Associazione di volontariato Idra
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GALLERIA TAV, COME CI SI ATTREZZA PER L’EMERGENZA NELLA TRATTA CRITICA FIRENZE-BOLOGNA:
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE ENRICO ROSSI CONFERMA I DUBBI DI IDRA.
“Quanto
riportato dal comunicato stampa delle Ferrovie pare sia quanto effettivamente
accaduto, in assenza di trasparenza nei
confronti dei Rls (Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) e dei
lavoratori (macchinisti e capitreno) che sarebbero i primi a dover
coordinare gli interventi e prestare soccorso ai viaggiatori in caso di
emergenza”: così scrive
a Idra il presidente della Regione
Toscana Enrico Rossi, rispondendo a un appello dell’associazione fiorentina
inviato anche al prefetto di Firenze e al presidente della Provincia Andrea Barducci.
Dopo aver ricevuto dal giornale ”Ancora in marcia” la notizia delle imminenti operazioni di simulazione
di emergenza nella galleria ferroviaria AV tra Firenze Bologna, in programma
nella notte fra l’8 e il 9 aprile, e dopo che la Protezione civile della
Provincia aveva ammesso di essere all’oscuro dell’evento, Idra aveva allertato le autorità: “Trasmettiamo alle Autorità in
indirizzo la seguente informativa [...], affinché valutino l’opportunità di adottare
ogni eventuale provvedimento atto a garantire trasparenza ed efficacia alle
azioni di prevenzione e di protezione civile a tutela della sicurezza delle
condizioni di viaggio nella galleria TAV Bologna-Firenze”. Galleria nuova di zecca ma sprovvista
per 60 km di linea, è forse utile ricordarlo, di un tunnel parallelo di
soccorso.
Appena ricevuta
dal presidente Rossi la conferma dei propri dubbi sull’effettiva osservanza
delle norme di legge in materia da parte delle Ferrovie dello Stato, Idra ha provveduto a inoltrare in via
formale, per lettera raccomandata, una richiesta di informazione e
documentazione alla Direzione Provinciale del Lavoro di Firenze, essendo nel
frattempo intervenuta – come segnala il presidente della Regione nella sua nota
– una modifica nell’attribuzione delle competenze in materia di controllo: “Ricordo come [...] la
competenza in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, in ambito
ferroviario, sia stata sostanzialmente trasferita (si tratta di una normativa poco chiara e come tale la Toscana ha
chiesto la costituzione di un gruppo di lavoro interregionale per affrontare e
dipanare la materia, anche per evitare
che, in assenza di chiarimenti, vi siano conflittualità, duplicazioni di
interventi o, peggio, aree scoperte) alle Direzioni Provinciali del Lavoro,
che sono pertanto i soggetti da coinvolgere nella verifica di eventuali
violazioni della normativa in materia di sicurezza sul lavoro”.
Così dunque Idra nella sua nota al Direttore Provinciale del Lavoro:
“Considerata
l’importanza e l’urgenza di un chiarimento a 360 gradi su una vicenda che interessa
una tratta a così forte rischio
strutturale di incidente con caratteristiche di disastro, vicenda che
presenta anche altri lati da verificare (ad esempio: come mai non sono state
testate, in una operazione apparentemente così importante da meritare una nota
stampa di Ferrovie dello Stato, le cosiddette ‘vie di fuga’ che presentano le
citate caratteristiche di criticità?), chiediamo alla Direzione di cui Ella è
responsabile di documentare cortesemente la scrivente Associazione, iscritta al
Registro regionale del volontariato della Toscana e parte civile nel
procedimento penale celebrato presso il Tribunale di Firenze a carico del
CAVET, consorzio costruttore della tratta AV Bologna-Firenze:
a) sull’effettiva natura, dimensione e finalità
dell’operazione svoltasi fra l’8 e il 9 aprile scorso, e sui relativi
risultati;
b) sulla
circostanza che altre esercitazioni del
genere abbiano o meno avuto luogo, con quali caratteristiche (ivi compresa
la presenza o meno degli RLS) e con quali esiti;
c) sul
grado di comunicazione e sinergia che la
Direzione è attualmente in grado di assicurare con gli altri organi di
controllo e di vigilanza, e in particolare con l’Azienda Sanitaria di Firenze,
affinché sia evitato il rischio, paventato dal presidente Enrico Rossi nella
nota citata, “che, in assenza di chiarimenti, vi siano conflittualità,
duplicazioni di interventi o, peggio, aree scoperte”;
d) sulla
presenza o meno – nelle dotazioni della
Direzione Provinciale del Lavoro di Firenze – delle competenze tecniche e delle
risorse umane e finanziarie necessarie a far fronte in maniera adeguata ai
compiti posti dalla nuova normativa cui fa riferimento il Presidente Rossi”.