Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO STAMPA Firenze, 2.2.’06
TAV BOLOGNA-FIRENZE: FINE DEI LAVORI? NON SEMBRA PROPRIO: SI ALLUNGANO I
TEMPI E FORSE ANCHE I KM DELLA GALLERIA DA DEMOLIRE E RICOSTRUIRE IN MUGELLO!
INTANTO SI ALZANO NUOVE NUVOLE DI POLVERE E LA NOTTE NON SI DORME.
“Le esplosioni sono previste con cadenza pari a n. 2
volate/settimana fino a settembre 2005”. Così aveva risposto il 16 maggio 2005 la società di ingegneria del
Gruppo Ferrovie dello Stato incaricata del ruolo di alta sorveglianza e
supervisione dei lavori TAV, la Italferr SpA, quando l’Osservatorio Ambientale
Nazionale aveva affrontato il tema scottante dell’effetto-terremoto, con forti boati e vibrazioni degli
edifici, provocato dal brillamento delle
mine impiegate per demolire una galleria TAV. Grande spavento in superficie:
nessuno aveva avvertito gli abitanti, né il consorzio costruttore Cavet, né Italferr,
né la TAV SpA. Così come nessuna
autorità pubblica – per quanto a oggi risulta a Idra – ha mai sanzionato
quel comportamento disinvolto, nonostante le
richieste inoltrate dall’associazione fiorentina all’Osservatorio
Ambientale e alla Regione Toscana.
La galleria “ammalorata” doveva tuttavia essere finita
di demolire – stando ai dati forniti da Italferr – entro “settembre 2005”. Siamo a
febbraio 2006, e le demolizioni continuano. Con esse, l’andirivieni diurno e notturno dei camion attraverso l’imbocco
della “finestra di San Giorgio”, dove un frutteto
(foto 1) è franato a ridosso degli scavi (anche in questo caso, nessun intervento
risolutivo risulta essere stato messo in atto dall’Osservatorio Ambientale,
nonostante la pressante azione di documentazione svolta da Idra).
L’associazione fiorentina ha scritto il 30 gennaio scorso
al sindaco di Scarperia per denunciare le condizioni di persistente grave disagio
che affligge la vita quotidiana, diurna e notturna, dei residenti e degli operatori
economici accanto al teatro delle operazioni di demolizione-rifacimento della
galleria. “Ci è stato riferito che le
attività lavorative si svolgono anche di
notte, con brillamento delle mine e attività di martelloni, scrive Idra al sindaco Sandra Galazzo. In periodo notturno si svolgerebbero anche le operazioni di movimentazione degli
inerti risultanti dalle demolizioni: camion che annunciano a clacson
spiegato il proprio arrivo nel tunnel della finestra (troppo stretto perché due
mezzi possano scambiarsi) e camion che scaricano gli inerti dalla finestra nel
piazzale, dove un escavatore carica i materiali su altri camion, le cui sponde
producono nel chiudersi ulteriori schianti. Ci si domanda inoltre se la
composizione della polvere (foto
2) che si solleva durante queste
operazioni – trattandosi di cemento con additivi - sia tale da escludere
qualsiasi effetto nocivo sulla salute delle persone (lavoratori e residenti)
e/o sulla salubrità delle colture”.
Ma non basta. Una recente nota proveniente dagli uffici TAV di Firenze annuncia che "allo stato attuale Italferr ha approvato soltanto
la demolizione e ricostruzione dei rivestimenti in calotta dalla pk 58+010 alla
pk 58+670. E' però in corso un'indagine, con l'esecuzione di carotaggi, per
verificare l'entità e l'estensione
dell'ammaloramento complessivo che secondo
un'ipotesi preliminare potrebbe riguardare l'arco rovescio nel tratto da pk
57+770 a pk 59+400 (la venuta d'acqua si è manifestata alla pk. 57+088 il
25/04/99). Tale informazione, non essendo ancora completata l'istruttoria di
Italferr, non è ancora del tutto certa". In altre parole, non soltanto
è ancora in corso – dopo essere iniziata
a febbraio 2005 - una demolizione (per un tratto di 600 m di galleria) che
avrebbe dovuto essere completata a settembre 2005. Ma si prospetta anche il rischio che l’“ammaloramento” interessi
un ulteriore km di tunnel, con conseguenze poco prevedibili sulla
vivibilità dell’area, i cui residenti hanno già pagato un tributo molto alto
alle esigenze della cantierizzazione TAV fra Firenze e Bologna. Qualcuno l’ha definita un
“modello”, tutte le autorità ne hanno annunciato trionfalmente la conclusione: sta di fatto che i costruttori si trovano
alle prese con problemi statico-strutturali
non irrilevanti, se è vero che una galleria viene demolita e ricostruita –
per una lunghezza e un tempo ancora indeterminati - ancor prima che ci vengano
poggiati sopra i binari!
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Foto 1. Gregge sull’orlo della frana, al frutteto
biologico di San Giorgio, località “I Pianacci”, Comune di Scarperia.
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Foto 2. La polvere che fuoriesce dall’imbocco della “finestra”
AV di San Giorgio.