Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO STAMPA Firenze, 22.7.’06
Idra incontra l’assessore all’Ambiente della Regione Toscana.
Al centro del colloquio la TAV e la “galleria dei misteri” in Mugello.
Ma si parlerà anche dei danni della
TAV all’agricoltura e agli habitat, dei due tuboni contro-falda progettati per
i supertreni sotto la città di Firenze e del recupero dell’ex sanatorio Guido Banti a Pratolino.
E’ fissato per lunedì
24 luglio alle ore 11 l’incontro che Idra
ha richiesto con urgenza all’assessore all’Ambiente della Regione Toscana
dott. Marino Artusa per discutere l’emergenza
progettuale, economica e finanziaria causata dalla TAV in Mugello. Né Marino
Artusa né Riccardo Conti, suo collega toscano alle Infrastrutture, né da Roma i
ministri dell’Ambiente, dei Trasporti e delle Infrastrutture, hanno mai dato
riscontro infatti al documentatissimo esposto sulla “galleria dei misteri”, in
demolizione e in ricostruzione per tratti sempre più estesi nei pressi
dell’autodromo a Scarperia, che Idra
ha inviato lo scorso marzo e ha inutilmente riproposto successivamente anche al
nuovo governo.
Non c’è solo da capire cosa sta
succedendo là sotto (Idra non è stata
autorizzata dalla TAV SpA ad effettuare il sopralluogo richiesto nella galleria
in questione; intanto i lavori di realizzazione del tunnel dell’alta velocità
fra Firenze e Bologna – che il presidente della Regione Toscana Claudio Martini
ha definito 'un modello operativo
di efficienza e rispetto per ambiente e sicurezza' - segnano un ritardo di
almeno 5 anni, 60 km sprovvisti di galleria parallela di soccorso, almeno 115
milioni di metri di cubi d’acqua intercettati). Ci sono anche da chiarire - secondo l’associazione
fiorentina – aspetti relativi alle attività
della “Commissione di collaudo in corso d’opera”: sette suoi membri (la cui
identità non è stata meglio precisata)
si sono dimessi dalla propria carica (in data anch’essa imprecisata), e RFI
ha provveduto – ad agosto 2003 - a sciogliere la Commissione stessa per poi
nominarne una nuova il successivo 3 settembre 2003. Desta sorpresa in Idra non solo il contenuto della
notizia, ma anche il modo in cui ne è venuta a conoscenza, in assenza di qualsiasi strumento interpretativo da parte
dell’Osservatorio Ambientale nazionale.
Da registrare che lo scorso novembre
2005 Idra ha inviato a tutti i
segretari e presidenti nazionali di partito un appello – con fotodocumentazione - ad
“intervenire direttamente, e con ogni
possibile sollecitudine, affinché venga
avviata in modo efficace e responsabile una verifica seria e approfondita della
cantierizzazione TAV fra Bologna e Firenze”.
Si parlerà, in Regione, anche dell’economia agricola mugellana, in difficoltà
per la crisi idrica provocata dalla TAV e per i ritardi nelle ricuciture
ambientali promesse ma non ancora attuate.
Quanto al nodo
ferroviario di Firenze, Idra chiederà
all’assessore se può mai definirsi “conclusa” la procedura di un mega-intervento programmato per durare 9 anni quando
si è trascurato di convocare, in tutte
le conferenze di servizi, i sindaci dei Comuni
destinati a ricevere milioni di tonnellate di terra di scavo. Può dirsi
forse ispirato ai valori della democrazia e della trasparenza un procedimento
di autorizzazione che ha visto modificare
tratti importantissimi del progetto (dalla stazione
alle opere e infrastrutture cittadine collegate alla sua sistemazione
urbanistica) senza che la popolazione ne
venga informata in alcun modo, e senza che sia stata riaperta neppure quella
parodia di “partecipazione” che è la pubblicazione dei progetti e la raccolta
delle osservazioni dei cittadini? E’ mai ammissibile licenziare un progetto privo della valutazione di
impatto ambientale, sociale, trasportistica ed economica della movimentazione
di centinaia di migliaia di metri cubi di inerti e altri materiali da
costruzione (dei quali si ignora persino la provenienza) e di milioni di metri cubi di smarino?
Un capitolo sarà dedicato anche all’ex sanatorio Guido Banti, un presidio
sanitario prestigioso che per decenni dagli anni ’30 ha rappresentato per la città
e la sua area metropolitana il luogo per eccellenza dell’aria bona, della salubrità, nella sua splendida cornice verde a Pratolino.
Un gigante che sta andando a pezzi. Anziché
restaurarlo, utilizzarlo e valorizzarlo nel solco della sua preziosa tradizione
pubblica, le istituzioni tentano inutilmente di venderlo al miglior offerente, nonostante
i vincoli che gravano sul manufatto.
In proposito, una circostanziata
descrizione della storia del Banti e
del vicino ex ospedale Saverio Aloigi
Luzzi è stata inviata da Idra lo
scorso marzo a tutti i soggetti competenti: i presidenti della giunta regionale
e di quella provinciale, il presidente della ASL 10, il soprintendente per il
patrimonio storico e artistico, i sindaci di Sesto Fiorentino e Vaglia. In
risposta, a oggi, il più fragoroso silenzio!