzialmente (oggi siamo ad almeno 4800 miliardi, dai 2.100 dei "contratti a prezzi chiusi" presentati a agosto del 1991, nonostante la riduzione chilometrica del tracciato ), il cui onere è a totale carico dello Stato, sulla base di progetti privi dei requisiti di sicurezza essenziali. Le drammatiche esperienze recenti di incidenti di treni veloci in Germania e in Italia, e la tragedia del Monte Bianco, non consentono di trascurare gli aspetti legati alla sicurezza.

Per questo Idra tornerà a chiedere alle Procure della Repubblica di verificare se sussistano - alla luce della documentazione prodotta dai Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco e dal Ministero dell'Interno - irregolarità, inadempienze e/o omissioni da parte dei soggetti firmatari degli accordi per il quadruplicamento veloce delle tratte ferroviarie TAV, nonché da parte dei destinatari delle segnalazioni e della documentazione trasmesse formalmente dai comitati dei cittadini e da Idra circa la mancata consultazione dei Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco in sede di Conferenza di Servizi.

Alle Procure della Repubblica si chiederà anche di verificare se non sussistano le condizioni per una sospensione immediata dei lavori di cantierizzazione.

Idra attende infine una risposta alla lettera inviata al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze lo scorso 2 novembre. In essa si avanzavano ai sensi della L. 241/90 sulla trasparenza le seguenti richieste di chiarimento:

"1) Se le caratteristiche costruttive dell'opera in questione in relazione al parere dalla S.V. obbligatoriamente espresso ai sensi dell'art. 33 L. 191/74 sulla Variante di Firenze Castello, ma non sulla restante tratta FI-BO, non facciano sorgere il pericolo di disastri ed infortuni sul lavoro, e quindi se la omissione delle relative cautele, dalla S.V. espressamente segnalate, già sin d'ora non possa integrare gli estremi dei reati di cui agli artt. 437 e/o 451 del codice penale, considerato che, come noto, si tratta di reati la cui soglia di consumazione è anticipata alla nascita di un pericolo, anche presunto, per la pubblica incolumità.

2) Qualora così fosse, se non sia contemplato l'obbligo della relativa denunzia alla Autorità Giudiziaria competente, da parte Vostra, in qualità di pubblico ufficiale".

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