Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA Firenze, 23.6.'01

Finalmente! La goccia ha scavato la roccia. Adesso si indaghi a tutto campo, e si riaprano in un'unica sede contestuale le conferenze di servizi autostradali e ferroviarie del corridoio Firenze-Bologna!

Finalmente! Idra plaude all'iniziativa della magistratura fiorentina che ha posto sotto sequestro cantieri, depositi e discariche della TAV in Toscana.

L'associazione di volontariato Idra combatte in Toscana da anni, in quasi perfetta solitudine, una battaglia di legalità, democrazia, e tutela dell'ambiente e dei diritti dei lavoratori contro un progetto nazionale, quello dell'Alta Velocità modello TAV, che dissipa quantità industriali di denaro pubblico per un'infrastruttura socialmente inutile, dannosa alla salute e devastante per gli equilibri ambientali.

Idra ha depositato negli anni passati numerosi esposti presso la Procura di Firenze, rimasti apparentemente senza alcun frutto. L'odierna iniziativa della magistratura fiorentina fa auspicare a Idra che venga sottoposta ad ogni opportuno approfondimento investigativo l'ipotesi di "crimine ambientale" che esperti qualificati formulavano già prima dell'approvazione del progetto, e che i cittadini sono stati costretti a verificare nei fatti, con allarmante frequenza e intensità, a partire dalle conseguenze concrete e quotidiane che il pessimo progetto approvato frettolosamente il 28 luglio '95 produce sul territorio e sulla salute dei cittadini e dell'ecosistema.

Idra auspica anche che siano ricostruiti tutti i livelli di responsabilità, a partire dall'ambito delle procedure di approvazione dei progetti TAV della tratta Bologna-Firenze e del nodo di Firenze, nelle quali hanno giocato ruoli chiave le amministrazioni locali (Comuni, Comunità Montana, Provincia di Firenze, Regione Toscana), i Ministeri dell'Ambiente, dei Trasporti e dei Beni Culturali, la presidenza del Consiglio dei Ministri.

Idra auspica che siano individuate e sanzionate, insieme alle responsabilità che riguardano le attività di cantierizzazione, le architetture contrattuali, le sovrapposizioni di ruoli, le omissioni istituzionali, le inefficienze strutturali dei controlli, organiche alla implementazione degli affari e dei danni derivanti dalla realizzazione del progetto.

Idra mette da subito a disposizione del magistrato l'ampia mole di documentazione che da mesi l'associazione raccoglie per la compilazione dell'ennesimo esposto.

"Appare comunque singolare", commenta l'associazione fiorentina, "che sia la magistratura ad avviare una verifica che si mostrava da anni sempre più doverosa e urgente". Una conferma, parrebbe, del ruolo giocato nella vicenda dalle autorità politiche (in stragrande maggioranza afferenti all'area politica del centro-sinistra, Verdi inclusi): nessuna risposta hanno mai ricevuto infatti i comitati e le associazioni di cittadini che per anni hanno chiesto - e tornano ovviamente a chiedere oggi, con più forza - la riapertura delle conferenze di servizi per la tratta TAV Bologna Firenze, per la Variante di Firenze Castello, per il nodo ferroviario di Firenze, per la Variante di valico, per la terza corsia A1. Una riapertura che non potrà non essere contestuale (i progetti insistono infatti sullo stesso corridoio infrastrutturale), trasparente (i meccanismi scientifici di lievitazione dei costi non sono più tollerabili per l'erario), seria (operante cioè sulla base di un confronto fra opzioni diverse, e con una congrua analisi costi/benefici), partecipata (che permetta la conoscenza dei progetti, il confronto, la proposizione e l'intervento da parte di tutte le componenti della società civile).

Concrete garanzie deve assicurare in questa fase direttamente il Governo, secondo Idra, a tutela dei diritti delle maestranze impiegate nei cantieri. Esse vanno difese non solo nel diritto alla salute, alla sicurezza e alla dignità (in questo senso Idra e Medicina Democratica hanno appena depositato un esposto congiunto presso la Procura di Firenze sulla nocività da "ciclo continuo" nei lavori usuranti in galleria), ma anche nel diritto alla retribuzione e al lavoro. Ai lavoratori CAVET dev'essere fornita la più ampia copertura in questo senso durante la fase di interruzione dei lavori. I nuovi progetti, che ci auguriamo ispirati al principio della rete e del riequilibrio (urge attenuare piuttosto che approfondire la distanza socio-economica fra Nord e Sud, sviluppando anche a Sud le infrastrutture ferroviarie vitali) dovranno garantire proprio a queste maestranze la quantità e la qualità del lavoro che tanto scarseggia nell'Italia delle "grandi opere" mangia-erario.

 

info ( 055.233.76.65, 055.44.91.309 e-mail idrafir@tin.it web www.dadacasa.com/idra

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