Associazione di volontariato Idra
iscritta al Registro Regionale del
Volontariato della Toscana per la promozione e la tutela del patrimonio
ambientale e culturale
Tel. e fax 055.233.76.65; e-mail idrafir@tin.it; web http://associazioni.comune.fi.it/idra/inizio.html
COMUNICATO STAMPA Firenze, 24.3.’09
TAV a Firenze, quei titoli sono da
cambiare.
Il progetto esecutivo? Un fantasma...
Molto difficile che gli scavi per i
due tunnel e per la stazione nel sottosuolo di Firenze comincino ad aprile!
Forse, neppure a maggio. Forse neppure a giugno...
Giovedì
scorso l’ad delle FS Mauro Moretti ha fatto una rapida comparsa a Firenze per
il cosiddetto workshop
sul sottoattraversamento AV organizzato con la Regione Toscana.
Moretti ha
abbandonato molto presto i lavori.
Qualcuno
si è domandato: come mai così presto? C’è chi teme che fosse imbarazzato per
alcune circostanze che pochi taccuini hanno mostrato di cogliere: più di una
testata ha titolato infatti servizi, locandine e prime pagine con un poco
credibile “Scavi da aprile sotto Firenze”!
Cominciamo a fare un po’ di chiarezza su come stanno
andando effettivamente le cose.
I TEMPI DI PRESENTAZIONE DEL PROGETTO
Rispetto
al sottoattraversamento AV di Firenze, la
vera notizia è che – 10 anni e due settimane dopo la chiusura della conferenza
di servizi, proprio quando le
fanfare regionali preannunciavano chissà quale evento – Mauro Moretti non è stato in grado di presentare, e neppure di
promettere, un progetto esecutivo completo. Ha dichiarato infatti: “Domani noi presentiamo in parte il progetto ambientale della
cantierizzazione del lotto 2 all’Osservatorio Ambientale”. Ci sembra sintomatico di uno stato di difficoltà. O di un
inconfessabile ostruzionismo? Il tortuoso tracciato
del sottoattraversamento non appare infatti avere alcun senso ferroviario, men
che mai altavelocistico...
Se ancora non è pronto l’esecutivo completo, dunque, come si fa ad
annunciare l’inizio dei lavori ad aprile? Ricordiamo che il parere dell'Osservatorio Ambientale sulle parti del progetto riguardanti le
prescrizione di VIA e gli accordi procedimentali deve precedere l'attivazione
dei cantieri delle lavorazioni principali. E che per esprimere tale parere
l’Osservatorio ha due mesi di tempo dalla data di consegna degli elaborati.
Ammettiamo che l’intero progetto esecutivo venga consegnato domani stesso: si
andrebbe comunque a fine maggio.
Non solo. Nel parere relativo
allo Scavalco ferroviario fra Castello e Rifredi (il cosiddetto Lotto1), emesso
il 13 gennaio scorso, l’Osservatorio Ambientale ha scritto che “nella seduta del 23.12.2008 è stata data audizione
all’Associazione di Volontariato Idra, su richiesta della medesima, che ha
illustrato e depositato proprie segnalazioni/osservazioni/richieste/proposte e
che tali indicazioni sono state considerate nell’analisi e nella discussione
sul progetto”. Ed è bene ricordare che l’Associazione Idra ha fornito, nell’ambito di questo procedimento, un contributo che non si è limitato
al tema dello Scavalco ma – assai più diffusamente e approfonditamente – ha
posto l’attenzione dell’Osservatorio, nel documento in 57 punti che è stato
consegnato in copia a tutti i suoi componenti, sulle criticità del Sottoattraversamento e della Stazione ubicata accanto al subalveo
del torrente Mugnone.
