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COMUNICATO STAMPA
Firenze, 2.7.'01
PRESIDENTE CIAMPI, INTERVENGA ALMENO ADESSO
A TUTELARE I LAVORATORI DELL'ALTA VELOCITÀ
MINACCIATI DALLA CASSA INTEGRAZIONE
E DALLA STRUMENTALIZZAZIONE!
Si appellano ancora una volta al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi le due organizzazioni che da mesi si battono per la tutela dei lavoratori TAV, sottoposti nelle gallerie dell'Appennino a turni durissimi di "straordinario legalizzato", nonostante le mansioni usuranti e l'isolamento sociale subìto a centinaia di chilometri dalle proprie famiglie.
"Siamo sorpresi di constatare che nessuna parola di conforto sia finora arrivata da parte Sua - per quanto ci risulta - all'indirizzo dei lavoratori dell'Alta Velocità che si sono rivolti a Lei già un anno fa, attraverso le loro mogli, chiedendo un intervento che mitighi le durissime condizioni di impiego nei cantieri del tunnel ferroviario in costruzione fra Firenze e Bologna", scrivono Beppe Banchi di Medicina Democratica e Girolamo Dell'Olio di Idra.
I due portavoce ricordano a Ciampi che "proprio nella "galleria più lunga d'Italia" che il 20 febbraio scorso Ella ha visitato (ma non inaugurato, Presidente, nonostante il clamore dei media: la galleria di Vaglia era ed è tuttora da costruire ancora per metà, fra gravi difficoltà di ordine idrogeologico e con pesanti conseguenze ambientali, divenute oggetto anche della recente inchiesta giudiziaria della Procura di Firenze) il Dipartimento della Prevenzione dell'Azienda Sanitaria Locale 10 di Firenze aveva riscontrato (nota del 31.1.2001), nel semestre che aveva preceduto la Sua visita, condizioni di lavoro estreme. Fra queste, la presenza di un "sistema di ventilazione non più in grado di pompare una quantità d'aria sufficiente per realizzare le fasi di scavo e trasporto" e di un'"aria ambiente della galleria non respirabile né esente da inquinanti entro i limiti di tollerabilità"."
Medicina Democratica e Idra denunciano il fatto che "dopo essere state sottoposte per anni a condizioni di lavoro usurante ai limiti del diritto e della civiltà, a centinaia di chilometri di distanza dalle proprie case nelle viscere dell'Appennino, queste maestranze vengono ora strumentalizzate una seconda volta: chi ne ha ignorato fino a ieri le sofferenze sociali, morali e materiali, oggi se ne fa scudo - attraverso l'antica arma del ricatto occupazionale - per imporre il proseguimento di un progetto devastante per l'erario e per l'ambiente".
Perciò Banchi e Dell'Olio chiedono al presidente Ciampi di farsi "garante del riconoscimento dei diritti al lavoro, alla dignità, alla salute e alla sicurezza di questi nostri concittadini, promuovendo l'adozione di misure straordinarie di difesa della retribuzione e dell'impiego, e di misure ordinarie e strutturali, organiche, che spostino il gigantesco investimento pubblico oggi dilapidato nel progetto TAV Spa in quelle opere infrastrutturali ferroviarie socialmente utili che l'Europa ci chiede (linee veloci compatibili con le esigenze del territorio, reti metropolitane, corridoi merci collegati al cabotaggio, riequilibrio Nord/Sud, interoperabilità col sistema ferroviario continentale)".