Associazione di volontariato Idra
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TAV: LA “GROSSE KOALITION” È GIÀ ALL’OPERA!
VELTRONI E BERLUSCONI, PROGRAMMI FOTOCOPIA.
“Quanto
diavolo ci vuole in questo Paese a fare una ferrovia, un’autostrada? Quanto
diavolo ci vuole? Oggi leggevo sui giornali che Zapatero ha inaugurato
il tratto di ferrovia ad alta velocità tra Madrid e Barcellona. Credo, 700 km
che si fanno in 158 minuti. Quanto ci vuole in Italia per fare una cosa simile?
Perché ci devono volere anni per fare
quello che la decisione politica può fare rapidamente?”.
Così, con enfasi, Walter Veltroni a
Foggia durante il comizio elettorale tenuto lo scorso 21 febbraio. Dunque, la
“decisione politica” deve tornare ad essere, secondo il Partito democratico,
sovrana assoluta. Ci si domanda quanto e
come, nelle condizioni in cui vengono attualmente assunte le “decisioni
politiche”, ci sarà spazio per il confronto coi cittadini, per il dibattito, per
la partecipazione democratica.
La soluzione allo spinoso problema del dissenso delle popolazioni sembra essere rappresentato – nelle
dichiarazioni di Veltroni a Foggia – da una ricetta anche questa non proprio nuova:
“semplificare
le procedure”. Per evitare il rischio che un amministratore possa
ammettere di avere sbagliato dopo essersi confrontato meglio con la realtà e
coi cittadini amministrati, secondo Veltroni occorre poi “introdurre un principio di
responsabilità per l’amministratore pubblico che definisce un’ipotesi
progettuale e poi decide di cambiare idea”.
"Come ha detto Veltroni – rincara poche ore dopo Massimo D’Alema, leggiamo, in una intervista
al Sole 24 Ore - siamo per l'ambientalismo del fare. Ora possiamo dire con grande
tranquillità che siamo il partito anche
dei termovalorizzatori, dei rigassificatori, della Tav".
Pure il leader
del Popolo della libertà Silvio Berlusconi annuncia negli stessi giorni in un convegno a Roma, il 23 febbraio, che
in caso di vittoria del suo partito alle prossime
elezioni, il governo andrà avanti con il
progetto dell'alta velocità.
La
“maggioranza infrastrutturale” invocata
da Giorgio Merlo su indicazione di Antonio Di Pietro è dunque una realtà nell’empireo della politica nazionale.
Senza perifrasi, sul progetto TAV
Berlusconi aggiunge: "Lo faremo, se ci sarà bisogno usando
la forza dello Stato. Nessuna
minoranza organizzata potrà impedire che lo Stato faccia il proprio dovere,
facendo rispettare la legalità".
Sono
questi gli scenari di democrazia che dobbiamo aspettarci nel prossimo futuro in
Italia?
E’
questo “il nuovo che avanza”?