Associazione di volontariato Idra
Cooperativa Medicina Democratica - Movimento di Lotta per la Salute
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COMUNICATO STAMPA 23.2.’02
UN NUOVO GRAVE INCIDENTE SUL LAVORO
NEI CANTIERI PER L’ALTA VELOCITÀ, A SCARPERIA, IN MUGELLO.
MA DA QUATTRO ANNI LA TRASPARENZA
SUGLI INFORTUNI NEI CANTIERI CAVET RISULTA SOSPESA.
Franco Marrazzo, 24 anni, di Petilia Policastro, provincia di Crotone, la più povera del Paese. Elettricista nei cantieri CAVET dell’Alta velocità ferroviaria tra Firenze e Bologna. Ieri mattina alle 10 cade da un ponteggio nella galleria di Morticine (Comune di Scarperia, Mugello). Dal CTO di Careggi, a Firenze, ci telefona addolorato un compagno di cantiere di Franco, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza Pietro Mirabelli, proveniente dallo stesso lontano paese della Calabria.
Sembra che Franco Marrazzo abbia avuto l’asportazione della milza, femore e polso rotti, trauma cranico e toracico, un rene compromesso. Idra e Medicina Democratica attendono a questo punto i risultati delle verifiche sulle condizioni di sicurezza del ponteggio.
Tutti e due, Franco Marrazzo e Pietro Mirabelli, erano stati trasferiti a Morticine dal Carlone, il primo cantiere della tratta TAV Bologna-Firenze, inaugurato nel luglio 1996 da Lorenzo Necci, Claudio Burlando e Vannino Chiti. Il Carlone è chiuso da mesi perché, secondo l’Agenzia per la Protezione Ambientale ARPAT, il consorzio costruttore CAVET (società leader la Impregilo Spa) non adotta le procedure appropriate per l’avanzamento verso Firenze nella galleria sotto il delicatissimo Monte Morello.
Al Carlone è morto anche un altro compagno di lavoro e compaesano di Pietro e di Franco, il 31 gennaio 2000, Pasquale Costanzo, 23 anni, pure lui elettricista di Petilia Policastro.
Il 5 novembre 2001 è morto nel cantiere TAV FT2 di Sesto Fiorentino Pasquale Adamo, 55 anni, di Quarto (NA), sposato e padre di tre figli, stritolato dalla coclea di un posizionatore all’imbocco della galleria di Monte Morello, a Quinto.
Il 1 settembre 2000 era morto nel cantiere della galleria TAV di Monghidoro un operaio della provincia di Chieti, Pietro Giampaolo, 58 anni, schiacciato dalle ruote di un camion in retromarcia.
Ma sulla strada dell’Alta Velocità ha perso la vita anche Assuntina Spina, residente in Via Puccini a Sesto Fiorentino, 84 anni, agganciata il 10 aprile 2001 da un camion che usciva da uno dei cantieri TAV. E prima di lei, il 26 giugno 2000, moriva in località Ponte Nuovo a Calenzano Giorgio Larcianelli, 53 anni, di Scandicci, lui stesso camionista: trasportava terra per i cantieri dell'Alta Velocità, di ritorno dalle cave del Mugello.
Ci si domanda peraltro se questo triste elenco dica il vero, o se siano da considerare anche altri incidenti sulle strade apparentemente non legati alla TAV, oppure gli eventuali postumi di altri infortuni gravi sul lavoro.
Ma sui referti ospedalieri relativi agli incidenti nei cantieri TAV è calata da quasi quattro anni una spessa cortina di opacità. Idra li ha ricevuti fino al '98, e ha potuto così conoscere e far conoscere le situazioni concrete di rischio e di disagio che i lavoratori lamentano da tempo. Dal '98, invece, i rubinetti dell'informazione da parte dell'ASL, a questo livello, si sono improvvisamente chiusi. Idra reclama il rispetto degli artt. 22 e seguenti della legge sulla trasparenza, la 241/90, che impongono all'amministrazione come regola la trasparenza amministrativa pur nel rispetto delle opportune esigenze di riservatezza. E chiede l'applicazione dell'art. 9 del D.P.R. n. 352/1992, secondo il quale "le disposizioni sulle modalità di accesso (..) si applicano, in quanto compatibili, alle amministrazioni, associazioni e comitati portatori di interessi pubblici e diffusi". Inoltre l'Azienda Sanitaria ha stipulato un Protocollo d'Intesa con diverse associazioni di volontariato e di tutela, fa le quali Idra, nel quale è previsto che "le organizzazioni che aderiscono al protocollo hanno diritto di avere copia di documenti non coperti da segreto anche senza domanda scritta motivata e senza spese. L'Azienda concorda le categorie di atti principali da trasmettere alle organizzazioni di volontariato". Idra insiste, dunque: i referti sugli infortuni e sugli incidenti nei cantieri, che l'associazione ha ricevuto fino al primo quadrimestre del '98 (ovviamente privi dei dati personali dei lavoratori) forniscono informazioni preziose sulle circostanze e sulla casistica concreta dei problemi che affliggono gli operai, e sui modi di attuazione della legge 626. Perché l'Azienda sanitaria nega i referti trasmessi regolarmente negli anni precedenti? Oscurare questi dati sottrae trasparenza e democrazia.
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( 055.233.76.65 (Girolamo Dell’Olio) 347.54.81.255 (Gino Carpentiero)