Associazione di volontariato Idra
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TAV IN VAL DI SUSA: POLITICA DI BANCAROTTA E SANGUE.
IDRA DICE: NON È MAI TROPPO TARDI PER LEVARSI DAL BINARIO MORTO.
La notte del 17 febbraio scorso la violenza fisica si
è nuovamente e pesantemente scatenata in località Coldimosso presso Susa, replicando
sostanzialmente gli eventi di Venaus quattro anni fa. Il contesto è sempre quello
del durissimo, annoso confronto tra la popolazione della Val
di Susa avversa al TAV Torino-Lione (gente che ha scrupolosamente
documentato come la “grande opera” sia inutile
per l’Italia ancor prima che dannosa per la valle), e lo Stato che, nella quasi
totalità delle sue articolazioni locali e centrale, la vuole invece imporre ad
ogni costo poiché “non è possibile fermare il progresso e lo sviluppo”.
L’associazione ecologista fiorentina Idra, che da sempre segue attentamente
la vicenda TAV piemontese, affine nei contenuti progettuali a quella toscana già
vissuta in prima persona, nel porgere la sua solidarietà a tutte le persone rimaste
ferite esprime due brevi considerazioni:
·
È necessario e
urgente acquisire consapevolezza che la TAV italiana nasce non per risolvere
problemi infrastrutturali, ma in un preciso contesto di spreco
istituzionalizzato della spesa pubblica, secondo un modello che illude di promuovere
l’economia, anzi di superare la crisi, investendo in ‘grandi opere’ che
accentuano la divaricazione sociale, immobilizzano capitali pubblici spropositati
in cambio di posti di lavoro scarsi e di benefìci selettivi, lontani e
improbabili, depredano le ultime risorse naturali disponibili e sfigurano il
Bel Paese in nome di una concezione del progresso ferma all’Ottocento. Ma gli
scricchiolii sinistri provenienti da questo sistema, ormai giunto al capolinea,
sono sempre più udibili: dopo la Grecia, non pensiamo passerà molto tempo prima
che la prospettiva del crack Argentina-style
si manifesti anche in Italia. La TAV non fa altro che avvicinare questo
momento. Sarebbe un vero peccato, perché le alternative a questa politica non
mancano..: liberare le energie creative presenti nella comunità, oggi compresse
dallo Stato dissipatore, dovrebbe essere il primo passo.
·
E’
particolarmente triste constatare come – da sempre – questo tipo di politica
metta uno contro l’altro il popolo che è nelle forze nell’ordine contro il
resto del popolo. E i lavoratori delle “grandi opere inutili” contro il resto
dei lavoratori. Ciascuno rifletta sulle proprie responsabilità.