Associazione
di volontariato Idra
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COMUNICATO
STAMPA Firenze, 22.12.'03
ALTA VELOCITÀ A FIRENZE. IDRA PROTESTA A
VOCE ALTA COL SINDACO: NON È SAGGIO APPROVARE UN PROGETTO “GRAVEMENTE CARENTE”
(ARPAT). DOMENICI VENGA IN CITTÀ A SPIEGARE AGLI ABITANTI PREGI E RISCHI DEL
TUNNEL E DELLA STAZIONE SOTTERRANEA.
L’ASSOCIAZIONE SI CANDIDA PER UN CONFRONTO PUBBLICO COL SINDACO.
“Da cittadini
interessati al bene comune della nostra Firenze, noi protestiamo a voce alta
con Lei per la ferma determinazione che Ella sta esternando in questi giorni a
difendere ad ogni costo l’approvazione rapida del progetto Italferr di
penetrazione dell’Alta Velocità ferroviaria nel tessuto urbano fiorentino,
nonostante che le massime autorità di controllo tecniche e scientifiche lo
definiscano gravemente carente”.
Questo l’esordio della ferma lettera di
rimostranze che il presidente dell’associazione di volontariato ecologista Idra
Girolamo Dell’Olio ha inviato oggi – vigilia della conferenza di servizi
sull’attraversamento TAV di Firenze - al primo cittadino Leonardo Domenici.
Nella lettera sono
richiamati con forza i principali motivi di preoccupazione.
Il progetto, si
osserva, è considerato profondamente inadeguato dall’Agenzia pubblica di
protezione ambientale, l’ARPAT, per tutti i tipi di impatto: idrogeologico,
atmosferico, acustico. Ma ciò che
più dovrebbe far riflettere il sindaco, secondo Idra, è il fatto che l’ARPAT nel suo parere “non si limita a contestare gli effetti
ambientali attesi a Castello e alla nuova stazione”, ma “aggiunge pesanti riserve
sull’evoluzione degli stessi progetti approvati”.
Tutta la movimentazione dei materiali da costruzione e di scavo, si disse e si scrisse nel ‘99, sarebbe avvenuta su ferro. Oggi - rileva l’ARPAT - se andiamo a guardare la versione definitiva di quei progetti, si scoprono vistosi peggioramenti. Appare sempre più evidente ad esempio la necessità di utilizzare la viabilità ordinaria. Risultano così sconfessati alcuni capisaldi di garanzia contenuti nell’accordo procedimentale firmato il 3 marzo ’99. Tutto l'approvvigionamento e lo smaltimento dei materiali, eccetto lo smarino, avverrà su camion, si legge infatti nella relazione sugli aspetti ambientali del progetto definitivo Italferr. Ma “lo scenario di fondo al quale si aggiungono questi incrementi di motorizzazione pesante – rileva Idra - è una Firenze già fortemente congestionata e inquinata”. L’associazione enumera poi altri punti deboli dell’avventura TAV: le progettazioni relative alla messa in sicurezza del Mugnone e del Terzolle risultano a uno stadio ancora molto acerbo di definizione; nessun cronogramma serio e dettagliato dei lavori sembra ancora disponibile; nessuna certezza è data – per quanto si sa - sulle modalità di trasferimento nel Valdarno superiore di circa 4 milioni di metri cubi di terra di scavo, “giacché gli stessi Suoi colleghi sindaci dei tre Comuni interessati (anch’essi, ci risulta, membri dell’ANCI) – scrive Dell’Olio a Domenici - non sono stati ammessi a partecipare alla conferenza di servizi del ‘98-’99, che pure ha assunto decisioni riguardanti il loro territorio”. Non si hanno notizie, inoltre, sulle strutture che ospiteranno i lavoratori a Firenze, e sulle modalità di trasferimento dai campi base ai cantieri e viceversa. Certo è invece che quattro aree a verde pubblico vengono sacrificate a Castello alle esigenze della TAV.
“Come si può ritenere opportuno, in queste
condizioni, avviare una lunga e drammatica operazione a cuore aperto quale si
annuncia la cantierizzazione TAV a Firenze senza neppure le necessarie
garanzie di copertura finanziaria dei lavori?”, chiede Idra, che ricorda come il
ministro per le Infrastrutture Pietro Lunardi abbia reso noto che solo il 10%
dello stanziamento necessario risulta al momento disponibile. E aggiunge: “Né è
chiaro in che modo, con quali
fondi e con quale progressione di spesa il Comune di Firenze abbia programmato
di far fronte all'impegno di esborso di 458,73 mld di vecchie lire, che risulta
direttamente a suo carico stando ai dati dello Studio di Impatto Ambientale del progetto di
penetrazione TAV di Firenze”. E
propone: “Se è vero che Ella pensa che il dibattito pre-elettorale debba
vedere un forte coinvolgimento dei cittadini, noi La invitiamo a fare da subito
la Sua parte. Ci candidiamo a Suoi interlocutori per la prossima assemblea
pubblica che Ella vorrà convocare, ci auguriamo, su questo tema. Chiediamo che
di Alta Velocità si discuta in città senza pregiudizi, documenti alla mano,
chiarendo ai cittadini con senso di responsabilità tutti i punti oscuri che
contano: tempi, costi, utilità sociale e benefici trasportistici, effetti
ambientali e conseguenze sanitarie, sicurezza idraulica della città, patrimonio
abitativo, beni culturali, alternative”.
Quanto alla conferenza di servizi, secondo Idra non sarebbe saggio apporre una firma di assenso il prossimo 23 dicembre sotto un progetto su cui gravano tante ipoteche negative sul piano economico, tecnico, ambientale e operativo. Un progetto che deriva da uno spezzettamento progressivo ed estenuante in sotto-progetti: ben quattro conferenze di servizi (e sarà necessaria una quinta) ne hanno scandito la frammentazione e la perdita progressiva di identità. “Che senso avrebbe, del resto, - conclude l’associazione - l’approvazione di un ennesimo segmento di progetto quando lo stesso meccanismo fissato per la definizione degli appalti del nodo fiorentino non ne permetterebbe probabilmente l’assegnazione prima dell’approvazione complessiva?”.