Associazione di volontariato Idra

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Totale n. 2 pagine (inclusa la presente)

25.2.’99

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

 

 RISCHIO GEOLOGICO

E RISCHIO SISMICO A FIRENZE

IDRA RENDE NOTE LE PREOCCUPAZIONI ESPRESSE
IN UN CONTRIBUTO SCIENTIFICO

PUBBLICATO SULLA RIVISTA

"GEOLOGIA DELL’AMBIENTE"

A FIRMA DI STUDIOSI DI GEOLOGIA URBANA

DELL’UNIVERSITA’ E DEL CNR

IDRA TRASMETTE IL DOCUMENTO

AL SINDACO DI FIRENZE MARIO PRIMICERIO

E ALLA SEGRETERIA DELLA CONFERENZA DI SERVIZI

 

Si intitola Geologia urbana di Firenze lo studio a cura del prof. Mario Boccaletti (Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Firenze) e di altri sette esperti delle Università di Firenze, Bologna e Camerino, e del CNR di Firenze (Corti G., Gargini A., Gasperini P., Piccardi L., Pranzini G., Vannucci G., Moratti G.) pubblicato sul numero 4 / 98 del periodico trimestrale della Società Italiana di Geologia Ambientale "Geologia dell’Ambiente".

"La città di Firenze - scrivono in premessa gli Autori - possiede un patrimonio socio-economico e culturale unico al mondo che deve essere salvaguardato dai vari rischi, non solo naturali ma anche antropici, derivanti dal suo rapido sviluppo. In virtù di ciò la strategia di pianificazione e di salvaguardia dei beni architettonici ed artistici fiorentini non può prescindere da un'analisi geologica del territorio e da un'accurata valutazione di tali rischi".

Vengono quindi descritti finalità e metodo della disciplina denominata "geologia urbana", un nuovo settore "che coordina, tramite un approccio multidisciplinare, gran parte delle discipline afferenti alle Scienze della Terra ed alla Geofisica", sviluppatosi "al fine di fornire soluzioni più complete ed approfondite a problematiche complesse ed interconnesse".

Ebbene, sul conto di Firenze si legge testualmente:

"Uno dei principali soggetti a rischio geologico-ambientale dell'area urbana fiorentina è l'acqua sotterranea. I potenziali o reali impatti sulla collettività che ne conseguono possono essere di tipo qualitativo o quantitativo. Da un punto di vista qualitativo l'inquinamento della falda, ospitata nelle alluvioni macroclastiche deposte dall'Arno e dai suoi affluenti, ha portato al progressivo abbandono dei pozzi per l'acquedotto pubblico; da un punto di vista quantitativo, conseguenza questa paradossalmente indotta dall'abbandono dell'uso acquedottistico della falda, la risalita del livello freatico in alcune zone della città ha condotto all'allagamento di cantine e locali sotterranei e, comunque, induce situazioni di rischio geotecnico più o meno localizzate, anche in relazione al notevole impatto che opere pubbliche di rilevanti dimensioni in fase di progettazione esecutiva potranno avere sulle strutture, in particolare quelle connesse al sottoattraversamento Alta Velocità della città".

Il rischio geotecnico non è l’unico, tuttavia.

A proposito del rischio sismico, gli autori precisano quanto complesso sia il suo calcolo in una città come Firenze. "Quest'ultima, pur non avendo memoria di forti eventi nel corso della sua storia, non può essere comunque ritenuta un'area a rischio sismico nullo o comunque molto basso, risentendo della relativa vicinanza di importanti sorgenti sismiche, poste a nord ed a sud della città, entro un raggio di circa 30-40 Km. Inoltre Firenze possiede una "esposizione" praticamente unica al mondo, di un tipo diverso dal solito, qualora per "esposizione" si voglia considerare non soltanto il valore economico e monetario dei beni ma anche quello culturale ed artistico. Tutto questo a causa dell'elevatissima concentrazione di monumenti ed opere d'arte nella città. Dalla notevole quantità di informazioni storiche disponibili, integrata dai moderni dati strumentali, si deduce per Firenze un tasso di sismicità significativo anche se generalmente con eventi di modesta magnitudo o intensità. Conseguentemente anche la probabilità che terremoti simili si ripetano, e quindi la pericolosità in generale, non deve essere sottovalutata. Occorre anche notare come la vulnerabilità di oggetti molto delicati quali le opere d'arte sposti verso il basso anche la soglia dello scuotimento che può essere considerata "accettabile". Ad esempio, se effetti del tipo: "caduta di intonaci e cornicioni", "caduta di oggetti" o "rottura di vetri" sono normalmente considerati pressoché trascurabili in un contesto di scenario di danno sismico in quanto di nulla o quasi rilevanza economica, ben diversa è la loro importanza quando ad esserne soggetti sono edifici di particolare importanza storica ed architettonica oppure oggetti conservati in chiese e musei (affreschi, quadri, statue o vetri antichi)".

Idra sottolinea la portata di queste considerazioni, agevolmente estensibili dal versante del rischio sismico a quello del rischio geotecnico. Ogni singola e semplice "caduta di intonaci e cornicioni", "caduta di oggetti" o "rottura di vetri" ipotizzabile in una città che, come scrivono gli Autori, "possiede un patrimonio socio-economico e culturale unico al mondo", rappresenta a nostro avviso un costo non accettabile se a provocarla sarà un intervento antropico privo delle necessarie garanzie di innocuità. E il progetto Italferr non sembra davvero offrirle.

Se è vero che "Firenze possiede una "esposizione" praticamente unica al mondo, qualora per "esposizione" si voglia considerare non soltanto il valore economico e monetario dei beni ma anche quello culturale ed artistico", ebbene allora noi riterremmo altamente irresponsabile la condotta di chi – ignorando o sottostimando le valutazioni preoccupate degli esperti – continuasse a perseguire l’attuazione di progetti suscettibili di mettere a repentaglio un patrimonio così raro e prezioso.

I danni al patrimonio culturale fiorentino non potranno essere facilmente risarciti. Quanto ai cittadini, prima che essere indennizzati, preferiscono di gran lunga non essere danneggiati.

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