Associazione di volontariato Idra
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Firenze, 19.7.’02 COMUNICATO STAMPA
Buio sui dati: TAV intoccabile?
L’ARPAT non è più autorizzata a informare la cittadinanza sui danni ambientali provocati dai cantieri dell’Alta Velocità.
Clamoroso passo indietro nella trasparenza.
Annullate di fatto dall’Osservatorio Ambientale nazionale le prescrizioni del Consiglio regionale della Toscana.
Non era mai riuscita a mettere a punto quel sistema informativo avanzato, in tempo reale e on-line, che da anni si prometteva alla cittadinanza. Ma ai comitati e alle associazioni che si rivolgevano all’Agenzia, l’ARPAT aveva garantito almeno dati certi sulle principali emergenze ambientali. Adesso non più.
Dopo l’ultima emorragia idrica nel cantiere TAV di Marzano, a Borgo San Lorenzo, Idra è tornata a chiedere all’ARPAT accesso alla documentazione. Ma suonano particolarmente preoccupanti i contenuti della risposta dell’ARPAT. Il responsabile URP dott. Franco Paoli scrive in data 10.7.’02 a Idra: "Relativamente alle richieste formulate in data 2 luglio 2002 ricordiamo che ARPAT svolge attività di supporto tecnico all’Osservatorio Ambientale T.A.V. per cui attiene all’Osservatorio medesimo la competenza al diritto di accesso ai documenti amministrativi e alle relative informazioni. Competenza questa a cui ARPAT è stata richiamata recentemente al rispetto dal Presidente dell’Osservatorio medesimo (Crf. verbale di riunione Osservatorio del 26.03.2002)" (sottolineatura nostra).
Un grave passo indietro, dunque, sul piano della trasparenza, rispetto alle volontà espresse dal Consiglio regionale della Toscana che aveva formulato una fitta lista di prescrizioni attraverso la risoluzione approvata il 26 luglio 2000, nella seduta straordinaria dedicata all’Alta Velocità e all’emergenza idrogeologica in Mugello, dopo che erano rimaste senz’acqua le comunità di Grezzano e di Luco di Mugello. All’ARPAT erano affidati da quella risoluzione "obblighi di informazione nei confronti della collettività, informazione che deve rispondere ai requisiti di tempestività, rigore scientifico, completezza, facile accessibilità". Mentre alla Giunta regionale veniva assegnato il compito di "assumere un ruolo di interlocutore diretto con le comunità locali, mediante l’attivazione di procedure di informazione, trasparenza e comunicazione, ivi compresa la divulgazione dei dati relativi all’andamento dell’opera".
Un passo indietro, questo dell’Osservatorio Ambientale Nazionale sotto la nuova presidenza Agricola (oggi peraltro dimissionaria), che appare ancor più discutibile quando si pensa che il "richiamo" all’ARPAT proviene da un organismo assente della storia dello scavo TAV in Mugello per un periodo lungo e delicato, quello che ha preceduto la massiccia venuta d’acqua a Marzano dello scorso 27 giugno. Un Osservatorio che comunque non ha risposto alle istanze ad esso avanzate in questi mesi da Idra.
L’associazione di volontariato ne ha scritto al presidente del Consiglio regionale Riccardo Nencini. E si domanda: che atteggiamento ha assunto il rappresentante della Regione Toscana nell’Osservatorio nazionale quando è stato presentato il ‘nuovo corso’ voluto da Roma? C’è stata votazione e condivisione? Se al black out informativo sommiamo poi il fatto che l’Osservatorio Ambientale nazionale (in cui, ripetiamo, siede anche un rappresentante della Regione) non è stato convocato per mesi, e aggiungiamo le mancate comunicazioni della Giunta regionale al Consiglio e alle Commissioni, contravvenendo a un impegno sancito anch’esso (con cadenza trimestrale) dal Consiglio regionale nel luglio 2000, resta una sola conclusione da trarre: la Giunta Martini si lascia distrarre forse un po’ troppo dal fascino dei convegni sul pianeta Terra (S. Rossore insegna), ma non segue con sufficiente attenzione e sollecitudine i problemi gravi e concreti generati in casa propria.