Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO
STAMPA Firenze, 22.12.’05
Ferrovie dello Stato: a Roccasecca ancora una volta sangue sui
binari!
Idra chiede: qual è il senso dell'aver gettato ingenti
risorse pubbliche nell'Alta Velocità - il cui beneficio per il paese è ancora
tutto da dimostrare - lasciando il resto della rete ferroviaria nazionale in
stato di inefficienza e insicurezza?
69 feriti (11 gravi) nell'incidente tra due treni
regionali avvenuto il 20 dicembre alla stazione di Roccasecca nei pressi di
Frosinone. Il sistema automatizzato di controllo della marcia del treno, riferiscono
le cronache, sarebbe dovuto entrare in funzione fra pochi giorni sulla
Roma-Cassino. Sembra però che la sola impiantistica sulla linea non sarebbe
stata sufficiente a scongiurare l’incidente: l’automotrice leggera in testa
all’interregionale diretto a Campobasso sarebbe un vecchio modello «668» diesel
non dotato di collegamento col sistema di sicurezza a terra. Lo stesso 21
dicembre si è letto anche dell'incendio di un locomotore nella stazione sotterranea di Sanremo.
Fortunatamente in Liguria non si registrano danni alle persone. Ma è ancora
fresca la memoria dello scontro tra un
treno merci e un interregionale a Crevalcore, in provincia di Bologna, che lo
scorso gennaio ha fatto 17 vittime. Non
solo i feriti di oggi e i morti di ieri, ma anche le estese proteste dei pendolari per i pessimi servizi offerti a chi all’auto
antepone il treno testimoniano che le priorità infrastrutturali del Paese sono la
sicurezza e il potenziamento dell’intera rete ferroviaria, piuttosto che un’Alta
Velocità inutile, improbabile e onerosissima per le
casse dello Stato.
L'associazione ecologista
fiorentina Idra chiede ragione, ai responsabili della cosa pubblica, delle
conseguenze nefaste delle scelte altavelociste. Idra cita il prof. Angelo
Tartaglia del Politecnico di Torino, che così si è espresso il 9 novembre scorso in un
incontro pubblico al Centro Studi S. Regis di Torino:
“…analizzando
la domanda di trasporto persone nel nostro paese, come è stato fatto ovviamente
dalle stesse Ferrovie, mica da qualche curioso, si scopre che la domanda di
trasporto ferroviario è piuttosto intensa e tenderebbe a crescere, ma su
distanze principalmente medio-brevi, entro
Per quanto
riguarda le merci, Tartaglia osserva che:
“L’analisi della domanda di trasporto merci
in Italia è (...) complessa; il volume complessivo, del quale ben l’83% su
strada, viene spostato anche qui prevalentemente su distanze medio-brevi (entro un paio di centinaia di km)”. Del
resto, ricorda il professore del Politecnico di Torino, “quello che permetterebbe di spostare la gran parte della domanda di
trasporto suscettibile di interesse alla ferrovia sarebbe l’affidabilità
(consegna concordata per dopodomani e dopodomani sarà), non la velocità (già
comunque limitata dalla distanza e dai tempi di composizione e scomposizione
del carico complessivo del treno) (...) Per gestire adeguatamente le merci, ci
vuole un piano nazionale, razionale, che preveda anche alcune linee dedicate su
certe tratte - ma non c’entra l’AV – e il rinnovamento del parco rotabile,
particolarmente logoro e inadeguato appunto per le merci.”.
Idra commenta: “BASTA SANGUE SUI BINARI, BASTA
SOLDI DEI CITTADINI GETTATI DALLA FINESTRA!”.