Associazione
di volontariato Idra
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COMUNICATO STAMPA Firenze, 23.12.'03
ALTA VELOCITÀ FERROVIARIA,
NODO FIORENTINO.
NON C’È PROPRIO NIENTE DA
FESTEGGIARE: È STATO APPROVATO UN PROGETTO SU CUI LA CITTÀ NON HA POTUTO
PRONUNCIARSI.
UN’ALTRA SCONFITTA DEI
VALORI DELLA DEMOCRAZIA E DELLA PARTECIPAZIONE.
L’entusiasmo degli amministratori locali fiorentini (Comune, Provincia, Regione) per l’approvazione dell’attraversamento TAV di Firenze non ha alcun fondamento, secondo l’associazione di volontariato ecologista Idra. Ai fiorentini è stato proposto 5 anni fa un progetto di stazione che lo stesso Ministero dei Beni Culturali ha poi bocciato. Il nuovo progetto promosso oggi in Conferenza di servizi non è stato sottoposto alle osservazioni dei cittadini, nonostante le importanti modifiche all’intero sistema della nuova stazione Alta Velocità e al suo assetto urbanistico, con l’acquisizione di nuove aree, la diversa sistemazione dei parcheggi, le variazioni su baricentro e accessi, la cancellazione del people mover sostituito dalla tranvia. Non si capisce come gli amministratori locali possano gioire dell’approvazione di un progetto considerato profondamente inadeguato dall’Agenzia pubblica di protezione ambientale, l’ARPAT, per tutti i tipi di impatto: idrogeologico, atmosferico, acustico. L’ARPAT non si limita a contestare gli effetti ambientali attesi a Castello e alla nuova stazione, ma aggiunge pesanti riserve sull’evoluzione degli stessi progetti approvati nel ‘99. Tutta la movimentazione dei materiali da costruzione e di scavo, si disse e si scrisse nel ‘99, sarebbe avvenuta su ferro. Oggi - rileva l’ARPAT - se andiamo a guardare la versione definitiva di quei progetti, si scoprono vistosi peggioramenti. Tutto l'approvvigionamento e lo smaltimento dei materiali, eccetto lo smarino, avverrà su camion, si legge infatti nella relazione sugli aspetti ambientali del progetto definitivo Italferr. Appare sempre più evidente la necessità di utilizzare la viabilità ordinaria. Risultano così sconfessati alcuni capisaldi di garanzia contenuti nell’accordo procedimentale firmato il 3 marzo ’99.
Non si comprende infine a che serve un’approvazione a spezzatino se poi occorrerà attendere la metà del 2004 – e l’approvazione dello “scavalco” di Castello, ancora da acquisire - per dare il via a un unico appalto.
Quella consumata oggi alla conferenza di servizi per il
nodo TAV di Firenze è comunque, secondo Idra, un’altra sconfitta
dei valori della partecipazione e della democrazia. Un atto che mortifica
anche il ruolo delle istituzioni tecniche e scientifiche di controllo pubblico
sull’accettabilità ambientale delle progettazioni.
Perché i ‘professori’, il ‘laboratorio per la
democrazia’ e i new-global non organizzano un bel girotondo intorno a Palazzo
Vecchio?