“CAMPO
SCUOLA” DI BOLOGNA: I GRAVI DANNI CHE STA PROVOCANDO NEL CAPOLUOGO EMILIANO IL
SOTTOATTRAVERSAMENTO AV
Idra sta consegnando peraltro proprio
in queste ore all’Osservatorio Ambientale una memoria integrativa, con la
documentazione fotografica e gli estratti stampa (foto 1 e 2) che attestano la situazione ogni giorno più grave a
Bologna nell’area urbana interessata dagli scavi AV. Proprio sabato scorso
i cittadini della zona (Stazione Centrale) in cui si sta scavando la “scatola”
della stazione sotterranea AV hanno convocato una conferenza stampa nella quale
sono stati mostrati in vivo i danni
crescenti agli edifici sottoattraversati. In una importante attività commerciale, che
ospita animali esotici e non (foto 3), sono visibili spettacolari e diffuse
lesioni (foto 4 e 5): anche questo edificio, come già un altro nei mesi
scorsi, dovrà essere evacuato, secondo le Ferrovie. E pensare che Mauro
Moretti, al workshop di giovedì scorso alla Palazzina presidenziale di S. Maria
Novella, ha dichiarato a proposito dei sottoattraversamenti di Bologna e Torino: “Vorrei citare questi casi, perché sembra
che Firenze sia un caso unico. Ci sono altri due casi, Bologna e Torino, che vi
hanno anticipati: si stanno facendo sottoattraversamenti, si stanno facendo con
molta tranquillità...”. Per essere interrotto dalle proteste del portavoce
di Idra, ben al corrente della
situazione non certo rosea a Bologna. Dal Comitato di cittadini di via Carracci Idra ha ricevuto infatti ulteriore
documentazione con un lungo elenco di problemi e disagi (foto 6), che saranno quegli stessi cittadini a mostrare e a raccontare nei prossimi
giorni in una conferenza che Idra sta
organizzando a Firenze, interamente dedicata al caso-Bologna.
Sul tema della sicurezza delle abitazioni civili e dei manufatti
storici, intervenendo al seminario di giovedì 19 il portavoce di Idra Girolamo Dell’Olio ha chiesto alla
Regione Toscana e alle Ferrovie quanto ampia
sia attualmente la fascia di monitoraggio e di applicazione delle tutele risarcitorie
a beneficio degli edifici interessati dalla costruzione dei due dei tunnel. Idra ha
citato l’allora assessore all’Urbanistica del Comune di Firenze arch. Gianni
Biagi, che in un convegno tenutosi il
9.7.’07 nella Sala "Affreschi" del Consiglio Regionale della
Toscana dal titolo “Tav a Firenze ... Quale Progetto?”, espresse l’intenzione di
allargare – per evidenti motivi di opportunità - la fascia di attenzione
intorno ai due tunnel rispetto a quella prospettata nel progetto definitivo. “Sicuramente ci sono degli elementi ancora
da approfondire”, ebbe a dichiarare l’assessore. “Il primo è la ristrettezza della fascia proposta dal monitoraggio.
Questo deriva da una serie di impegni e di accordi fatti a suo tempo, ma io
personalmente, ma anche membri dell’Osservatorio tecnico ritengono, che questa
fascia che oggi è di 10 metri sia scarsa, scarsamente affidabile, e soprattutto
non coerente con l’attenzione che la città ha sul problema. Quindi su
questo punto io credo che sia un lavoro importante quello di poter lavorare
insieme (...) per consentire un necessario adeguamento delle condizioni di
monitoraggio”. Nessuno è stato in grado di rispondere.
