Associazione di volontariato Idra

iscritta al Registro Regionale del Volontariato della Toscana

per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale

Via Vittorio Emanuele II 135, 50134 FIRENZE (incontri aperti alla cittadinanza il lunedì alle 21.30)

e-mail: idrafir@tin.it; internet: www.dadacasa.com/idra; www.comune.firenze.it (Spazio Associazioni)

aderente ad Alternativa ai progetti TAV - Federazione Nazionale dei Comitati e delle Associazioni

COMUNICATO STAMPA

Firenze, 2.3.'01

AL SUMMIT DEI G8 SULL'AMBIENTE L'ASSOCIAZIONE IDRA CHIEDE CHE SIA RIESAMINATA LA POSIZIONE DELL'ITALIA:

LA CANTIERIZZAZIONE DEL "BEL PAESE" PER L'ALTA VELOCITÀ FERROVIARIA

In una lettera aperta al "Summit G8 ambiente" (in programma il 2, 3 e 4 marzo 2001 a Trieste) indirizzata al presidente di turno, il ministro italiano dell'Ambiente Willer Bordon, Idra, associazione di volontariato fiorentina per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale, chiede che sia attentamente riconsiderata la posizione del governo italiano, promotore di un progetto di infrastrutturazione del "Bel Paese" (l'Alta Velocità ferroviaria modello TAV SpA) che si dimostra intollerabilmente pesante, devastante, oneroso e di discussa utilità sociale.

Idra ricorda ai ministri che intervengono all'appuntamento triestino dedicato all'ambiente come importanti studi definiscano nell'ordine dei 140.000 miliardi di lire il costo complessivo della realizzazione del progetto Alta Velocità in Italia, a totale carico dello Stato.

Oltre a produrre danni ambientali irreversibili sul territorio delicato e storicizzato che fa da supporto al "paesaggio più commovente del mondo" (Fernand Braudel), la cantierizzazione TAV sottrae alle casse dell'erario risorse strategiche. L'effetto più consistente sul debito pubblico, come è stato autorevolmente spiegato da esperti in materia (vedi sito web di Idra, http://www.idraonlus.it/vecchiosito/10-9-'99.html), si comincerà ad avvertire solo a partire dal momento dell'entrata in esercizio della linea, grazie alla peculiare architettura finanziaria dell'opera, che dal '98 ha scaricato peraltro sullo Stato l'onere dell'avventura progettuale. "A partire dal 2005 la rata annuale di capitale e interessi che la TAV, e quindi lo Stato italiano, dovrà restituire alle banche, è stimata in circa 5.500-6.000 mld all'anno per 20 anni. Questa cifra ovviamente oggi nel bilancio dello Stato non figura. Quindi in sostanza questa architettura finanziaria ha ipotecato, e sta ipotecando, 20 Finanziarie a partire dall'attivazione del servizio dell'Alta Velocità, databile intorno al 2005, per una quota complessiva della dimensione descritta" (Ing. Ivan Cicconi, direttore di I.T.A.C.A., Istituto per la Trasparenza Aggiornamento e Certificazione Appalti, Firenze, 10.9.'99).

"Il modello TAV di alta velocità ferroviaria - denuncia Girolamo Dell'Olio, portavoce di Idra - conferma e allarga la forbice fra Nord e Sud, fra aree privilegiate e aree marginali. Risorse pubbliche strategiche vengono investite nella direzione opposta a quella del riequilibrio ambientale, infrastrutturale e sociale. Esse vengono al contrario dissipate in progetti che suonano come un insulto alle esigenze di buon governo dell'economia nazionale e alle priorità a scala-mondo".

Idra evidenzia anche la persistenza - nell'organizzazione del lavoro denunciata dalle maestranze impiegate nei cantieri TAV - di modelli di reclutamento e trattamento della manodopera che si speravano oramai superati: l'inferno del "ciclo continuo" di lavoro, il pendolarismo Sud-Nord-Sud e i fenomeni di emarginazione sociale descrivono scenari poco compatibili con l'universo di diritti maturati in due secoli di lotte dei lavoratori per l'emancipazione nella "civilissima" Europa.

 

 Per ulteriori informazioni: Tel. 055.233.76.65 (dopo le 14)

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