Associazione di volontariato Idra

iscritta al Registro Regionale del Volontariato della Toscana per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale

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COMUNICATO STAMPA      Firenze, 21.7.’09

 

Sottoattraversamento AV di Firenze: audizione di Idra, ieri, presso l’Osservatorio Ambientale (3)

Così com’è, questo Osservatorio non può funzionare: le proposte di Idra

                                                                                                                          

Non ci sono soltanto gli arcinoti problemi di fondo, in questo Osservatorio, che riguardano la composizione (controllori e controllati) e le scelte (se viene chiamato al ruolo di osservatore anche chi, fra i controllori, ha licenziato il progetto). E’ lo stesso meccanismo decisionale dell’unanimità che offre un pericoloso potere di veto a chi è responsabile della (e interessato alla) realizzazione dell’opera. Un potere che – nella cantierizzazione TAV del Mugello - ha contribuito non poco a ritardare i provvedimenti a tutela dell’ambiente. Se ne era accorto (un po’ tardi in realtà) già il Consiglio Regionale della Toscana quando, il 26 luglio del 2000, dopo i primi appariscenti disastri idrogeologici, aveva approvato una risoluzione che impegnava la Giunta Toscana a una serie di interventi correttivi.

 

Il Consiglio impegnava la Giunta “ad assumere ogni iniziativa utile”:

·         “al potenziamento  dell’attività dell’ASL ai fini della sicurezza nei luoghi di lavoro, della tutela della salute  e  delle condizioni di vita dei lavoratori e delle popolazioni interessate;

·         ad assicurare maggiore incisività nel ruolo dell’O.A.N., prevedendo una esplicita funzione prescrittiva dell’O.A.N. stesso, nonché un "peso" maggiore del Presidente nell’assunzione di decisioni che attualmente devono essere assunte all’unanimità;
·         partecipazione alle riunioni dell’O.A.N. del Presidente dell’Osservatorio ambientale locale, nel suo ruolo di supporto agli Enti  Locali e  di interfaccia  dell’O.A.N. stesso, come invitato permanente”.
La risoluzione impegnava inoltre la Giunta regionale “ad assumere un ruolo di interlocutore diretto con le comunità locali, mediante l’attivazione di  procedure di informazione, trasparenza e comunicazione, ivi compresa la divulgazione dei dati relativi all’andamento dell’opera”.

Ci chiediamo – questa la domanda retorica di Idra ieri all’Osservatorio per il Nodo di Firenze – “se e quanto siano state trasferite in questo Osservatorio le indicazioni provenienti dall’esperienza-madre della tratta appenninica”. E ha aggiunto: “Chiediamo qui che siano accolte e implementate le indicazioni di metodo prescritte dal Consiglio regionale.

 

In attesa che il Ministero dell’Ambiente (fin qui sordo alle sollecitazioni di Idra) intervenga a modificare radicalmente la struttura dei cosiddetti Osservatòri Ambientali, Idra suggerisce profonde innovazioni nell’organismo fiorentino. L’associazione scrive di ritenere infatti di drammatica attualità le considerazioni espresse nell’estate del 2000 dall’assessore regionale all’Ambiente Tommaso Franci, dopo le prime grandi emergenze idrogeologiche socialmente percepite in Mugello per effetto della cantierizzazione TAV. L’assessore ammise pubblicamente che “in Mugello siamo a raccattare i cocci”. E aggiunse – sulla scorta della relazione dell’Osservatorio Ambientale per la tratta – che non solo che la progettazione delle gallerie era fondata su assunti scientificamente errati, ma anche - e soprattutto - che quell’Osservatorio Ambientale e la mano pubblica non erano attrezzati a giudicare in proprio una serie di questioni: in particolare non disponevano di competenze sufficienti a valutare in maniera autonoma la progettazione e le modalità realizzative dell’opera, ma dovevano in questo dipendere dalle valutazioni dell’autorità tecnica del soggetto proponente e controllato, nella fattispecie Italferr. In questo limite l’assessore individuava – correttamente – un vizio di fondo dell’intera impalcatura dei controlli. Un errore che non possiamo certo continuare a permetterci, oggi che in gioco è la città di Firenze”.

Di conseguenza, l’associazione ecologista fiorentina propone:

“L’Osservatorio integri, o individui come supporti tecnici o come invitati permanenti, analogamente a quanto già avvenuto nel caso della tratta appenninica (quando venne integrato come invitato permanente il presidente dell’Osservatorio ambientale locale, prof. Giuliano Rodolfi) e dello stesso Nodo di Firenze (nella cui compagine è stata inserita recentemente l’Autorità di bacino dell’Arno), i titolari delle competenze istituzionali e tecnico-scientifiche di cui attualmente esso accusa l’assenza: ASL (per gli aspetti della prevenzione, dell’igiene pubblica, degli studi epidemiologici e sulla qualità della vita), Università, ordini professionali, Soprintendenze (per gli aspetti relativi alla geotecnica, alla sismologia, alle modalità costruttive e realizzative, alle metodologie di scavo e di rivestimento, alla tutela del patrimonio naturale e culturale), Vigili del Fuoco e Prefettura (per gli aspetti legati alla sicurezza e alla protezione civile), uffici e direzioni comunali, provinciali e regionali (per l’organizzazione della mobilità, dell’informazione, della comunicazione e della partecipazione della cittadinanza, per l’accoglienza e l’integrazione sociale e culturale delle maestranze: in questo caso risulta altamente auspicabile la conferma, anche e soprattutto in una ambiente urbano così complesso e delicato, dell’istituzione di un Osservatorio Ambientale Locale e l’implementazione di un Osservatorio Sociale, che nel caso di Firenze potrebbe configurarsi come Osservatorio Socio-Economico)”.

 

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