GLI IMPREVISTI PROGETTUALI
C’è un altro ostacolo, forse non di poco conto, sulla strada
dell’attuazione del progetto di sottoattraversamento di Firenze. Secondo i dati
pubblicati dal Ministero dell’Ambiente, per costruire i tunnel e la stazione
servono qualcosa come 1.700.000 metri cubi di inerti, 300.000 metri cubi di sabbia, 265.000
tonnellate di cemento, 110.000 tonnellate di acciaio, 372.000 tonnellate di
conci prefabbricati stanno per piovere
addosso a Firenze per la costruzione del tunnel dell'Alta Velocità. Nel
progetto a suo tempo presentato da Italferr SpA per il Nodo di Firenze (Quadro
di riferimento progettuale, pag. 213), i siti di provenienza dei
materiali da costruzione del doppio tunnel e della stazione AV risultano essere
quelli delle cave nel Comune di Calenzano (un
riferimento al riguardo è presente anche nelle osservazioni sul progetto di
Nodo trasmesse da Idra al Ministero
dell’Ambiente il 18.7.’98). Un sito strategico da 20 milioni di metri cubi. Dal
medesimo Quadro di riferimento
progettuale ricaviamo inoltre che i materiali da costruzione provenienti
dalle cave site nel Comune di Calenzano percorreranno su camion una quota anche
più ampia di viabilità cittadina (Viale XI Agosto, Via Perfetti Ricasoli, Via
Panciatichi). Ebbene, dal Comitato di
Coordinamento contro il Polo Estrattivo di Calenzano apprendiamo che “il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR)
ha respinto il ricorso presentato alla fine del 2004 dal “Consorzio Estrattivo
La Cassiana” contro la delibera della Giunta Comunale n. 132 del 26 ottobre
2004, atto che concludeva negativamente la Valutazione di Impatto Ambientale
(VIA) iniziata nel luglio 2002, stabilendo che il “polo estrattivo” è
incompatibile con l'ambiente. Il Consorzio, che riunisce i proprietari dei
terreni su cui si sarebbe dovuta aprire la megacava da 20 milioni di metri cubi
di pietrisco, aveva impugnato la delibera comunale chiedendo non solo
l'annullamento di questo atto, ma anche di avere il “via libera” per l'apertura
della cava. Con la decisione dei giudici amministrativi il “polo estrattivo” viene dunque ribocciato per l'ennesima volta. Infatti la sentenza conferma la
legittimità degli 11 pareri negativi sulla megacava espressi da ARPAT,
ASL, Autorità di Bacino del Fiume Arno e Provincia di Firenze durante la VIA”.
“Fu infatti in base a questi pareri – prosegue la nota del Comitato di Coordinamento - che
la Giunta Comunale approvò la delibera n. 132, la quale altro non era che una
doverosa e dovuta presa d'atto del contenuto dei pareri stessi, che mettevano
in evidenza tutti i gravi problemi del “polo estrattivo”:
-
le emissioni, sottolineate dalla
ASL, di grandi quantità di polveri con silice cristallina, una sostanza
che l’Istituto per la Ricerca sul cancro delle Nazioni Unite (IARC) classifica
come cancerogena;
-
l’eccessiva altezza e l’eccessiva
pendenza dei gradoni della cava, tali da impedire il ripristino ambientale;
-
l’instabilità idrogeologica del
rimodellamento morfologico previsto;
-
i rischi di frane;
-
l’approvvigionamento idrico ben
inferiore alle reali necessità dell’attività di cava e quindi la necessità di
prelevare grandi quantità di acqua dal torrente Marina, che alimenta
l’acquedotto di Calenzano;
-
la necessità di tutelare le risorse
idriche dal rischio di depauperamento soprattutto nei periodi di secca;
-
la notevole superficie di bosco che
si perderebbe in conseguenza dell’attività del “polo estrattivo” (la megacava
coprirebbe un'area di 70 ettari e scaverebbe quasi completamente una collina
alta circa 400 metri, il “Poggio alle Macine”);
-
le problematiche idrogeologiche
evidenziate dall’Autorità di Bacino del Fiume Arno e dall’ARPAT (interferenze
con le falde sotterranee, ecc.);
-
le questioni sollevate dalla ASL a
proposito dell’uso degli esplosivi, alla impossibilità di applicare il ricorso
alla deroga per il rumore e in generale i problemi riguardanti la tutela dei
lavoratori e della popolazione;
-
l'elevato numero di passaggi di
camion (ben 320 al giorno solo in uscita dalla cava) necessari per trasportare
il pietrisco scavato.
Senza contare che il “polo estrattivo”
si troverebbe all'interno di un Sito di Importanza Comunitaria (SIC), un’area
protetta tutelata dall’Unione Europea. Negli anni scorsi il Ministero
dell'Ambiente (sia durante il precedente Governo Berlusconi che l’ultimo
Governo Prodi) ha più volte richiamato formalmente la Regione Toscana a
rispettare il SIC e ha chiesto conto alla stessa Regione del perché della
scelta del “polo estrattivo”, che era stato inserito nel Piano Regionale delle
Attività Estrattive (PRAE) approvato nel 1995 e inserito anche nel nuovo Piano
(PRAER, approvato con delibera del Consiglio Regionale n. 27 del 27 febbraio
2007)”.
