Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO
STAMPA Firenze, 19.7.’11
LA TAV IN VALDARNO: CAVRIGLIA CHIAMA, IDRA RISPONDE
È parso un pochino
sbrigativo, imprudente e ingeneroso il modo in cui il sindaco di Cavriglia
Ivano Ferri avrebbe commentato – stando alle dichiarazioni riportate da Il Nuovo Corriere di Firenze lo scorso
14 luglio – gli ultimi documentati allarmi formulati dall’associazione
ecologista fiorentina Idra, che dal
1998 studia e combatte gli impatti TAV annunciati in Valdarno. “Qualche volta mi fanno sorridere –
recitava il virgolettato attribuito al sindaco - queste associazioni che nascono e che si preoccupano di Cavriglia
improvvisamente. [...] Tolte le istituzioni (Provincia, Regione Toscana ed Enti
locali), molto spesso siamo stati soli a combattere questa battaglia. [...] I fiorentini
se ne sono preoccupati molto poco. Che abbiano adesso tutta questa attenzione
mi fa quasi sorridere!”.
È stato dunque necessario ricordare,
in una lettera
trasmessa ieri al primo cittadino di Cavriglia, quanto venga da lontano (altro che ‘associazioni
che nascono e che si preoccupano di Cavriglia improvvisamente’ !)
l’iniziativa informativa di Idra.
La quale “si occupa almeno dal 1998 –
scrive il portavoce Dell’Olio - dei rischi che il vostro territorio corre per
soddisfare esigenze e risolvere problemi nati a Firenze. Idra ha affrontato questa tematica sia a
livello di studio sia di produzione
di osservazioni formalizzate presso
le sedi competenti (Regione e Ministeri) già dal maggio del ’98. “Osservazioni che sono a Sua disposizione,
se di Vostro interesse, aggiunge Dell’Olio. Da parte nostra gradiremmo ricevere le Osservazioni che il Comune di
Cavriglia e gli altri Comuni interessati hanno formulato in quelle occasioni”.
Idra non si è limitata inoltre a studiare le carte e a proporre correttivi:
ha provveduto a informare
l’opinione pubblica, come attestano i numerosi comunicati in rete e le
notizie pubblicate nel corso degli anni sulla stampa. A
maggio 2004, ad esempio, rivelò ciò che era stato accuratamente nascosto
nelle pieghe degli accordi per la nuova Stazione AV di Firenze Foster: si
scoprì così che per l’ultimo ritaglio del progetto-spezzatino per il Nodo AV di
Firenze, lo “scavalco” di Castello, “tutti
i materiali verranno approvvigionati al cantiere mediante trasporto su strada;
tutti i materiali di risulta verranno movimentati mediante autocarri”.
A luglio di quello stesso anno Idra denunciò: 307.000 metri cubi di terra che si
prevede di scavare a Firenze fra Rifredi e Castello per permettere la
costruzione dello ”scavalco” ferroviario nell’ambito del progetto di Alta
Velocità del Nodo verrebbero istradati
tutti su gomma, utilizzando autocarri, alla volta della ex miniera di lignite
di Santa Barbara. Per le sole
terre da scavo si poteva prevedere la necessità di un via vai di 28.000 autocarri (considerando la somma dei
viaggi di andata e ritorno), variamente distribuiti nell’arco dei 41
mesi di lavori. E fu in conseguenza degli esiti di quella denuncia che il sindaco
di S. Giovanni Valdarno Mauro Tarchi decise di prendere carta e penna e vergare
di proprio pugno, a nome anche dei colleghi di Cavriglia e di Figline Valdarno,
un intervento pubblicato il 28 luglio
2004 col titolo “Niente smarino
nell’area mineraria”. Vi si leggeva, fra le altre cose, che in relazione
alla disponibilità allo smaltimento nell’area mineraria valdarnese dei
materiali di risulta delle escavazioni della Direttissima FI-BO “i Sindaci non solo respingono tali
soluzioni opponendosi all’arrivo dello smarino nella linea ferroviaria
(figuriamoci ai camions, problema per ora mai sollevato), ma rassicurano che in attesa di proposte serie ad oggi mai
pervenute né dalla regione che dalla Tav impediremo con ogni mezzo tale offesa
al nostro territorio”. E avevano certo ragione allora, i sindaci, ad
essere indignati, perché mai erano stati neppure convocati alle quattro
conferenze di servizi (Variante di Firenze Castello, Nodo AV di Firenze,
Stazione AV di Firenze, Scavalco Castello-Rifredi) in cui si decideva per loro e per i cittadini da loro amministrati.
Stessa sorte è toccata del resto ai sindaci degli altri Comuni che verrebbero
attraversati dal flusso dei convogli ferroviari: Fiesole, Pontassieve, Rignano,
Reggello, Incisa Valdarno. Garante (?)
per tutti la Regione Toscana (al cui presidente la missiva indirizzata al
sindaco Ferri è stata pure inviata per conoscenza), che a tutti quei tavoli era invece presente, assieme alla Provincia
di Firenze...
Successivamente, è accaduto che i
sindaci di Cavriglia, Figline Valdarno e S. Giovanni Valdarno abbiano
apparentemente convenuto, ad aprile 2008, sulla opportunità di accettare
comunque quella che avevano giudicato una “tale
offesa al nostro territorio”, siglando con RFI SpA, Regione Toscana e
Provincia di Arezzo un protocollo d’intesa “per gli interventi sulla mobilità connessi
alla messa a dimora nella ex-area mineraria di Cavriglia delle terre di scavo
derivanti dal progetto del Nodo AC/AV di Firenze”. Già da subito, però, Idra ha temuto – sulla scorta dell’esperienza del Mugello - che
queste ‘compensazioni’ mal compensassero l’offesa al territorio e il disagio alle popolazioni e al sistema dei
trasporti locali che potranno derivare dalla movimentazione di una quantità
ciclopica di materiali da escavare dal ventre di Firenze senza alcuna apparente
utilità sociale, e la cui sostenibilità sul piano ambientale verrebbe per
giunta certificata solo a valle, e cioè a Santa Barbara!
