Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA Firenze, 20.11.’02

ANCORA IN ALTO MARE I 53 MILIONI DI EURO PER I DANNI AMBIENTALI CAUSATI DALL'ALTA VELOCITÀ AL MUGELLO E A SESTO FIORENTINO.

DUE ORE DI CONFRONTO FRA SINDACI, COMUNITÀ MONTANA E IDRA: MENTRE LA TAV CONTINUA A SPREMERE IMPETUOSAMENTE LE FALDE (360 litri d'acqua al secondo escono quotidianamente dal cantiere di Marzano, a Borgo San Lorenzo!), LE AUTORITÀ LOCALI INIZIANO AD ACCETTARE ALCUNE PRIME PROPOSTE OPERATIVE SUGGERITE DALL'ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO FIORENTINA.

E' durato due ore l'incontro richiesto da una delegazione tecnica di Idra agli amministratori toscani della tratta TAV Firenze-Bologna, convocato dal sindaco di Borgo San Lorenzo nel municipio del capoluogo mugellano lunedì 18 novembre. Assenti la Regione Toscana e i sindaci di Sesto Fiorentino e Vaglia: nessuna risposta da parte loro all'invito ricevuto dall'associazione ecologista fiorentina.

Sono stati affrontati i due principali versanti del nodo TAV: i provvedimenti a valle dei danni ambientali e le prospettive di prevenzione dei danni futuri.

Una prima preoccupante constatazione riguarda lo stanziamento dei 53 milioni di euro annunciati trionfalmente lo scorso luglio: gli amministratori non sono stati in grado di confermare neppure se quell'impegno di spesa sia al momento previsto nell'ambito della legge finanziaria. Non solo. Appare essere ancora in alto mare il programma di interventi ipotizzati dalle Amministrazioni, tenuto conto che risulta ogni giorno più seria la domanda di risorse finanziarie e organizzative che l'opera ciclopica di 'restauro' dovrebbe comportare. Tuttora da formalizzare l'incarico di studio all'équipe che ha prodotto, sotto la guida del prof. Giuliano Rodolfi, la prima significativa ricognizione quantitativa circa l'entità del disastro idrogeologico provocato dalla TAV, e le prime indicazioni di massima sugli interventi da attivare. Idra ha messo in guardia circa il rischio che i 53 milioni di euro promessi vengano "spalmati" in tempi abbastanza lunghi da vanificare gli obiettivi 'risarcitori' ascritti a questa ennesima iniezione di denaro pubblico, e da deludere le aspettative delle attività economiche colpite dalla TAV (agricole, zootecniche, turistiche, ecc.).

Idra ha proposto un modello di coordinamento moderno ed efficace delle competenze negli organi di monitoraggio, di controllo e di proposizione, che rimedi alla schizofrenia informativa e operativa fin qui prevalente. L'altra faccia del disastro ecologico TAV è stata infatti l'insufficienza strutturale dei poteri pubblici e la mancata comunicazione istituzionale (gli stessi amministratori hanno ammesso, durante l'incontro, di aver ricevuto importanti documenti pubblici solo dopo che Idra li aveva già acquisiti e ne aveva reso noto i contenuti sulla stampa). Ecco perché l'associazione fiorentina ha chiesto che l'Osservatorio Ambientale Locale (opportunamente rinforzato negli organici e nelle dotazioni) sia chiamato a costituire un vero e proprio "centro di sinergie" delle istituzioni deputate al controllo e alla tutela (ARPAT, ASL, Ufficio Difesa del Suolo della Provincia, Protezione civile, Autorità di Bacino, Provveditorato alle Opere Pubbliche, Soprintendenze, ANAS, Regione, Osservatorio nazionale, Difensore civico, polizie municipali, organi di polizia giudiziaria), e venga assistito da quello "sportello di tutela e consulenza legale, a cui possono far riferimento i cittadini e le associazioni per le problematiche giuridiche connesse alla realizzazione dell'opera" la cui istituzione ha raccomandato più di due anni fa (il 30 giugno del 2000) il Consiglio comunale di S. Piero a Sieve.