LE VARIANTI PEGGIORATIVE (ANCOR PRIMA DI PARTIRE)
Un ulteriore motivo di imbarazzo per l’ad Mauro
Moretti è legato forse a quel documento che RFI ha trasmesso al Consiglio di
Quartiere 1. Moretti ha dovuto infatti correggere gli stessi responsabili
di RFI, in un modo che non è apparso peraltro molto convincente. “Voglio ricordare – ha dichiarato infatti giovedì nel corso del suo intervento - che uno degli elementi che ha prodotto anche
più costi nel progetto è il problema di portare via il terreno di scavo con i
treni. Lo dico perché ho visto sui giornali che c’è l’invasione dei camion. In
verità tutto quanto il trasporto di materiali di scavo (...) avverrà con nastri
trasportatori che arriveranno a Campo Marte, dove a Campo Marte c’è il treno
che carica e prende e porta via i materiali. (...) L’unico servizio di camion
sarà la terra di scavo del camerone di Belfiore verso il punto più vicino, che
è vicino, di carico del treno per andar via”.
Neppure una settimana prima, RFI
aveva fornito al Consiglio di Quartiere 1 del Comune di Firenze ben altri
chiarimenti sulla movimentazione di smarino e inerti, nel deserto informativo
che circonda da sempre il progetto TAV a Firenze. Secondo RFI, infatti, “non è stato possibile eliminare del tutto
il trasporto su “gomma””, e “la consapevolezza
che questo tipo di trasporto costituisce
impatto sul territorio, in quanto fruisce della viabilità ordinaria, ha comportato
la necessità di ridurre ai quantitativi fisiologici del cantiere detto tipo di
trasporto e di studiare un piano di traffico opportuno, con l’intento di
minimizzare detto impatto”. Il documento di RFI tenta di addolcire la
pillola spiegando che “per quanto attiene
alle fasi realizzative che prevedono attività concomitanti dei 3 cantieri
principali (Rifredi/Castello, Belfiore/Macelli, Campo Marte), si può affermare
che gli impatti generati sulla viabilità cittadina non presentano
sovrapposizioni significative dei flussi dovuti ai mezzi di cantiere”, ma
deve poi ammettere l’esistenza di una “viabilità
interessata da una sovrapposizione di flussi provenienti da due distinti
cantieri”, e cioè il tratto di Viale XI
Agosto che parte dall’incrocio con via Perfetti-Ricasoli e prosegue verso
l’Autostrada A11 Firenze Mare in un periodo compreso tra l’11° ed il 24° mese dall’inizio delle
attività: “in tale periodo questo tratto
di strada sarà interessato da un incremento dei flussi medi giornalieri che va
da 92 a 164 mezzi al giorno per senso di marcia, con un valore di picco pari 253 mezzi al giorno per senso di marcia”!
Il documento invita inoltre a “considerare che questi dati sono estrapolati dal progetto posto a base di gara e
quindi potranno subire modifiche
all’atto dell’approvazione del progetto esecutivo il cui sviluppo è a carico
del Contraente Generale”. Nessuna garanzia, dunque, che gli scenari non
possano anche aggravarsi. E l’esperienza TAV del Mugello insegna che quella
dell’inosservanza peggiorativa degli accordi non sembra essere davvero una rara
eccezione.
Dunque, a chi dobbiamo credere?
Avremmo voluto chiederlo a Mauro Moretti,
se solo fosse rimasto ad ascoltare anche gli altri intervenuti.
In compenso, abbiamo chiesto pubblicamente all’assessore regionale alle
Infrastrutture Riccardo Conti come si spiega questa “liberalizzazione” del
traffico su gomma anche negli altri due cantieri della Stazione e di Campo di
Marte, dopo la deroga firmata
il 23 dicembre del 2003 senza
informare la città né – apparentemente - il Consiglio comunale di Firenze (“Integrazione all’Accordo procedimentale del 3
marzo 1999”), che capovolge il precedente impianto garantista per la
movimentazione dei materiali, permettendo per lo scavalco e per l’imbocco
Nord dei due tunnel AV il “tutto su gomma”. Giovedì scorso, diversamente da Mauro Moretti, l’assessore Conti
è stato presente fino al termine del workshop, al quale Idra era stata invitata proprio dalla Regione Toscana. Il portavoce
dell’associazione ecologista fiorentina ha insistito dunque per ricevere una
risposta: esiste un nuovo atto formale o
la liberalizzazione del trasporto su gomma è un motu proprio? In ossequio forse al carattere seminariale
dell’appuntamento, l’assessore Conti ci
ha... semplicemente riso sopra, rifiutando di rispondere.
