Associazione di volontariato Idra

Tel. e fax 055.233.76.65; e-mail idrafir@tin.it; web http://www.idraonlus.it/vecchiosito/inizio.html

 

COMUNICATO STAMPA            Firenze, 24.11.’06

 

“PRESIDENTE MARTINI, VADA A DARE UN’OCCHIATA ANCHE A QUELLE ALTRE DUE GALLERIE DELLA TAV IN MUGELLO...”.

 

28 novembre 2006: appuntamento del presidente della giunta regionale Toscana Claudio Martini col disastro. Dopo oltre 10 anni di scavi, sezioni sempre più estese del tunnel TAV fra Firenze e Bologna - largamente incompiuto alla scadenza prevista per la corsa dei $upertreni (2003) - risultano talmente malridotte da aver bisogno di essere demolite e ricostruite. Sono state pagate profumatamente col denaro di tutti noi. Adesso, sostiene il ministro delle Infrastrutture Antonio di Pietro intervistato dalla Iena Alessandro Sortino nel servizio andato in onda il 24 ottobre, ne stiamo pagando anche il rifacimento. Senza contare i danni ai beni comuni, alle falde, al paesaggio, all’ambiente, alla sicurezza, alla salute.

La galleria Firenzuola è sotto l’azione delle mine dal febbraio 2005. Sopra, neanche una verga di binario, per quanto risulta a Idra. Il 2 ottobre 2006 poi, improvvisamente, a mezzanotte, comincia a esplodere anche la galleria Vaglia, il fiore all’occhiello dell’Opera: quella per la quale Governo Berlusconi, Regione Toscana e Comune di Sesto Fiorentino avevano festeggiato la fine dei lavori di scavo un anno prima, il 21 ottobre 2005. Questa volta, mine per collegarla al cunicolo parallelo di soccorso (corre solo negli ultimi 11 km della tratta: gli altri 60 ne sono privi!), è stato riferito a Idra dall’Osservatorio Ambientale. Ma a quell’incontro (il 7 novembre) non sono state mostrate carte di progetto. E ancora si attendono tutti gli altri documenti promessi.

L’associazione Idra teme che al presidente Martini – notoriamente fiero, come il suo predecessore Vannino Chiti, della Grande Opera nonostante tutte le evidenze – vengano mostrate il 28 novembre solo le “meraviglie tecnologiche”, se ce ne sono. C’è una cartina geologica però (in allegato) che autorizza a temere nuovi scenari di demolizione: gli “ammaloramenti” capitati alla galleria Firenzuola potrebbero verificarsi (o essersi già verificati?) anche nelle altre due che giacciono sulle stesse argille lacustri su cui è stato appoggiato senza cemento armato il versante sud della galleria Firenzuola. Ecco quindi cosa ha scritto Idra a Martini in vista del sopralluogo di martedì: “Riteniamo utile suggerirLe, per l’occasione, una verifica per quanto possibile accurata anche delle condizioni in cui versano due gallerie delle quali non si è parlato in questi ultimi mesi e anni in termini di esplosioni inattese, di rifacimenti inopinati o di completamenti imprevedibili (come nei casi delle gallerie Firenzuola e Vaglia). Con l’occhio alla carta del territorio, esse meriterebbero a nostro avviso una ricognizione, considerato sia il contesto geologico, del tutto noto e ben documentato, sia le condizioni informative che circondano gli esiti della cantierizzazione TAV, non altrettanto trasparenti. Ci riferiamo alle gallerie dette di “Morticine” e di “Borgo Rinzelli”, che giacciono su un substrato argilloso di origine lacustre assolutamente paragonabile a quello su cui si sono verificati i casi di cedimento del rivestimento definitivo che – dal febbraio 2005 – stanno costringendo i costruttori a demolire e ad armare tratti progressivamente sempre più estesi della galleria Firenzuola. Vista l’analogia fra i substrati, siamo indotti a temere che anche a Morticine e/o a Borgo Rinzelli possano manifestarsi sintomi di cedimento”. E ribadisce, l’associazione ecologista fiorentina, l’esigenza di un incontro col presidente della Regione: “Siamo stati informati dal rappresentante della Regione nell’Osservatorio Ambientale Nazionale che Ella avrebbe in animo di accordare un colloquio - in occasione del Suo sopralluogo nelle gallerie TAV in programma il prossimo 28 novembre a Sesto Fiorentino, a Monte Morello e in Mugello - alle associazioni che si battono per la tutela dell’ambiente. Non abbiamo ricevuto alcun invito in tal senso da parte Sua. Dato che la nostra associazione è composta di volontari che, come la maggior parte dei cittadini di questo paese, sono tenuti al rispetto di un qualche orario di lavoro, e che pertanto sarebbe comunque necessario concordare con Lei l’appuntamento, temiamo a questo punto che la data dell’auspicabile incontro non potrà che essere successiva al 28 novembre. Restiamo in questo senso in fiduciosa attesa di un contatto da parte dei Suoi Uffici”.

Infine, il lato del lavoro. “Gradiremo conoscere il punto di vista dell’Amministrazione Regionale sul provvedimento di licenziamento in tronco, senza preavviso, che è stato assunto nei confronti dell’autista pugliese Giuseppe Antonacci, che lavorava nei cantieri TAV, reo di avere espresso ai microfoni di Italia Uno un semplice parere, per giunta ispirato al più ovvio buon senso, su quanto sta accadendo nella galleria Firenzuola. Ad Antonacci non è stato contestato, per quanto è dato capire, di aver detto il falso. E’ stato contestato – e nel più grossolano dei modi, parrebbe – di avere espresso un’opinione. Viviamo dunque in un “paese normale”? In un “paese civile”? Si tratta di una circostanza che sembra dirla lunga sull’effettiva tutela dei diritti dei lavoratori nel nostro paese, e sul più generale tasso di democrazia che possiamo ragionevolmente vantare. Appaiono difficilmente credibili, in queste condizioni, i proclami ex cathaedra che ascoltiamo tutti i giorni contro la cultura del silenzio e dell’intimidazione. La notizia del licenziamento di Giuseppe Antonacci, peraltro, è riportata anche sul sito web della Regione Toscana. Ci domandiamo: la Regione si è limitata a registrare il caso o ha assunto qualche iniziativa al riguardo? Qualcuno ha voluto verificare se corrisponda al vero la notizia di quella telefonata con quell’obliquo messaggio aggiuntivo che sarebbe partita da Torino, ed in caso affermativo da quale stanza di quale ufficio?.

 

 

I terreni attraversati dalla Galleria Firenzuola, primatista nei guai idrogeologici TAV in Mugello

 

back