Quanto alla comunicazione verticale fra organi centrali dello Stato, Enti locali e società civile, Idra ha proposto che a svolgere questa funzione sia chiamata esplicitamente la Prefettura, considerato che alcuni Ministeri non dispongono di articolazioni periferiche.

Idra ha insistito inoltre affinché venga dato séguito all'impegno assunto col Protocollo di intesa del 21.12.'95 per l'istituzione di un Osservatorio sociale, impegno mai attuato nonostante i rilevanti disagi accusati dai lavoratori della TAV sul piano dell'integrazione e del riconoscimento dei diritti di cittadinanza.

Sul fronte della prevenzione dei danni drammaticamente in corso, e di quelli futuri cinicamente annunciati, Idra ha ricordato i 360 litri di acqua al secondo che fuoriescono oggi dal fronte di scavo di Marzano, a Borgo S. Lorenzo: "non si comprende come le autorità pubbliche possano avallare da mesi questa emorragia gigantesca nei loro territori senza apparentemente batter ciglio". Dal solo versante sud della galleria di Rovigo (Comune di Firenzuola) sono stati sottratti alla falda dall'inizio dei lavori 15 milioni di metri cubi d'acqua (15 miliardi di litri), in una delle aree più incantevoli e preziose dell'Appennino fra Firenze e Bologna. L'assessore all'Ambiente della Regione Toscana Tommaso Franci ha potuto preannunciare senza scandalo davanti al Consiglio regionale lo scorso 24 luglio: "Io credo che oggi non è che abbiamo concluso, o abbiamo risolto il problema, anzi - come ho avuto modo di dire e ripeto - nei due anni di lavoro che ancora ci saranno di scavo, ci saranno ancora dei problemi molto gravi di impatti inevitabili e non mitigabili nella realizzazione della galleria" (!!!).

Documentazione ARPAT alla mano Idra ha evidenziato ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, le gravi carenze in fase di progettazione che appaiono essere all'origine dei danni ambientali gravi e irreversibili di cui è teatro il Mugello, e le responsabilità delle amministrazioni pubbliche. Risultano infatti essere state accettate in sede di conferenza di servizi modalità costruttive che prevedevano gallerie in grado di sopportare pressioni assolutamente non superiori ai 5 bar, che mettevano dunque in conto - o forse ci inganniamo? - drammatici svuotamenti della falda. Sulle tecniche di scavo e di rivestimento, peraltro, Idra ha proposto ai sindaci di farsi promotori di un consulto internazionale: non sembra scontato che, nonostante i continui assestamenti in fase esecutiva, siano state messe effettivamente in campo le conoscenze, le tecnologie e i materiali più adeguati e meno impattanti.

Ma soprattutto non si può continuare a ignorare che i 60 km di galleria privi del tunnel di soccorso fra Vaglia e Bologna dovranno essere messi a norma con un tunnel parallelo di soccorso prima di entrare in esercizio (il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze nel proprio parere del 23.7.'98 ha espresso "seri dubbi sulla rapidità ed efficacia dei mezzi di soccorso" tenuto conto della tipologia costruttiva adottata per la galleria). Gli amministratori locali devono quindi iniziare a confrontarsi seriamente, secondo Idra, con gli scenari di incremento di impatto temporale, ambientale, sociale e finanziario che questa integrazione comporterà sul territorio del Mugello. I sindaci e la Comunità Montana hanno accolto il suggerimento di Idra di scrivere al presidente del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici Aurelio Misiti (che un anno fa - sulle colonne di un quotidiano nazionale - si dichiarava indisponibile a firmare il collaudo dell’opera, sciaguratamente priva della galleria di servizio) per chiedere chiarimenti urgenti sull'intera questione.

Gli amministratori presenti all'incontro hanno accolto anche altri quattro suggerimenti operativi formulati dalla delegazione dell'associazione di volontariato fiorentina:

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