I TEMPI DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO
Nel bando di gara Italferr, in relazione al Lotto 2 (“Realizzazione
delle opere relative al Passante Ferroviario Alta Velocità del Nodo di Firenze,
alla Nuova Stazione AV nonché agli interventi complementari ed accessori
funzionali alle opere nel loro complesso”) sono previsti:
-
240 giorni dalla consegna dei lavori per la
realizzazione delle opere propedeutiche al Lotto 2;
-
1771 giorni dalla consegna dei lavori del Lotto 2 per
l’attivazione all’esercizio ferroviario del passante AV;
-
2226 giorni per la realizzazione completa di tutte le
opere previste in Lotto 2 .
Come fa dunque la Regione Toscana a dichiarare,
a proposito di tunnel e stazione, che “la
fine dei lavori è prevista per il 2014”? Con questi numeri, se anche i lavori
veri e propri cominciassero a luglio, si finirebbe – quand’anche non
sopravvenisse un solo intoppo – ad agosto del 2015!
Ma anche sul Lotto 1 (Scavalco
ferroviario nel tratto Castello-Rifredi) i conti non tornano.
Nel bando di gara Italferr sono previsti:
-
240 giorni dalla consegna dei lavori per la
realizzazione delle opere propedeutiche allo Scavalco;
-
728 giorni dalla consegna dei lavori del Lotto 1 per
l’attivazione all’esercizio ferroviario delle opere dello Scavalco ferroviario
nel tratto Castello-Rifredi;
-
911 giorni per la realizzazione completa delle stesse
opere.
Ora, i lavori sono iniziati non prima dell’espressione del parere
dell’Osservatorio Ambientale (gennaio 2009): se aggiungiamo 911 giorni si arriva a luglio 2011. E non, come scrive
la Regione, al 2010!
Gli ultimi tre lustri di “grandi opere” a Firenze sono costellati di
annunci ripetutamente ottimistici che non hanno quasi mai avuto il séguito
auspicato. Qui però siamo di fronte a problemi di semplice aritmetica: è
corretto informare i cittadini con dati non validabili?
I COSTI ALEATORI
Le cifre della spesa pubblica per il Nodo AV di
Firenze oscillano impudicamente di centinaia e centinaia di milioni di euro.
Si parte
dai 1300
milioni di euro riportati per esempio il 18 marzo scorso da
“Intoscana.it, il Portale ufficiale della Toscana”, per cui “il progetto
definitivo (Alta capacità/Alta velocità) (...) ha un costo totale di 1300
milioni di euro”.
Nelle cronache relative al
seminario del 19 marzo (il giorno dopo!) leggiamo che, a detta del Direttore investimenti programmi di Rfi per il Nord e
Centro Italia Marco Rettighieri, “il
costo complessivo dei
lavori veri e propri è di circa 700 milioni di euro; poi ci sono ulteriori
costi, come direzioni lavori, monitoraggio ambientale e altri, che
contribuiscono per altrettanti 700 milioni''. Dunque, circa
1400 milioni.
Un’altra
cifra ancora, sensibilmente diversa (1700
milioni), è riportata nel sito ufficiale della Regione Toscana,
“Toscana Notizie, Agenzia di informazione della Giunta regionale”, il
15.10.’07: il presidente della Giunta Claudio Martini, in occasione del
precedente convegno alla Palazzina Reale sull’Alta Capacità a Firenze con l’ad
di Fs Mauro Moretti, afferma che il progetto, “di importanza strategica”, è “basato
su risorse certe, 6 miliardi di euro garantiti dal gruppo Ferrovie dello Stato
di cui 1,7 per il Nodo di Firenze”.
L’INFORMAZIONE? COMICA. O INESISTENTE.
