Associazione di volontariato Idra
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28 settembre: “I
fiorentini cambiano la città”.
100 luoghi? Non bastano, sindaco Renzi! Ne mancano almeno altri 4,
fondamentali....
Alla lista dei ‘cento luoghi’ proposti dal sindaco di
Firenze Matteo Renzi mancano quattro
gambe fondamentali per lo sviluppo armonico e democratico della città di
Firenze.
Sembra incredibile, ma nell’elenco non compaiono i tre crateri del progetto di
sottoattraversamento TAV: Castello,
l’ormai ex Parco dei Macelli e l’area di Campo di Marte, dove sono
infelicemente in atto le operazioni di cantiere per lo Scavalco ferroviario,
per gli imbocchi est e ovest dei due tunnel della nuova linea ferroviaria e per
la paradossale Stazione sotterranea Foster. I cittadini soffrono ormai in maniera netta delle prime avvisaglie
della lunga stagione di danni e disagi che li attende: rumore, polvere,
vibrazioni, camion sulle strade, mobilità compromessa, contraccolpi paventabili
sulla falda e sugli edifici. “100 luoghi,
100 spazi da immaginare, 100 sogni possibili, 100 realtà da costruire”,
recita la pubblicità dell’evento in calendario il prossimo 28 settembre. “Un numero simbolico per cominciare a
trasformare Firenze in un luogo davvero nostro. Fatto per chi ci vive, per chi
ogni giorno ne occupa la dimensione del significato più importante, quello
umano”. Perché non inserire allora
proprio questi luoghi per garantire vivibilità e sicurezza?
C’è poi un
quarto luogo che brilla per la sua assenza: e cioè i punti informativi sui
lavori TAV, e i tanti lavori collegati, che dal 1999 (anno di approvazione
del progetto di sottoattraversamento) nessuna
giunta di Palazzo Vecchio (da Primicerio a Domenici a Renzi) ha pensato di allestire (o di esigere)
affinché i cittadini ‘democraticamente’ esclusi dalle decisioni potessero
quanto mano sapere che cosa comporteranno per anni e anni i lavori TAV nella
sfera della loro esistenza quotidiana: salute fisica e psichica, mobilità,
parcheggi, accessibilità dei luoghi della città, stabilità, salubrità e
variazioni del valore immobiliare degli edifici in cui abitano, ecc.
A Firenze,
città d’arte densamente popolata e già in sofferenza sul
piano del diritto alla salute e all’ambiente, non si è inteso mettere in
piedi neppure uno strumento minimo di tutela
analogo a quello organizzato dal ’95 in Mugello, l’Osservatorio Ambientale
Locale, uno sportello di aiuto ai
cittadini e agli operatori economici, sostenuto da competenze tecniche e
scientifiche ragguardevoli, che per un verso hanno alleviato almeno in parte le
sofferenze della cittadinanza, per un altro hanno costituito una banca dati risultata poi preziosa ai fini delle
indagini della Procura della Repubblica di Firenze quando si è reso necessario
istruire un procedimento penale a carico dei costruttori dell’opera (e non è
detto che un’evenienza del genere non debba riverificarsi anche a Firenze, se
non si sarà capaci di prevenire i danni che tanti esperti preannunciano). Non è
questo forse un compito che spetterebbe comunque anche all’Amministrazione
Comunale? Non potrebbe il sindaco di Firenze far sospendere i lavori fin tanto
che FS non garantirà quel minimo di accessibilità all’informazione che la più
arretrata delle democrazie imporrebbe?
Fra i 100 luoghi, peraltro, compaiono - al numero 76
- Mugnone e Terzolle. Ma la scheda
illustrativa è accompagnata dalla foto
di un Mugnone che non c’è più. Dai Macelli all’Arno, il torrente è
stravolto da un intervento di
‘adeguamento idraulico’ e canalonizzazione progettato per mettere in sicurezza
la Stazione Foster. Il cantiere sta producendo da anni (e con qualche
ritardo rispetto alle previsioni della tabella di marcia triennale?) effetti non irrilevanti sulle aree
interessate e sulla vivibilità dei luoghi, a partire dalla direttrice
Macelli-Redi-Gordigiani-Buonsignori.
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Il torrente Mugnone, come lo
racconta nel suo sito web (I Fiorentini Cambiano la Città)
il Comune di Firenze – Settembre 2010
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Il torrente Mugnone cantierizzato,
com’è in realtà – 2 settembre 2010 (foto
Idra)
Basti osservare in quali condizioni accedono a piedi
alla propria scuola gli allievi del Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” che
provengono da Novoli, lungo la grigia mega-barriera
che delimita il cantiere, priva di percorso protetto pedonale! Fa un po’
sorridere dunque leggere in quella scheda ‘stimoli di discussione’ che
recitano: “rivitalizzarne gli argini con doppia funzione: godibilità e pulizia”.
Quegli argini, che nella foto si vedono ancora, non ci sono più! E
l’ecosistema del torrente, che pure si propone come “un valore da preservare”, è completamente saltato proprio grazie a
un progetto che Palazzo Vecchio ha lasciato imporre senza nessun coinvolgimento
dei cittadini.
100 luoghi? Interessante (con le riserve accennate).
Ma di fatto, ancora una volta, viene sottratta ai cittadini la possibilità di
intervenire proprio sui progetti più importanti e più sicuramente impattanti a
scala urbana e metropolitana. Se il sindaco vuole bene alla città anche a
dispetto delle scelte dei sindaci che l’hanno preceduto e delle FS di sempre,
perché non offre fra i ‘cento luoghi’ spazi adeguati in cui i fiorentini
possano esprimersi liberamente e dare la misura della propria radicale
contrarietà a ‘grandi opere’ progettate
e realizzate con ‘piccolissima democrazia’?