Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO STAMPA
Firenze, 19.3.'13
Riparte il processo per i danni TAV in Mugello: la Cassazione corregge
la sentenza di appello. Idra plaude
ma riflette sui ritardi del sistema-giustizia.
“E meno
male!”, commenta Idra, l’associazione di cittadini semplici, parte civile
nel processo TAV per i danni in Mugello e a Monte Morello, che dal 1994
contesta la “grande opera” mangia-legalità, la sua massacrante architettura
finanziaria, la spavalda disinvoltura con cui una classe politica trasversale
ancora oggi fortissimamente vuole imporla al Paese.
Meno male! Ma
ancora male, appunto, se si pensa a
un sistema-giustizia-carrozzone che, a distanza di 15 anni dai primi danni
conclamati causati dalla TAV all’ambiente dell’ecosistema appenninico, che non
ha risparmiato Siti di Importanza Comunitaria tutelati (a parole) dall’Europa, non si mostra in grado di emettere un
giudizio definitivo.
Idra accoglie comunque con soddisfazione e
gratitudine il pronunciamento della suprema Corte, che serva da monito quanto
meno ai patron delle altre TAV d’Italia, a partire da quella progettata sotto la città UNESCO chiamata Firenze.
Una TAV solo apparentemente avversata dal sindaco Matteo Renzi, che il 3 agosto
2011 ha pensato bene di chiedere in contropartita al
sottoattraversamento di Firenze e alla faraonica stazione Foster – secondo
una logica
compensativa rivelatasi perdente dappertutto! - 80 milioni di euro cash (mai
ricevuti?).
Questa
classe politica (di cui il sindaco di Firenze Matteo Renzi appare membro a
tutto tondo) ha portato Firenze sull’orlo di uno scavo ciclopico che da tempo
paventiamo sia destinato a rimanere incompiuto. Sulle procedure di attuazione del progetto, la
magistratura inquirente ha ipotizzato – secondo quanto è comparso sugli organi
di informazione - la presenza di reati inquietanti (materiali pericolosi e di scarsa
qualità, macchinari inadeguati, truffa allo Stato, frode, corruzione, con l’ombra
della camorra sullo smaltimento dei rifiuti e il sospetto di favori negli
appalti alle Coop rosse). Questo, prima
ancora che lo scavo cominci!
Questa stessa classe politica insiste a volere decine
di km di tunnel, valichi e corridoi di dubbia utilità in Val di Susa, fra
Milano e Genova, fra Verona e Monaco, fra Venezia, Trieste e Lubiana. Ma non è
così che si mettono a posto i conti, ribadiamo! L’Italia ha bisogno di treni per milioni di pendolari, risanamento
idrogeologico, tutela e valorizzazione dei beni culturali e ambientali, sistema
formativo e sanitario all’altezza dei bisogni e della dignità di un paese
civile!