Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO
STAMPA Firenze, 26.2.’04
La montagna torna
ai cittadini …
SU MONTE BENI L’ASSESSORE REGIONALE ALL’AMBIENTE LA
VEDE COME IDRA E SCRIVE AL SINDACO DI FIRENZUOLA: ANCHE NELL’AREA DELLA
EX CAVA OGNI PROGETTO VA SOTTOPOSTO A UNA VALUTAZIONE
DI INCIDENZA.
“Ci sembra che sussistano tutti i presupposti perché qualsiasi
progetto di messa in sicurezza di Monte Beni venga assoggettato a una
approfondita Valutazione di Incidenza, come prevede la normativa per i Siti di
Importanza Comunitaria, e come certo è interesse del Comune di Firenzuola, che
si è opportunamente adoperato per l’inserimento dell’ex area di cava nel
perimetro di tutela”. Così aveva scritto il 13 febbraio al
sindaco di Firenzuola Renzo Mascherini l’associazione di volontariato Idra,
dopo aver ricevuto il 30 gennaio dal primo cittadino una lettera nella quale si
annunciava la definitiva approvazione del Sito di Importanza Comunitaria di
Monte Beni da parte del Consiglio Regionale. “I vincoli posti dalla
normativa europea non possono che rafforzare la prospettiva di una efficace
risistemazione ambientale, nella prospettiva che correttamente
l’Amministrazione ha inteso adottare con la proposta di nuova perimetrazione”,
aveva aggiunto l’associazione ecologista. “La Valutazione di Incidenza
appare peraltro tanto più opportuna e urgente alla luce dei contenuti
del pronunciamento tecnico dell’ARPAT sulla natura dei fanghi provenienti
dall’impianto di lavaggio CAVET degli inerti del Sasso di Castro (classificati
come “rifiuti”) e sulla loro qualità ambientale”.
Il 28 gennaio Idra aveva scritto anche all’assessore
all’Ambiente della Regione Toscana Tommaso Franci per
sapere se è stato depositato dal CAVET - autore del progetto presentato il
27.6.’03 per il completamento della messa in sicurezza del versante della ex
area di cava di Monte Beni mediante la messa a dimora dei limi di lavaggio
degli inerti di Sasso di Castro - lo studio per la Valutazione di Incidenza del
progetto stesso, ai sensi della L.R. 56/2000 art. 15 e del DPR 120/2003.
Il 13
febbraio l’assessore Franci ha risposto a Idra e al sindaco di
Firenzuola chiarendo definitivamente la questione. Premesso
che “il progetto dell’intervento non è stato trasmesso ad alcun ufficio
dello scrivente Assessorato che, pertanto, non è in grado rifornire dettagli
circa il rispetto degli adempimenti”, l’assessore aggiunge che dalla
lettera con cui il sindaco di Firenzuola rispondeva il 30 gennaio scorso a Idra,
e per conoscenza a lui stesso, “risulterebbe che la valutazione di incidenza
non sia stata eseguita in quanto al momento dell’esame del progetto da parte
dell’Amministrazione comunale l’area interessata non era compresa nel pSIC [proposta
di Sito di Importanza Comunitaria, ndr]”. E conclude: “Senza entrare
nel merito di valutazioni o considerazioni circa la procedura adottata e quanto
avvenuto si fa comunque presente all’Amministrazione comunale che oggi a
maggior ragione, considerato il recente inserimento dell’area nel perimetro del
pSIC approvato dal Consiglio regionale, ogni intervento, progetto o piano di
settore in grado di influire direttamente o indirettamente sugli equilibri
ambientali dell’area stessa debba essere oggetto, preliminarmente alla sua approvazione
e realizzazione, di specifica valutazione di incidenza secondo quanto previsto
dalla L.R. 56/2000 e dal D.P.R. 120/2003. Quanto sopra non potrà
evidentemente prescindere dalle risultanze degli accertamenti recentemente
svolti dall’ARPAT e dalle conseguenti determinazioni dell’Amministrazione
comunale”.
Proprio
sul tema del futuro dell’area “Monte Beni - Sasso di Castro” Idra
auspica un riscontro – da parte dell’Amministrazione comunale di Firenzuola -
alle proposte formulate davanti al Consiglio aperto
lo scorso 26 gennaio, e alle istanze di democrazia partecipata e di
intervento nel procedimento avanzate in quella sede.
In
particolare l’associazione Idra - iscritta al registro regionale del
volontariato - ha inoltrato in forma anche scritta le seguenti richieste:
·
la rimozione dei fanghi in
tempi certi e adeguati, senza oneri per la collettività;
·
la convocazione del Gruppo di Lavoro per riambientalizzazione di Monte Beni;
·
l’adozione, da parte del Consiglio comunale e della Giunta
comunale di Firenzuola, di atti formali che pongano Monte Beni
categoricamente e definitivamente al riparo da qualsiasi minaccia di
allocazione di materiali impropri;
·
l’adozione, per il ripristino
ambientale di un sito così gravemente compromesso, di una procedura
tecnicamente e democraticamente controllata, con l’utilizzazione delle
competenze scientifiche già disponibili, come quelle dell’Osservatorio
Ambientale Locale;
·
il coinvolgimento del Dipartimento di Ingegneria Agraria e Forestale dell’Università di Firenze, al quale potrebbe essere commissionato uno studio ed
eventualmente proposta una convenzione che permetta di esprimere un’ipotesi di
intervento e di gestione;
·
la promozione di un concorso di
idee al quale partecipino tutte le competenze presenti sul territorio, così
che le scelte possano essere operate fra opzioni multiple, pubbliche e
trasparenti;
·
la convocazione di un’assemblea
pubblica nella frazione interessata (Pietramala) o di un Consiglio comunale
decentrato presso quella stessa frazione, in seduta aperta, affinché
qualsiasi ipotesi di intervento diverso da quello della rimozione dei fanghi
sia tempestivamente comunicata e sottoposta al vaglio della popolazione
interessata;
·
l’ammissione di una
rappresentanza dei cittadini e dell’associazione, in veste di uditori, agli
incontri istituzionali che si tengono presso la Regione Toscana sulla
questione del ripristino ambientale di Monte Beni.