Associazione di volontariato Idra
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TAV A FIRENZE, DISASTRO ANNUNCIATO
Nel Dossier
“Ultima chiamata per la democrazia a
Firenze”, che Idra ha
trasmesso al summit odierno sulla TAV fra il sindaco di Firenze Matteo Renzi,
il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e l’amministratore delegato di
FS Mauro Moretti, sono riportate in maniera sintetica le criticità che l’azione
di monitoraggio dell’associazione ecologista fiorentina ha rilevato nel
progetto di Passante e Stazione AV di Firenze. Il Dossier contiene anche dati e
riflessioni, istanze e proposte: fra queste, quella di porre in agenda con urgenza l’opzione di riconsiderare l’intera
avventura del Passante e della Stazione sotterranei, sia per quanto riguarda i
contenuti progettuali, sia in relazione all’architettura contrattuale e
finanziaria. “Siamo in grado di
offrirVi in questa direzione – scrive il portavoce di Idra Girolamo Dell’Olio - un supporto tecnico-scientifico, grazie alla
collaborazione accordata da esperti di livello nazionale”.
Il documento, che consta di 15
cartelle, comprende un’analisi trasportistica del nodo Alta Velocità,
analizza la scarsa credibilità dei
meccanismi di garanzia predisposti, descrive le anomalie riscontrate nel procedimento e le criticità specifiche del progetto di sottoattraversamento di
Firenze, alla luce anche del paradigmatico caso-Bologna, dove è in corso una
vera e propria emergenza sanitaria da polveri sottili.
Non manca una disamina del ruolo giocato (e soprattutto non lasciato
giocare) dagli organismi di tutela della salute e dell’ambiente, Azienda
Sanitaria di Firenze e, assieme, ASF e
ARPAT, i cui documenti di analisi e di proposta, accantonati senza
alcun riguardo, saranno oggetto anche domani dell’audizione che Idra ha avrà l’Osservatorio Ambientale.
Fra i destinatari di questi fondamentali documenti di salvaguardia, che non
risparmiano stoccate alla cosiddetta “Valutazione di Impatto Ambientale”
laddove essa è stata formulata, l’ex
sindaco di Firenze Leonardo Domenici. Ma i rilievi e
le proposte dell’Azienda Sanitaria erano stati espressamente inviati, ancor
prima dell’approvazione del sottoattraversamento, pure al Nucleo VIA della Regione Toscana. E l’allora assessore regionale al Diritto alla Salute Enrico Rossi
risulta destinatario, seppur per conoscenza, del Progetto per la sorveglianza dell'impatto sulla salute della
popolazione residente a Firenze che il Direttore generale dell’Azienda Sanitaria
Paolo Menichetti indirizzò il 15 luglio 2000 (10 anni fa!) al sindaco di
Firenze e all’assessore provinciale all’Ambiente Riccardo Gori. Il quale, come
si desume da una sua lettera
di inizio settembre 2000, rilanciò l’invito proponendo per il 12 settembre
un incontro collegiale al primo cittadino del capoluogo e ai sindaci di nove
Comuni dell’area. Con quali risultati, non è dato al momento sapere.
Infine, il paradosso dei paradossi:
l’informazione negata, e la mancata pubblicazione del nuovo progetto di stazione Foster: una scelta che “ha
clamorosamente impedito alla città di conoscere le caratteristiche di quello
che vorrebbe rappresentare per il futuro il più significativo ‘segno’ di
modernità nella città di Dante!”.
Secondo Idra, le circostanze descrivono un quadro allarmante sul piano della credibilità del progetto di
sottoattraversamento TAV di Firenze, del
contesto in cui esso si colloca, dell’atteggiamento
dei rappresentanti delle istituzioni pubbliche deputate a tutelare le
comunità, il territorio e il buon governo della spesa. Chi ha lavorato bene per
salvaguardare gli interessi della collettività, chi ha indicato percorsi di
prevenzione credibili, ha visto i suoi progetti lasciati chiusi nel cassetto.
Il modo in cui i fautori di questa Alta Velocità stanno preparando gli scavi
risulta quindi essere oggi – a dir poco – temerario e dilettantesco. Non è di
questo tipo di politica che i cittadini sembrano sentire il bisogno.
D’altronde, “un pessimo progetto, per quanto approvato e timbrato, non cessa per
questo motivo di essere un pessimo progetto”, scrive Idra.
“E può forse la minaccia delle penali paventate per effetto del mancato
rispetto dei contratti sottoscritti giustificare la scelta di realizzarlo
comunque, quel progetto, anche se e quando si palesa come provatamente
insostenibile per l’ambiente, per la salute e per l’economia di un’intera
città, oltre che per le casse erariali, e di dubbia efficacia rispetto agli
obiettivi trasportistici che pretende – aprioristicamente - di perseguire? La penale che dovrebbe pagare per anni la
città, a partire dalle sue generazioni più giovani, sarebbe incomparabilmente
più salata, e per ciò stesso inaccettabile”.
Ecco perché la prosecuzione dei
lavori per il sottoattraversamento AV di Firenze nelle condizioni descritte
rischia di configurarsi come uno
scandalo destinato a trascinarsi nel tempo, e ad accompagnare con effetti nefasti
l’intera e difficilmente prevedibile durata dei lavori, che sarebbero
suscettibili di essere sottoposti in ogni momento a contenziosi, interruzioni e
verifiche, con risultati devastanti anche per l’immagine internazionale
derivante da un interminabile intervento a cuore aperto nella città patrimonio mondiale dell’UNESCO.
“Adesso si esige dagli
amministratori pubblici – scrive Idra - onestà intellettuale.
Si ammetta, laddove è necessario, che molte decisioni sono risultate sbagliate,
si prenda esplicitamente le distanze da esse e si ricominci dal punto giusto. L’unica scelta sensata appare essere adesso quella di prendere e dare
atto del fatto che l’opzione fortissimamente voluta dalle Amministrazioni che
hanno preceduto quelle attuali è oggettivamente errata e impraticabile, e che –
dopo tre lustri di carte, progetti e accordi sottratti alla conoscenza e al
controllo democratico dei cittadini – diventa indispensabile tornare alla città e aprire un dibattito pubblico
che – come nell’esperienza
genovese per la Gronda autostradale – permetta di istituire un rapporto finalmente trasparente coi cittadini. È forse
l’ultima occasione utile per riguadagnare credibilità democratica”.
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Foto d’archivio (TAV
in Via Carracci, 21 giugno 2007) (gentilmente messe a disposizione dal
Comitato di Via Carracci, a Bologna)