Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA Firenze, 26.7.’02

L'associazione Idra torna a scrivere al governatore di Bankitalia, Antonio Fazio. Prosegue la riflessione suggerita dalle considerazioni finali espresse dal governatore all'assemblea annuale dell'Istituto, in materia di "grandi opere" come fattore di sviluppo economico. Idra esprime al governatore l'auspicio di un suo autorevole chiarimento in materia.

L'associazione Idra porge a Fazio i ringraziamenti per l'attenzione che il governatore ha affermato, rispondendole, di aver prestato ai punti dolenti etici, sociali e finanziari che Idra già aveva ritenuto urgente segnalargli lo scorso 3 giugno, quando suggeriva la necessità di discernere fra "sviluppo" e "sviluppo". Esplicito il riferimento alla vicenda esemplare dell’"Alta Velocità ferroviaria - TAV Spa": Idra chiede che si evitino ulteriori massicci sprechi di risorse pubbliche. Sotto questo aspetto, ha scritto al governatore di Bankitalia l'associazione fiorentina, anche la nuova "grande infrastruttura" che si prospetta, il ponte sullo Stretto di Messina, sembra caratterizzata da approssimazione nelle valutazioni globali circa la convenienza pubblica dell'opera, e da marcata ambiguità nell’architettura finanziaria.

Il vicepresidente di Idra, Pier Luigi Tossani, scrive a Fazio sui pericoli insiti nella promozione delle opere infrastrutturali quali significativo fattore di sviluppo dell'economia nazionale. Manifesta cioè la preoccupazione che i responsabili della cosa pubblica abbiano trascurato la necessità di una preventiva approfondita analisi del rapporto fra costi finanziari e ambientali da una parte, e benefici reali per la collettività dall’altra. Così come si dubita che siano state prese in esame le ottimizzazioni realizzabili delle infrastrutture già esistenti (peraltro talvolta fatiscenti, lo testimonia il più recente caso di disastro ferroviario in Sicilia) e che si sia assicurata una valutazione esauriente delle alternative possibili. Una politica infrastrutturale non responsabilmente meditata, scrive Tossani, "potrebbe avere in ultima analisi l'effetto opposto a quello da tutti noi auspicato. E cioè l'ulteriore peggioramento della situazione finanziaria del Paese, senza peraltro alcun concreto vantaggio per l'utenza civile, commerciale e industriale".

Circa i recenti richiami della UE al nostro Paese in merito all’esigenza di contenere il debito pubblico e di astenersi da artifici contabili, Idra ha scoperto una piccola "perla" nel sito internet di TAV Spa, e ha pensato di farne omaggio a Fazio: ancora oggi TAV afferma che lo schema di finanziamento dell'Alta Velocità prevede che l'investimento sia sostenuto al 40% dallo Stato e al 60% tramite "il ricorso al mercato dei capitali". "Non vediamo", scrive ancora Tossani, "quale sia la differenza sostanziale fra le due modalità. L'espressione appare alludere alla ex quota di partecipazione privata, e sembra mirare ancora una volta a dissimulare la natura comunque totalmente pubblica dell’investimento, richiamando la partizione percentuale del project financing TAV ormai di fatto tramontata da ben quattro anni. Riteniamo a questo proposito che sia giunto il tempo, anche a prescindere da quanto raccomandato della UE, che i delegati alla gestione della cosa pubblica trattino i cittadini e contribuenti del nostro Paese da persone adulte e responsabili, e sia dato loro conoscere come e in qual misura vengono effettivamente impiegate le risorse finanziarie da loro conferite alla fiscalità generale".

Idra infine ha nuovamente proposto al governatore di Bankitalia un incontro di approfondimento con una propria delegazione tecnica, e ha espresso il fervido auspicio di un autorevole pronunciamento pubblico di chiarimento in materia, in occasione dei suoi prossimi interventi in sede istituzionale.

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