Associazione di volontariato Idra
Tel. e fax
055.233.76.65, Tel. 055.48.03.22,
Tel. 320.161.81.05; e-mail idrafir@tin.it
web http://www.idraonlus.it/vecchiosito/inizio.html
TAV:CORTE CONTI
TOSCANA; FALDE IDRICHE SECCHE, TUTTI ASSOLTI
PRESCRIZIONE 'SALVÀ
23 ACCUSATI, TANTI EX GIUNTE REGIONE
(ANSA) -
FIRENZE, 1 GIU - Pozzi, falde idriche e sorgenti del Mugello, tra Firenze e
Bologna, si seccarono, o diminuirono la portata d'acqua, durante i lavori
dell'Alta velocità. Ma nessuno risarcirà il danno all'erario. Infatti la
sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Toscana ha assolto per
prescrizione 23 amministratori e dirigenti regionali, nonchè dirigenti del
Ministero dell'Ambiente, accusati dalla procura contabile come responsabili del
danno. Tra loro tanti ex
membri di giunte
della Regione Toscana dal 1990 al 2000, compresi gli ex presidenti Vannino
Chiti e Claudio Martini. Tutti insieme avrebbero dovuto risarcire 13,5 milioni
di euro.
In
particolare, la Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Toscana,
affermando la giurisdizione della Corte dei conti nella vicenda, ha pronunciato
sentenza di assoluzione «per intervenuta prescrizione dell'azione risarcitoria»
proposta dalla procura contabile. I giudici della Corte dei Conti hanno
argomentato che il fatto dannoso contestato agli amministratori e dirigenti
accusati avrebbe avuto carattere di illecito istantaneo con effetti dannosi
permanenti, con decorrenza del termine prescrizionale dal momento in cui il danno
ha cominciato inizialmente a manifestarsi, che è stato ritenuto antecedente di
oltre 5 anni l'avvio del giudizio di responsabilità. La procura era stata,
anche nel pubblico dibattimento, di diverso avviso, ravvisando nei fatti
contestati
il carattere di
illecito dannoso permanente, il che avrebbe implicato un diverso calcolo della
prescrizione.
Il
procuratore regionale si riserva di ricorrere in appello alle sezioni centrali
della Corte di conti. (ANSA).
COMUNICATO STAMPA Firenze, 2.6.’12
Alta Velocità in Toscana, danno erariale: si pronuncia la sezione giurisdizionale della Corte dei conti per
la Toscana.
“Si
tratta di una sentenza”,
commenta l’associazione ecologista Idra
sulla scorta dei lanci di agenzia, “che
non appare assolutoria nel merito. Se il danno all’erario non sussistesse,
sarebbe stata pronunciata probabilmente un’assoluzione con formula piena.
Rispetto a quella della prescrizione - siamo indotti a ritenere - sarebbe stata
privilegiata infatti, al momento del giudizio, la formula della mancanza di
responsabilità. La sentenza sembra
confermare invece che la
responsabilità del danno erariale sussiste. Non appaiono affatto dissipate,
per effetto di una prescrizione, le perplessità gravi e motivate che da sempre
manifestiamo sulle scelte adottate in materia di TAV da dirigenti e politici preposti alla cura del territorio e delle risorse
idriche, e al buon governo del denaro pubblico”.
Il giudizio di responsabilità per
danno erariale (circa 14 milioni di euro) derivante dalla realizzazione dei
lavori per l’Alta Velocità ferroviaria nella tratta appenninica Firenze-Bologna
è stato promosso dal Procuratore regionale della Toscana della Corte dei conti
a carico di 23 persone: Vannino Chiti, Bruno Agricola, Luigi Badiali, Tito
Barbini, Alberto Bencistà, Paolo Benesperi, Gianni Biagi, Riccardo Bicchi,
Franco Cazzola, Claudio Del Lungo, Patrizia Dini, Paolo Fontanelli, Giovanni
Fratini, Fabrizio Geloni, Enno Ghiandelli, Paolo Giannarelli, Mauro
Ginanneschi, Marialina Marcucci, Claudio Martini, Costanza Pera, Moreno
Periccioli, Simone Siliani, Michele Ventura. Nel giudizio è intervenuta ad adiuvandum l’associazione Idra.
L’associazione fiorentina attende in ogni
caso di leggere il dispositivo della sentenza. “Intanto”, osserva, “prendiamo
atto della riserva del procuratore regionale di ricorrere in appello. In questa
evenienza Idra ribadirebbe ovviamente
la disponibilità a confermare l’intervento ad adiuvandum
esercitato nella prima fase del procedimento. La Toscana non può peraltro
dimenticare che i danni arrecati dalla cantierizzazione TAV alla risorsa acqua,
attestati via via e misurati negli anni nella loro dimensione di fenomeno
irreversibile dalla mole sempre più cospicua, non hanno per questo portato a
ritirare il consenso convinto ed enfatico all’opera: in ogni importante circostanza pubblica gli amministratori che
esercitavano poteri di governo hanno continuato a descriverla come un fattore
di progresso, di efficienza e di modernità”.
Un’ultima considerazione viene formulata
da Idra alla luce delle drammatiche condizioni del Paese: “Quand’anche venisse confermata in appello la prescrizione dell’azione
risarcitoria, l’ammonimento che emana da
questa sentenza suona tanto più severo nell’attuale fase di crisi. La fragilità
del territorio, l’emergenza sismica, le priorità sociali richiedono ben altra
guida che quella di un ceto politico oggi ai minimi storici in fatto di
consenso e credibilità: l’Italia non può più permettersi il tragico lusso di
vedersi imporre oggi in maniera bipartizan da questo ceto, dopo la TAV in
Mugello, ancora altra TAV in Piemonte, in Liguria, in Veneto, in Friuli Venezia
Giulia, in Trentino Alto Adige, con la zavorra aggiuntiva del perverso
meccanismo finanziario del general contractor, messo ripetutamente all’indice dall’Autorità
per la vigilanza sui contratti pubblici e dalla Corte
dei conti. Non è più tollerabile che
risorse finanziarie pubbliche fuori controllo siano destinate a interventi
ispirati al gigantismo, atti a generare elevati profitti privati, lavoro scarso
e insicuro, erosione dei beni comuni e danni diffusi e numerosi, inclusi quelli
erariali. La buona sorte e la lentezza della macchina della giustizia hanno
assistito finora i responsabili della cosa pubblica. Non è opportuno che si perseveri – oggi in
abiti ‘tecnici’ – nel culto acritico delle grandi opere”.