Richiamate le importanti cautele di
carattere ambientale e sanitario proposte nei più recenti
pareri dalla Provincia e dalla Azienda USL di Arezzo, Idra lancia quindi al
sindaco di Cavriglia un appello. La lunga e contraddittoria vicenda dello
smarino TAV di Firenze non sembra poter giustificare ragionevoli sentimenti di
tranquillità: piacerebbe “leggere di
impegni precisi, concreti e di comprovabile efficacia. Come quello, magari, di richiedere o promuovere la pubblicazione
del progetto di trasferimento delle terre di scavo di Firenze in tutti i Comuni
interessati, affinché sia sottoposto alle osservazioni dei cittadini e dei
Consigli comunali, e a una procedura di Valutazione di Impatto Ambientale.
Come quello di non accettare comunque che la caratterizzazione dei materiali
scavati a Firenze avvenga a Cavriglia, piuttosto che a Firenze, che siano destinati
alla “collina schermo” o agli “interventi di implementazione”. Non ci sembra
molto prudente nelle condizioni attuali, infatti - conclude Idra - sostenere che “se diventerà un problema lo lasceremo appunto ai
fiorentini e saranno loro a doversi trovare una soluzione per gli eventuali
rifiuti”. Qualora lo smarino diventasse un problema a Cavriglia, lo sarebbe poi
per tutte le popolazioni interessate del Valdarno, che si troverebbero
esposte – nel caso di ‘imprevisti ambientali’ – al doppio disagio legato alla
movimentazione di andata e di ritorno delle terre di scavo eventualmente
certificate come rifiuti. E a ulteriori incrementi nei tempi di realizzazione
del progetto”.
Infine, una domanda.
Cosa pensano il sindaco di
Cavriglia, e magari i suoi colleghi del Valdarno, delle riflessioni e della
proposta che ebbe a pronunciare, esattamente due mesi dopo la sigla del
Protocollo d’intesa per lo smarino di Firenze, l’allora assessore al Territorio e alle Infrastrutture della Regione
Toscana Riccardo Conti nel corso del convegno “Per un Patto sulle Infrastrutture in Toscana”, il 30 giugno 2008? Al convegno venne chiamato a
intervenire anche il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Altero Matteoli,
e proprio a lui l’assessore si appellava appunto – in relazione al problema
della qualificazione delle terre di scavo - al termine delle proprie
considerazioni: “Aggiungo che ci sono
cose su cui possiamo lavorare insieme e rubo qualche secondo per parlare di
semplificazione. Per sottolineare un mio consenso. Noi abbiamo un’area. E’
un’area che è una vecchia miniera di lignite a cielo aperto, a Cavriglia.
Quell’area va rimodellata, cioè in quell’area andrà portato tanto materiale per
rimodellarla. Noi dobbiamo fare il
tunnel sotto Firenze. Quell’area è collegata anche via treno con Firenze:
pensiamo di portare la roba del tunnel nell’area e - c’è qui il sindaco di
San Giovanni, il sindaco Tarchi - e con quei Comuni abbiamo discusso, abbiamo
costruito le intese... va bene, nel mezzo c’è l’ENEL, è complicato... vorremmo
portare lì quella roba. Però... c’è un
però: se quella roba viene stoccata per più di 20 giorni diviene un rifiuto. E
noi non siamo in grado di portare lì quella roba. A meno che io non trovi un
dirigente della Regione, e forse lo trovo, forse è anche in sala, che accetta
prima o poi di prendere un avviso di garanzia. Per qualche terribile reato
ambientale. Voglio dire che la
semplificazione è una questione talmente fondamentale in questo Paese che va
oltre la buona volontà, e che richiede opzioni e scelte politiche. Perché
io non ho capito come mai i terreni di risulta dell’Alta Velocità andavano bene
per fare la duna a Campi sull’autostrada, e 120 metri, 120 metri più in là, per
fare la duna intorno al parco di Focognano non andavano più bene. E dico questo
sapendo che è un problema che ci
trasciniamo dietro di interpretazione burocratica di un fondamentalismo ambientalistico che tutti abbiamo subìto. E
quindi porte aperte a un’azione vera di semplificazione, che punti a una
vera e rigorosa sostenibilità. In Toscana non c’è nessuno che può fare un
piano, nemmeno un piano urbanistico, senza valutarlo, [parola
incomprensibile, ndr] sottoporre
a una valutazione integrata: deve essere semplificazione, non complicazione.
Sono così d’accordo, che su questo potrai
contare sull’apporto nostro nelle conferenze Stato-Regioni, perché sentiamo
questo bisogno, proprio perché vogliamo fare riforme”.
Scrive Idra al sindaco a Ferri: “Avevamo provato a chiedere all’assessore
Conti, qualche giorno dopo, maggiori ragguagli. L’assessore ebbe a replicare in maniera non pertinente, e non fornì
alcun riscontro a un successivo sollecito. Ci piacerebbe apprendere se Ella ha avuto modo di sapere che cosa
intendesse il dott. Conti e, in ogni caso, se e come si intenda oggi procedere,
sotto il profilo della cosiddetta ‘semplificazione’, negli ambienti della
Regione Toscana”. Regione Toscana che, per l’appunto, legge la missiva
per conoscenza.
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