C’è poco
da sorprendersi di questo pressappochismo, del resto, se si considera che persino i dati numerici di misurano dei
tunnel si allungano e si accorciano a fisarmonica nonostante che il
sottoattraversamento sia stato approvato ben 10 anni fa. Secondo “Toscana
Notizie”, ad esempio, il 15.10.’07, la lunghezza del passante ferroviario è
di 8,026 km, e il tracciato in sotterraneo è di
6,444 km. Ma il 18 marzo 2009, su “Intoscana.it”, il tunnel sotterraneo
è diventato
“della lunghezza complessiva di 8.865 metri, di cui 6.185 in sotterraneo”! Non
c’è male.
Sono del
tutto note ed evidenti le difficoltà di
accesso all’informazione e agli elaborati progettutali da parte dei cittadini,
sia nella fase della presentazione dei progetti sia in quelle delle successive
modifiche ed integrazioni. Solo l’Associazione Idra ha pubblicato sul suo sito web, ad oggi, il tracciato della
linea AV a Firenze!
Ma la disinvoltura procedurale tocca anche le sfere
istituzionali. Idra lamenta da sempre ad esempio la mancata convocazione in conferenza di servizi (e
dunque la mancata informazione, consultazione e partecipazione alle decisioni
finali) dei Sindaci dei
Comuni destinati dal progetto a ospitare e/o a veder transitare dai propri
territori gli ingenti quantitativi di materiali provenienti dallo scavo dei due
tunnel e della stazione. Una disinvoltura, nella
procedura, pubblicamente ammessa nel comunicato stampa del 16.4.’03 dall’allora
assessore regionale all’Ambiente Tommaso Franci, là dove egli riconosce che “in
occasione del procedimento nazionale di Via non furono consultati gli enti
locali del Valdarno”. Idra non
comprende peraltro come si possa prescindere – nell’approvazione e
nell’attuazione del progetto – da una valutazione di impatto ambientale della
movimentazione degli enormi volumi di materiali di scavo o di risulta in gioco
(il Parere n. 292 del Ministero
dell’Ambiente annunciava per la Stazione
e il Sottoattraversamento oltre 3.800.000 metri cubi di smarino e 145.000 metri
cubi provenienti da demolizioni; il recente protocollo d’intesa firmato lo
scorso 30 aprile 2008 – a giochi già fatti - coi Comuni ospiti quantifica lo
smarino da trasportare in 2.850.000 metri cubi), sia per
la qualità dei medesimi (intorno alle procedure di raccolta, movimentazione,
stoccaggio e utilizzazione dei materiali di scavo in Mugello, a Monte Morello e
nella Piana di Sesto Fiorentino è stata infatti istruita una importante fetta
del procedimento penale che ha visto condannare il consorzio costruttore CAVET
per i danni ambientali della TAV sulla tratta appenninica), sia ancora per le
modalità del loro trasferimento nel sito di Santa Barbara (o in qualsiasi altro
sito): appare evidente al profano che si tratta di un capitolo specifico,
meritevole di valutazione autonoma sia da parte degli uffici tecnici sia parte
degli organi amministrativi delle comunità coinvolte, i cui Sindaci non hanno
mancato di manifestare pubblicamente a suo tempo il proprio dissenso (si veda
l’intervento “Niente smarino nell’area mineraria”, a firma
del Sindaco di San Giovanni Valdarno Mauro Tarchi, anche a nome dei colleghi di
Cavriglia-Figline, su “Il Corriere di Firenze” del 28.7.’04).
Analoga preoccupazione, circa la mancata valutazione preventiva di impatto ambientale, riguarda la movimentazione degli inerti e degli altri materiali da costruzione, altrettanto ciclopica.
Per non
parlare dell’Osservatorio Ambientale,
che 10 anni dopo l’approvazione del progetto non ha ancora aperto un proprio
sito web informativo! Idra ha appreso,
in occasione di un incontro informativo con dirigenti della Regione Toscana,
che l’intero archivio degli atti dell’Osservatorio giace presso la segreteria
dell’Osservatorio, che ha sede a Roma, e che ciò comporta difficoltà di
consultazione e di studio agli stessi componenti dell’Osservatorio.
Proprio all’Osservatorio, in occasione dell’audizione accordata a Idra lo scorso dicembre, l’associazione fiorentina ha posto i seguenti quesiti.
