Associazione di volontariato Idra

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per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale

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Firenze, 25.4.2000

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

DOPO L'OMELIA PASQUALE DEL CARDINALE DI FIRENZE

CHE CHIEDE AD ALTA VOCE

IL RISPETTO DELLA DIGNITÀ UMANA NELLE GALLERIE TAV

RECLAMATO DALLE MOGLI DEI MINATORI,

IDRA SCRIVE AI SEGRETARI CONFEDERALI DI CGIL, CISL E UIL+

PERCHÉ SIANO RISCRITTI I CONTRATTI,

E PREPARA UN DOSSIER PER IL FUTURO PRIMO MINISTRO

AFFINCHÉ SIANO RIAPERTE LE CONFERENZE DI SERVIZI

E SI RIVERIFICHINO ACCORDI, PROGETTI E GARANZIE.

Idra prende atto con soddisfazione dei contenuti dell'omelia pasquale dell'arcivescovo di Firenze, cardinale Silvano Piovanelli, che ha difeso ad alta voce il diritto al riposo domenicale dei lavoratori dei cantieri TAV.

Idra invierà nelle prossime ore il testo dell'omelia, e la lettera di denuncia delle mogli dei lavoratori CAVET della tratta ferroviaria ad Alta Velocità Bologna-Firenze, ai segretari confederali dei sindacati CGIL, CISL e UIL, le cui rappresentanze risultano aver siglato nel luglio '95 (in sede di accordo quadro in Conferenza di Servizi) il contratto capestro denominato "quarto turno", oggi contestato dai lavoratori. Idra chiede ai sindacati confederali di riaprire la vertenza con il consorzio di costruttori CAVET, peraltro già più volte accusato dai sindacati edili di inadempienza a proposito di straordinari.

Idra trasmetterà la denuncia delle mogli dei lavoratori CAVET, e il testo della netta presa di posizione del cardinale di Firenze, anche al futuro primo ministro, non appena avrà ricevuto la fiducia delle Camere, affinché intervenga d'urgenza presso i nuovi ministri del Lavoro e dei Trasporti per la riapertura delle Conferenze di Servizi della tratta TAV Bologna-Firenze, della connessione di Sesto Fiorentino ("Variante di Firenze Castello") e dei nodi urbani di Firenze e di Bologna. In tali sedi dovranno essere opportunamente ridefiniti, anche alle luce delle normative europee, oltre che dei diritti costituzionali acquisiti:

  1. lo schema dei contratti di lavoro e di appalto che rendono così dura, rischiosa e difficile la vita agli operai dei cantieri TAV;
  2. le garanzie progettuali sotto il profilo tecnico-scientifico, per ciò che attiene la sicurezza dei lavoratori (i disastri ambientali che hanno portato già alla chiusura di più cantieri TAV hanno la propria radice in progetti dichiarati ufficialmente insufficienti: ma le conseguenze della loro inattendibilità possono riverberarsi anche sulla sicurezza dei cantieri e di chi vi opera);
  3. le protezioni normative, e le garanzie di integrazione culturale e sociale nelle comunità ospiti, oggi clamorosamente carenti, a beneficio dei lavoratori CAVET, costretti a praticare un pendolarismo di centinaia di chilometri e a sottostare alla continua incertezza occupazionale per effetto delle interruzioni nelle attività di cantiere dovute ai dissesti idrogeologici provocati all'ambiente.

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