“Quando, dove, come e con quali strumenti
interpretativi potrà la cittadinanza conoscere la cartografia di dettaglio e i
contenuti operativi dei progetti esecutivi per lo Scavalco, la Stazione e il
Sottoattraversamento, e intervenire per modificarne in senso positivo
l’eventuale attuazione? Già il 1 agosto scorso l’Associazione Idra, facendo
seguito a contatti telefonici con il
referente di progetto Referente di progetto per il Nodo AV di Firenze ing.
Marco Rettighieri, aveva indirizzato a RFI e all’Osservatorio richiesta formale di una campagna di
informazione pubblica nella città di Firenze sui contenuti del progetto
esecutivo del Nodo AV, suggerendo che – nell’approssimarsi della previsione
di attuazione concreta del progetto, giunto alla sua stesura esecutiva – si
potesse recuperare almeno in parte il gap di conoscenza accumulato. Idra chiedeva
nella circostanza che si provvedesse quanto meno a permettere ai cittadini una
conoscenza puntuale, dettagliata e concreta degli interventi già decisi,
affinché i cittadini potessero per un verso tutelare al meglio la propria
qualità della vita e i propri interessi, per un altro suggerire ogni possibile
precauzione o contributo sulla scorta dell’esperienza di prima mano del
territorio e della sua storia. Idra suggeriva
altresì che, non appena i progetti
esecutivi per lo Scavalco di Castello, per la Stazione AV e per il Passante AV
fossero stati licenziati da RFI, e comunque prima che andassero in attuazione,
venisse istituito un ufficio informativo, a cura del committente e/o del general contractor, aperto al pubblico per un ampio intervallo di tempo (considerando le
dimensioni e la delicatezza dell’area urbana interessata), in orari congrui con
le molteplici necessità della popolazione, dotato di materiale aggiornato e di
personale in grado di tradurre gli elaborati tecnici in informazione precisa e
concreta alla portata di chi – come la maggior parte dei cittadini – non
dispone di competenze specialistiche ma necessita al tempo stesso di notizie,
dati e documenti comprensibili e socializzabili. Idra spiegava inoltre di aver già richiesto a luglio alla Direzione
Investimenti RFI di Bologna, Direzione Programmi e Investimenti Direttrice
Centro-Nord, di poter incontrare referenti di RFI SpA. Nessuna di queste attese è stata sin qui soddisfatta.
Quanto tempo sarà necessario attendere per vedere
attivato un sito informativo web sull’intera tematica del Nodo ferroviario AV
di Firenze e degli interventi ad esso collegati?
È possibile attendersi dall’Osservatorio un prossimo
appuntamento informativo pubblico a Firenze, aperto ai contributi della
cittadinanza, analogo a quello svoltosi in Mugello il 4 novembre ’99, quando il
presidente dell’Osservatorio Fabio Trezzini convocò presso la Sala del
Consiglio Comunale di Borgo S. Lorenzo un incontro dibattito con le associazioni ambientaliste sul tema “L'Impatto ambientale della tratta Alta
Velocità Firenze-Bologna: problemi rilevati e soluzioni indicate per l'area
toscana”?
Come mai non
è stato istituito anche a Firenze un organismo pubblico di tutela diretta dei
cittadini come l’Osservatorio Ambientale Locale, l’unico sportello aperto alla
cittadinanza davvero funzionante in Mugello, il cui presidente (prof. Giuliano
Rodolfi) è stato persino invitato in via permanente alle riunioni un po’
“astratte” dell’Osservatorio Ambientale Nazionale, quando è diventato chiaro
che quest’ultimo rappresentava uno strumento costoso ma privo di efficaci
collegamenti col territorio?”.
A oggi, nessun riscontro è
pervenuto all’Associazione sulle istanze presentate.
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Foto 1 - Il
Corriere della Sera, 22.3.'09
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Foto 2 -
L'Informazione, 22.3.'09
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Foto 3 -
L'ultimo edificio danneggiato a Bologna, in Via Carracci
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Foto 4 -
Lesioni, 1
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Foto 5 -
Lesioni, 2
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Foto 6 -
Bologna, manifestazione del 12.9.'07